Si offende qualcuno se scriviamo che le considerazioni degli ambientalisti siciliani sugli incendi che hanno funestato la scorsa Estate i boschi della nostra Isola sono tardive – molto tardive! – insufficienti e anche non molto credibili? Dispiace scrivere questo, ma si rimane basiti nel leggere un articolo del Giornale di Sicilia on line con le considerazioni e le proposte (in parte condivisibili) degli ambientalisti siciliani senza che questi ultimi muovano anche uno straccio di critica all’attuale Governo regionale che, la scorsa estate, nella gestione dei boschi, ha commesso gravi errori. Leggiamo e commentiamo insieme questo articolo.
Nell’articolo si pala di una “lettera congiunta a firma di Coordinamento Salviamo i Boschi, Wwf, Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Flai Cgil per chiedere alle massime autorità della Repubblica l’istituzione di sezioni di magistrati inquirenti e nuclei investigativi interforze, specializzati nelle indagini relative al fenomeno degli incendi boschivi e di vegetazione e la costituzione di un coordinamento investigativo tra i vari Uffici inquirenti presenti nel territorio della Regione siciliana”. Fino a qui nulla da dire. Dopo di che si citano i dati già noti: circa 7 mila incendi con 78 mila ettari di boschi siciliani inceneriti la scorsa Estate, più della metà di tutti i boschi italiani andati in fiamme, con una dozzina di arresti. Gli ambientalisti provano anche a individuare le cause di questi incendi: “Le cause sono quasi sempre dolose: a quelle tradizionali come rinnovazione dei pascoli, recupero dei terreni agricoli a spese del bosco per la coltivazione o per attivare contributi comunitari, speculazione edilizia, ritorsioni contro la Pubblica amministrazione, conflitti o vendette tra proprietari, si aggiungono cause più specifiche, come quelle legate agli interessi che ruotano intorno agli investimenti per il fotovoltaico”. E qui già cominciano le nostre perplessità. Negli anni passati li incendi dolosi per “la rinnovazione dei pascoli” e il “recupero dei terreni agricoli a spese del bosco per la coltivazione” ci potevano stare; oggi non ci stanno proprio. Incendi per arraffare contributi comunitari? Potrebbe anche essere un buon motivo, anche se oggi è un po’ rischioso rispetto al passato. Incendi per attivare “speculazione edilizia” e “ritorsioni contro la Pubblica amministrazione”? Verrebbero ‘sgamati’ subito. Da scartare, invece, il riferimento agli incendi dolosi per facilitare la realizzazione di impianti fotovoltaici: i pannelli fotovoltaici, infatti, si piazzano nelle aree pianeggianti e non in collina o, peggio, nelle montagne dove ci sono le aree boscate. Peraltro la gente dei luoghi protesterebbe. E poi che bisogno hanno i ‘Signori del fotovoltaico’ di ricorrere a questi mezzi se l’attuale Governo regionale di sfasciacarrozze ha autorizzato i pannelli fotovoltaici perfino nella Val di Noto e nel Parco Ibleo? Gli ambientalisti siciliani sono un po’ troppo distratti dalle Riserve naturali che gestiscono con successo… dagli ambientalisti ci aspettavamo anche una critica all’uso piuttosto diffuso degli aerei anfibi: ma non c’è nemmeno questo.
Nella lettera si chiede l’intervento della Magistratura, magari con l’ausilio di un Nucleo Interforze (Corpo Forestale della Regione, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza). Tutto giusto, per carità. Gli ambientalisti siciliani – e in questo sono in perfetta linea con il Governo regionale di Nello Musumeci – non fanno il benché minimo accenno alla prevenzione degli incendi. Una prevenzione che si può realizzare solo con la presenza dell’uomo nelle aree verdi della Sicilia. L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: per prevenire gli incendi nei boschi – che sono sicuramente dolosi e che diventano un problema gravissimo se nei mesi estivi la temperatura arriva a 40 gradi centigradi – ci vogliono almeno 30 mila operai forestali stabilizzati che debbono iniziare a lavorare, con servizio H 24, cioè 24 ore su 24 ore, a turno, da Aprile a Ottobre. Non sarebbe una novità. Nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato la presenza dei forestali nei boschi era massiccia (in quegli anni in Sicilia non pioveva più e si temevano incendi nei boschi). Giusta la repressione di chi dà alle fiamme i boschi. Ma il fuoco si combatte con la prevenzione: opere per la prevenzione degli incendi da realizzare ad Aprile-maggio e presenza costante degli operai forestali nei boschi. Il resto sono chiacchiere. Anche perché il problema degli incendi potrebbe rientrare in una strategia terroristica che, da qualche anno a questa parte, interessa vari Paesi del mondo (come si può leggere qui e come si può leggere anche qui). Notiamo – e ci dispiace – che anche gli ambientalisti siciliani, come il Governo Musumeci, sottovalutano i cambiamenti climatici in corso. Che dire? Forse sono ottimisti. Noi invece siamo pessimisti. E non escludiamo che la prossima Estate le temperature estive possano essere ancora maggiori di quelle registrate la scorsa Estate.