- Il provvedimento va bene per le attuali famiglie. Ed è importante che sia stato esteso ad autonomi e partire IVA
- Diverso il discorso per le nuove famiglie. Per convincere gl’italiani a fare più figli ci vuole il lavoro a tempo indeterminato, il resto sono chiacchiere
Il provvedimento va bene per le attuali famiglie. Ed è importante che sia stato esteso ad autonomi e partire IVA
Il Governo ha dato il via libera all’assegno unico mensile per i figli. L’importo è universale, calcolato in base al reddito Isee, va da 50 euro a 175 euro fino al secondo figlio, per aumentare dal terzo figlio in poi. Sono previste maggiorazioni anche in base alla presenza di disabili, al reddito e al lavoro di entrambi i genitori. La misura entrerà in vigore il prossimo anno, le prime erogazioni sono previste per Marzo. L’assegno unico mensile andrà a sostituire ben sei misure attualmente erogate alle famiglie: le detrazioni Irpef sui figli a carico, gli assegni al nucleo familiare per figli minori, gli assegni per le famiglie numerose, il Bonus Bebè, il premio alla nascita e il fondo natalità per le garanzie sui prestiti. Potrà essere richiesto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento di 21 anni. I figli debbono essere fiscalmente a carico dei genitori. Va sottolineato che la nuova misura potrà essere percepita anche dai lavoratori autonomi e dai titolari di partite IVA. La domanda per accedere al beneficio va presentata all’INPS. Se siete interessati ad approfondire il tema con notizie più precise vi consigliamo la lettura di questo articolo pubblicato dal quotidiano Il Giorno.
Diverso il discorso per le nuove famiglie. Per convincere gl’italiani a fare più figli ci vuole il lavoro a tempo indeterminato, il resto sono chiacchiere
L’iniziativa va bene per i lavoratori autonomi e per i titolari delle partite IVA. Ma non sarà certo questo assegno che convincerà tanti italiani a fare figli. In ogni caso è un primo segnale importante rispetto al nulla del passato. Dopo di he va detto che il vero snodo per rilanciare la famiglia in Italia è il lavoro: non il lavoro precario ‘premiato’ dal Governo Renzi con il Jobs Act: al contrario, se si vuole incentivare i giovani italiani a dare vita a famiglie e a fare figli ci vuole il lavoro a tempo indeterminato. L’assegno unico mensile appena istituito verrà richiesto sicuramente dalle attuali famiglie, ma avrà un effetto minimo su chi svolge un lavoro precario, senza certezza per il futuro. Con un lavoro precario, che oggi va e domani non si sa, 170 euro al mese non spostano nulla.
Foto tratta da Il Giorno
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