- Oggi anniversario della nascita di don Luigi Sturzo. Lo ricordiamo prendendo spunto da un comunicato del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che almeno ha il merito di essersi ricordato di un gigante del pensiero politico politico europeo
- Don Sturzo non amava Amintore Fanfani sia perché indugiava troppo con la spesa pubblica, sia perché alla fine degli anni ’50 del secolo passato gestiva troppo potere
Oggi anniversario della nascita di don Luigi Sturzo. Lo ricordiamo prendendo spunto da un comunicato del presidente della Regione siciliana che almeno si è ricordato di un gigante del pensiero politico politico europeo
Che cosa ci tocca leggere nel giorno dell’anniversario della nascita di don Luigi Sturzo, il sacerdote siciliano di Caltagirone fondatore del Cattolicesimo sociale e del Partito Popolare Italiano, messo da parte dai democristiani negli ultimi anni della sua vita. Ne parla in un comunicato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci: almeno gli va riconosciuto che se ne sia ricordato. “La politica come servizio e la convinzione profonda che il risorgimento economico e sociale del Sud e della Sicilia debba essere fondato sul protagonismo degli stessi meridionali in un rapporto di salda cooperazione nazionale – scrive Musumeci -. È questa l’eredità preziosa di don Luigi Sturzo, tra i protagonisti del pensiero politico del Novecento, padre nobile dell’Autonomia siciliana e del regionalismo italiano, capace di incidere nella storia italiana ed europea”. Fin qui ci siamo. Poi il presidente Musumeci comincia un po’ ad andare fuori dal seminato: “Sono ormai patrimonio di tutti le accuse che il sociologo siciliano muoveva al germe della partitocrazia quel “tiranno senza volto” capace di occupare lo spazio delle istituzioni, “mala bestia” della democrazia”. Scrivere che don Luigi Sturzo è stato un sociologo ne sminuisce la figura: nulla contro i sociologi, per carità, ma don Sturzo, sotto il profilo intellettuale, suonava tutte le campane: conosceva la filosofia, il diritto, la filosofia del diritto, i grandi pensatori politici di tutto il mondo, dall’antica Grecia ai suoi giorni: e, naturalmente, era anche un uomo di Chiesa impegnato nel sociale, oltre ad essere un bravissimo amministratore della cosa pubblica, se è vero che è stato per anni pro-Sindaco di Caltagirone, la sua città. Ed è stato odiato a morte da Benito Mussolini, che lo avrebbe fatto marcire in galera se don Sturzo non avesse preso la via dell’esilio.
Don Sturzo non amava Amintore Fanfani sia perché indugiava troppo con la spesa pubblica, sia perché alla fine degli anni ’50 del secolo passato gestiva troppo potere
Un pensatore poliedrico, don Sturzo, che è difficile incanalare. Anche il passaggio sulla lotta allo statalismo richiamato dal presidente Musumeci ci sembra un po’ forzato: “Avvertiamo – scrive il presidente della Regione – oggi sempre di più la necessità di riflettere sui principi affermati da Sturzo, sulla lotta allo statalismo, sull’appello a non essere ostaggi degli interessi di parte e sull’esaltazione delle autonomie locali, per potere guardare al futuro di questa terra con rinnovata fiducia”. Don Sturzo, per la cronaca, non è stato mai contro lo statalismo, se non altro perché il Cattolicesimo sociale, del quale è stato l’indiscusso protagonista in Europa e nel mondo, non può certo rinnegare la mediazione dello Stato per mitigare, se non eliminare, le storture che inevitabilmente produce l’economia di mercato. Presidente Musumeci, è vero che oggi i politici italiani di Governo fanno a gara per schierarsi con le multinazionali e con il liberismo economico, ma fare passare don Sturzo per liberista, beh, ci sembra veramente eccessivo! Don Sturzo non criticava lo statalismo come valore politico in sé, semmai ce l’aveva con i democristiani che, a suo avviso, indugiavano troppo con le Partecipazioni Statali. Criticava, in particolare – siamo alla fine degli anni ’50 del secolo passato – il democristiano Amintore Fanfani, che a suo avviso, oltre ad essere un po’ troppo statalista, gestiva troppo potere. Non a caso don Sturzo sarà tra i protagonisti della prima fase dell’operazione Milazzo: operazione politica siciliana che servì per estromettere il fanfaniano Giuseppe La Loggia dalla presidenza della Regione siciliana per eleggere un democristiano ribelle, Silvio Milazzo, allievo dello stesso don Sturzo (anche Milazzo era nato a Caltagirone). Don Sturzo appoggia la prima fase dell’operazione Milazzo, per indebolire politicamente Fanfani che, in quel momento, era segretario nazionale della DC, presidente del Consiglio con l’interim del Ministero degli Esteri. L’operazione contro Fanfani riuscì, ma la storia poi prese una piega che a don Sturzo non piaceva proprio. Ma non riuscì a vedere il finale dell’operazione Milazzo, perché passò a miglior vita nell’Agosto nel 1959.
Foto tratta da Il popolo della Democrazia Cristiana
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