I prezzi del grano russo vanno su e il Governo di questo Paese è costretto a correre ai ripari. Può sembrare una contraddizione: se il prezzo di un prodotto cresce il Paese che lo esporta dovrebbe essere ben felice. In realtà le cose non stanno proprio così, perché il Governo russo deve evitare che un eccessivo export di grano lasci sguarnite le riserve di questo cereale: precauzione importante in un mondo dove i cambiamenti climatici non danno tregua, influenzando negativamente i raccolti. Così la Russia studia come cambiare la formula che fino ad oggi ha utilizzato per calcolare le tasse sulle esportazioni di cereali in caso di forte crescita dei prezzi. In effetti, la scorsa settimana i prezzi del grano russo sono aumentati per la quarta settimana consecutiva. “In particolare – leggiamo su SWB – la formula per l’imposta sulle esportazioni di grano potrebbe cambiare se i prezzi raggiungono i 400 dollari per tonnellata. Inoltre, il Ministero dell’Agricoltura prevede di fissare una quota di esportazione di cereali nella prima metà del 2022 per garantire l’approvvigionamento interno”. Ricordiamo che la Russia, quest’anno, ha accusato una riduzione di produzione di grano al pari del Canada e degli Stati Uniti a causa della siccità; e non si esclude che la siccità – una delle tante manifestazioni dei cambiamenti climatici in corso sulla Terra – non si ripresenti. Da qui l’atteggiamento prudenziale del Governo russo che, non a caso, dall’inizio della stagione di commercializzazione 2021/22, ha ridotto le esportazioni di grano russo sono diminuite del 34%, aumentando gradualmente la tassa sulle esportazioni di grano che è già giunta a quota 77,1 dollari per tonnellata.
Qualche giorno fa abbiamo dato notizia che per la prima volta nel mondo si comincerà a commercializzare grano OGM (genericamente modificato). Ci sta pensando il Brasile che ha acquistato grano geneticamente modificato dall’Argentina. Sandro Puglisi dà notizia che anche la Cina si comincia a muovere nel mondo degli OGM. Il Governo di questo Paese ha annunciato l’intenzione di modificare le normative sulle sementi. Una mossa che permetterebbe agli agricoltori cinesi di coltivare mais geneticamente modificato. Faranno la stessa cosa con il grano? Ricordiamoci che nel mondo dominato dal liberismo economico sfrenato la salute viene dopo il business. Ne abbiamo avuto più volte dimostrazione: basti pensare all’Unione europea dell’euro che ha innalzato i limiti relativi alla presenza di glifosato e di micotossine DON nel grano per consentire al grano tenero e duo canadese di entrare nei Paesi Ue, Italia in testa (ma non soltanto Italia). Per non parlare del 5 G, tecnologia che è stata introdotta di forza, ignorando gli appelli di tanti uomini di scienza he, non conoscendo gli effetti che potrebbe provocare sulla salute umana invocavano l’applicazione del principio di precauzione.
Sempre Sandro Puglisi dà notizia che l’agenzia statale per i cereali algerina OAIC “ha sospeso i negoziati nella sua gara internazionale per l’acquisto del grano da macinare… L’Algeria sta cercando di acquistare 50.000 tonnellate nominali di grano, tuttavia, spesso acquista molto di più nelle sue offerte rispetto al volume nominale richiesto”. Si pensava che il dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA) “avrebbe lasciato invariati i rating di qualità – leggiamo su SWB – ma l’agenzia li ha spinti un punto più in alto, con il 46% del raccolto valutato in condizioni da buone a eccellenti. Un altro 33% è valutato discreto (un punto in più rispetto alla scorsa settimana), mentre il restante 20% è stato valutato come scarso o molto scarso (in calo di due punti rispetto alla scorsa settimana). Per quanto riguarda il grano, i dati delle Export Inspections hanno mostrato che sono state spedite 388.743 tonnellate di grano durante la settimana terminata l’11/11. Questo è aumentato da 251.452 MT la scorsa settimana e da 334k MT durante la stessa settimana dell’anno scorso”.
“Dal Medio Oriente – leggiamo ancora su SWB – l’Iraq può ora essere aggiunto alla lista dei consumatori che sono stati costretti a pagare il mercato del grano relativamente più alto. La gara d’appalto per mezzo milione di tonnellate a dicembre/gennaio ha effettivamente creato alcuni valori relativi interessanti. Sulla carta quella gara avrebbe dovuto attirare alcune offerte di grano australiano ma, date le prospettive di pioggia, il commercio sarebbe un po’ nervoso all’idea di esporsi a una finestra di spedizione già stretta. Taiwan ha indetto una gara internazionale per l’acquisto di 48.000 tonnellate di grano da macinazione di grado 1 dagli Stati Uniti. Il grano è per la spedizione in Gennaio. L’Etiopia sta facendo una gara per 400 mila tonnellate di grano da macinare, con l’ONU che ha deciso di acquistare altre 100 mila tonnellate di grano da fornire all’Etiopia. La Turchia ha probabilmente effettuato i primi acquisti sulla sua gara internazionale che si è chiusa di recente. I commercianti europei stimano che il Paese abbia acquistato finora quasi 325.000 t, ma tutti gli acquisti mancano al momento di una conferma definitiva. Il bando di gara algerino per il frumento dovrebbe essere seguito da vicino, dopo che l’OAIC algerino ha modificato i termini nell’ultima gara di grano da 50.000 tonnellate, allentando il disciplinare favorendo l’origine russa”.
Foto tratta da Genetic Literacy Project