“Campi inondati e serre stravolte, migliaia di ettari di colture stagionali sott’acqua, in asfissia e attaccate dai funghi, per umidità e pioggia. Semina allo stallo e produzione annacquata già per il 70%. Questo il quadro drammatico che emerge da una prima ricognizione di Cia-Agricoltori Italiani, dopo l’ultima ondata di maltempo che ha messo in ginocchio l’agricoltura del Sud, con Sicilia in testa”. Si apre così il comunicato della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) della Sicilia. Dove si parla dei cambiamenti climatici in corso e degli effetti che tali cambiamenti stanno producendo sul mondo agricolo della nostra Isola. Effetti nefasti: “Le precipitazioni sparse e continue, forti venti, trombe d’aria e bombe d’acqua continuano a danneggiare le aziende agricole e la vita di intere comunità – commenta il presidente CIA Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro -. Contro i cambiamenti climatici serve cambio di approccio e manutenzione seria del territorio, lanciamo l’ennesimo appello alle istituzioni”.
Il comunicato della CIA siciliana sembra un bollettino di guerra: “La conta dei danni tra agrumeti, carciofeti e ortive in pieno campo, il persistere di tanti fenomeni atmosferici avversi, non si può risolversi solo con il necessario ristoro dei danni, ma anche con interventi di prevenzione e cura di corsi d’acqua e strade, di investimenti in ricerca e innovazione per la lotta al dissesto idrogeologico di salvaguardia della sicurezza nei centri abitati e nella viabilità. Ne sono triste dimostrazione le morti in aumento a causa di inondazioni e trombe d’aria, ultima quella nel Ragusano, le perdite di animali negli allevamenti, le strutture distrutte e in tanti casi motore dell’economia e dei servizi locali”. Intanto in Sicilia continua a piovere. E questo crea grandi problemi: “Non si può raccogliere, non si può seminare leggiamo sempre nel comunicato della CIA -. Nella zona orientale danni pesanti sono stati subiti dalle coltivazioni del limone Igp e dagli ortaggi. Stessa sorte a quelli tra Siracusa e Ragusa dove continuano le grandinate e le trombe d’aria. Oltre agli agrumeti, sono letteralmente distrutti i campi di finocchi e insalata – prosegue DI Silvestro -. I ristori ci devono essere, ma senza una politica seria di gestione del territorio gli imprenditori agricoli non investiranno più in queste zone, non reimpianteranno gli agrumeti trascinati dalla piena. Prevarrà la paura di perdere tutto di nuovo”.
“La questione è sempre aperta – conclude il comunicato della CIA -. E il tema delle manutenzioni deve essere tra le priorità del Governo come già sollecitato con il progetto ‘Il Paese che Vogliamo’. Bisogna ragionare su scala nazionale e dialogare a livello territoriale, guardando all’opportunità del PNRR e ai fondi per la transizione ecologica”. Il vero dramma ha due volti. Il primo è il volto dei siciliani – è il caso della CIA della nostra Isola – che continuano a credere nel Governo di Mario Draghi che sta solo penalizzando il Sud e la Sicilia e che, proprio in agricoltura, ha già scippato al Sud e alla Sicilia i fondi del Pnrr con l’avallo dei partiti che appoggiano lo stesso Governo Draghi (Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva, sinistra d Articolo 1). Il secondo volto è quello di un Governo regionale inadeguato che non si rende conto della gravità dei cambiamenti climatici in corso, che ha ‘fatturato’ la scorsa Estate quasi 80 mila ettari di boschi bruciati e danni a tante aziende agricole e zootecniche; un Governo regionale che non si cura del territorio con “interventi di prevenzione e cura di corsi d’acqua e strade”, come chiede la CIA siciliana. Noi abbiamo scritto più volte – e torniamo a scriverlo – che per tutelare il territorio siciliano dagli incendi, per effettuare “interventi di prevenzione e cura di corsi d’acqua e strade” (soprattutto sulle strade che servono agli agricoltori per recarsi al lavoro nei campi) servono almeno 30 mila operai forestali stabilizzati, che vanno impiegati, con turni razionali, 365 giorni all’anno ogni giorno. Con i cambiamenti climatici non si scherza: lo abbiamo visto con quanto è avvenuto quest’anno in Canada, con -50 gradi centigradi in Inverno e 50 gradi centigradi in Estate, con la produzione di grano che si è ridotta del 50%; lo abbiamo visto nel Nord Europa con l’alluvione di Luglio; lo abbiamo visto in Sicilia con gli incendi estivi e con l’alluvione autunnale di Catania e dintorni e di Siracusa e dintorni. Lo capiranno il presidente Nello Musumeci e i suoi assessori? Ne dubitiamo.