- Per il quarto mese consecutivo il prezzo mondiale del grano va su
- I prezzi dei prodotti lattiero caseari aumentano: gli allevatori che producono il latte stanno beneficiando di tali aumenti?
- Ci sono anche le previsioni FAO per la produzione mondiale di grano del prossimo anno. Che, però, non sembra tengano conto dei cambiamenti climatici in atto
- Continua a crescere il prezzo dello zucchero. In calo i prezzi della carne e degli oli vegetali
Per il quarto mese consecutivo il prezzo mondiale del grano va su
La FAO, l’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, segnala ancora una volta in crescita i prezzi dei prodotti alimentari nel mondo. Si tratta di pezzi che vanno su per il quarto mese consecutivo. Gli aumenti sono iniziati ad Agosto e sono proseguiti a Settembre, ad Ottobre e anche a Novembre. A la crescita dei prezzi dei beni alimentari guidare sono il grano e i prodotti lattieri-caseari, o meglio, la domanda crescente di grano e di prodotti lattiero caseari. La notizia la leggiamo su SWB. E’ chiaro che la media degli aumenti viene calcolata tenendo conto dell’andamento di mercato nel mondo. E quindi ci sta che in alcuni Paesi gli aumenti dei prezzi siano sostenuti e che in altri Paesi i prezzi aumentino in modo a passo di lumaca, come ad esempio avviene per il latte in Italia. L’indice dei prezzi alimentari della FAO, che tiene conto dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari più scambiate a livello globale, leggiamo sempre su SWB, “ha registrato una media di 134,4 punti il mese scorso rispetto ai 132,8 rivisti di Ottobre. Su base annua, l’indice è cresciuto del 27,3% il mese scorso”.
I prezzi dei prodotti lattiero caseari aumentano: gli allevatori che producono il latte stanno beneficiando di tali aumenti?
Importante il ruolo dei cereali: “Secondo la FAO, l’indice dei prezzi dei cereali è aumentato del 3,1% a Novembre rispetto al mese precedente ed è stato del 23,2% superiore al livello di un anno fa”. L’aumento è consistente ed è legato alla pessima annata del grano registrata in Canada, negli Stati Uniti d’America e in Russia. Va da sé che la riduzione dell’offerta di grano fa aumentare i prezzi di questo cereale. Fa un certo effetto registrare anche un aumento dell’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari che a Novembre registrano una crescita del 3,4% rispetto ad Ottobre. Mentre per i cereali una parte consistente degli aumenti del prezzo del grano – tenero e duro – è andata agli agricoltori (che comunque debbono fronteggiare il raddoppio del prezzo dei fertilizzanti e un aumento del prezzo delle sementi), sarebbe interessante capire chi sta usufruendo dell’aumento del prezzo del latte. Poniamo questa domanda perché, da quello che sappiamo noi, l’anello più debole della filiera lattiero-casearia, tanto per cambiare, sono i produttori di latte. Sarebbe interessante chiederlo agli allevatori siciliani, ma anche ai pastori sardi (la Sardegna, per la cronaca, è prima Regione italiana per allevamenti di ovini, se è vero che sono i primi fornitori di latte di pecora per la produzione del Pecorino Romano: era così fino a qualche anno fa, oggi non sappiamo che cosa succede).
Ci sono anche le previsioni FAO per la produzione mondiale di grano del prossimo anno. Che, però, non sembra tengano conto dei cambiamenti climatici in atto
Non mancano le previsioni della FAO sulla produzione cerealicola mondiale, che dovrebbe subire una lieve riduzione, attestandosi intorno a 2,791 miliardi di tonnellate (un mese fa la stina era pari a circa 2,793 miliardi di tonnellate). Sono stime che non tengono conto dell’andamento dei cambiamenti climatici in corso. La FAO prevede che “l’utilizzo mondiale dei cereali nel 2021/22 aumenterà dell’1,7% rispetto al livello del 2020/21, raggiungendo i 2,810 miliardi di tonnellate. Pertanto – leggiamo sempre su SWB – le previsioni della FAO per le scorte mondiali di cereali entro la fine delle stagioni nel 2022 si sono attestate a 822 milioni di tonnellate, in aumento di 2,9 milioni di tonnellate da Novembre, ma ancora in calo dello 0,7% rispetto ai livelli di apertura”.
Continua a crescere il prezzo dello zucchero. In calo i prezzi della carne e degli oli vegetali
Lo scorso Settembre ci siamo occupati dell’aumento del prezzo dello zucchero. Ebbene, “i prezzi globali dello zucchero sono aumentati dell’1,4% nel mese e sono aumentati di quasi il 40% su base annua, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dell’etanolo”. Insomma, per dirla con parole semplici, il prezzo dello zucchero non è aumentato perché milioni di persone hanno raddoppiato lo zucchero nel caffè, o perché in tanti hanno deciso di mangiare dolci, ma perché, com’era previsto, c’ un aumento della domanda di etanolo che viene prodotto a partire dallo zucchero. Ma se, a livello mondiale, i prezzi di grano, prodotti lattiero caseari e zucchero vanno su, non altrettanto può dirsi per il prezzo della carne, che registra il quarto calo mensile consecutivo, perdendo lo 0,9% nel mese di Novembre. In lieve decrescita anche il prezzi dell’olio vegetale.
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