Secondo un Rapporto della Banca d’Italia, sede di Palermo, presentato ieri, l’economia siciliana sarebbe cresciuta del 7% nei primi nove mesi di quest’anno. Il dato ‘confortante’ è contenuto nella nota “L’economia della Sicilia – Aggiornamento congiunturale”. Leggiamo in un articolo del Qds.it: “Dalla Primavera 2021 l’attività economica in Sicilia è tornata a crescere, favorita dall’accelerazione della campagna di vaccinazione e dal progressivo allentamento delle misure di restrizioni anti Covid – ha detto il direttore della sede regionale di Banca d’Italia Pietro Raffa – Per il primo semestre registriamo una crescita dell’economia del 7%, un dato di poco inferiore a quello nazionale ma sicuramente positivo. Inoltre le informazioni che abbiamo ci inducono a guardare favorevolmente anche ai mesi successivi”. Stando sempre a questo ottimistico Rapporto della Banca d’Italia, leggiamo sempre su Qds.it, Stando al rapporto, “nei primi 8 mesi del 2021 sono stati creati circa 65 mila posti di lavoro, a fronte dei 39 mila nello stesso periodo del 2020 e dei quasi 53 mila del 2019… La ripresa delle posizioni lavorative è dovuta in particolare alle attivazioni nette di contratti a termine, pari a circa l’80 per cento del totale” mentre “alla crescita di quello a tempo indeterminato ha contribuito la risalita delle trasformazioni di impieghi già in essere, tornate sugli stessi livelli registrati nei primi 8 mesi del 2019” (qui trovate per esteso l’articolo del Qds.it).
Noi vogliamo porre qualche domanda agli economisti della Banca d’Italia. Se l’economia siciliana sarebbe cresciuta, addirittura!, del 7%, come mai l’INPS, pochi giorni fa, ha comunicato che i cittadini della nostra Isola che percepiscono il Reddito di cittadinanza sono passati da 466 mila del 2019 a 551 mila del 2020, fino ai 584 mila di quest’anno a Settembre? Come mai ci sono, ci dice sempre l’INPS, 243.854 persone che in Sicilia percepiscono il Reddito di emergenza? Quali sarebbero i settori economici in cui si sono creati 65.000 nuovi posti di lavoro, come ci dice il Rapporto? Il turismo limitato, sì e no, ad Agosto? Gli aeroporti siciliani con il crollo dei passeggeri in transito? Gli Enti locali siciliani quasi tutti pronti a dichiarare il dissesto? Le aziende petrolifere dove si susseguono gli incontri su come mettere fine alla crisi? Le aziende agricole siciliane che, quest’anno, tra cambiamenti climatici e mancanza di manodopera, hanno dovuto fare i salti mortali per raccogliere l’uva e le olive? Le aree interne, con i sindaci dei Comuni di queste zone svantaggiate della Sicilia che in queste ore manifestano a Palermo, davanti Palazzo d’Orleans, sede del Governo siciliano, per provare a spiegare al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che o finanzia la legge sulle aree montane con i soldi che arriveranno da Roma in seguito alla trattativa tra Stato e Regione sulla questione finanziaria, o nelle aree interne della nostra Isola, già spopolate, non resterà più nessuno? Forse gli autori del Rapporto della Banca d’Italia hanno accesso ad informazioni cui i siciliani non riescono ad accedere?
Ultimissima domanda: signori della Banca d’Italia, sede di Palermo, non ci avete fornito un dato fondamentale per illustrare la ‘crescita’ economica siciliana: il tasso d’inflazione. Sapete perché ve lo chiediamo, illustri tecnici della Banca d’Italia, sede di Palermo? Perché sembra che la Sicilia faccia ancora parte dell’Italia dove il Ministero dello Sviluppo economico, circa due settimane fa, ha diffuso i seguenti dati in relazione all’aumento dei prezzi:
– tariffe pubbliche +9.5%4
– tar. regolate +19%
– Riso+cereali +43%
– Carni +6%
– Latte Uova Formaggi +10.2%
– Oli +21%
– Vini +10%
– Voli EU +41.7%
– Gas naturale+37.1%
– elettricità tutela+37%
– voli intercont.+23%
– Benzina+18%
– pomodori+17.9%
– trasporto marittimo+16%
Allora, illustri tecnici della Banca d’Italia, sede di Palermo, ce lo dite come si ‘muove’ l’inflazione in Sicilia? Grazie in anticipo per la cortese attenzione.
Foto tratta da Minube
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