da Costantino Guzzo
vicepresidente dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%
riceviamo e pubblichiamo
Carissimo direttore Giulio Ambrosetti, ho apprezzato la sua giusta nota a riguardo la liceità nella applicazione del Contratto di categoria firmato dalla UGL e applicato talvolta da taluni Enti di Formazione professionale. Bene, è giusta la ricerca e la documentazione del bravo giornalista professionista su qualsiasi argomento oggetto di pubblicazione. Detto questo, rammento a me stesso che l’interesse dei miei interventi non è mai stato quello di sottolineare la illegalità dell’uso di un Contratto diverso da quello collettivo nazionale di lavoro: il mio interesse invece è sempre stato quello di combattere il proliferare di contratti in una jungla che alla fine vede soccombere il diritto chiaro e oggettivo dei lavoratori. Questa jungla ha portato il lavoro ad essere sottopagato, la perdita del rispetto delle mansioni e la certezza della natura del rapporto di lavoro a favore di tanta e troppa precarietà. La jungla contrattuale di un falso, malato e corrotto neoliberismo a cui la politica, anche quella assessoriale, non ha voluto e non vuole sottrarsi.
Ci dispiace che questa semplice riflessione non faccia breccia proprio fra CGIL CISL e UIL che del Contratto Nazionale di Categoria sono i firmatari. Dovrebbero essere proprio loro a difendere il Contratto, la loro creatura, il frutto stesso della loro politica sul lavoro. Eppure, noto con rammarico, sono proprio CGIL CISL e UIL che, sull’argomento, non hanno aperto bocca e che da due anni non fanno argine e non intervengono sull’uso scriteriato di questo contratto, per noi, “sui generis”. Resta il fatto che avanza la deregulation del costo orario, della temporaneità e precarietà del lavoro, nonché la fine della sicurezza sociale. Credo che su queste cose nel futuro dovremo tanto parlare visto quanto sta accadendo, non solo nel nostro settore di lavoro, ma in tutta la classe dei lavoratori.