Un reboante comunicato stampa del parlamentare nazionale grillino eletto in Sicilia, Dedalo Pignatone, annuncia lo stanziamento di quasi un miliardo di euro: “Grande spazio in legge di bilancio per l’agricoltura, la pesca e l’agroalimentare: previste misure per oltre 2 miliardi di euro. Una cifra ampiamente superiore rispetto al passato. Fondi che saranno ancora più importanti in Sicilia, e così nelle regioni del Sud Italia, dove, storicamente i comparti sono tra i principali punti di forza dell’intera economia… In questo particolare momento storico i provvedimenti inseriti in Manovra saranno fondamentale per sostenere e rilanciare ulteriormente il settore agricolo; valorizzare la competitività delle filiere; favorire gli agricoltori under 40”. Leggendo il comunicato non si capisce se tale stanziamento riguarda la Sicilia o l’intero territorio nazionale. Poi, leggendolo per intero deduciamo che si tratta di un’iniziativa per tutta l’agricoltura italiana: “690 milioni di euro fino al 2027 per l’Istituzione di un Fondo mutualistico nazionale a copertura dei rischi catastrofali; 237 milioni di euro a valere sul 2023 per l’esenzione Irpef dei redditi dominicali e agrari relativi ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza Agricola; 250 milioni di euro per le assicurazioni agevolate; 8,3 milioni per la proroga della decontribuzione degli imprenditori agricoli e gli agricoltori diretti under 40 (54,30 i milioni di euro previsti per il triennio); 160 milioni di euro fino al 2023 per il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura; 10 milioni di euro per la dotazione del Fondo per la competitività delle filiere agricole; 10 milioni di euro per il rafforzamento della filiera grano-pasta; 120 milioni di euro per il sostegno ai distretti del cibo; 74,5 milioni per il sostegno alla zootecnia mediante la conferma anche nel 2022 delle percentuali di compensazioni Iva applicabili alle cessioni di bovini e suini vivi; 16 milioni nel biennio per il piano triennale della pesca (8 mln) e per il fondo di solidarietà nazionale della pesca (8 mln); 80,5 milioni di euro destinati alle attività di Ismea per la concessione di finanziamenti, operazioni di finanza strutturata e concessione di garanzie a fronte di prestiti a favore degli imprenditori agricoli e della pesca, e misure per l’imprenditoria femminile e giovanile; 30 milioni di euro per il finanziamento della Strategia forestale nazionale (420 milioni fino al 2032); 4 milioni annui, a decorre dal 2022, per le Capitanerie di Porto per l’esercizio delle attività svolte nell’ambito della dipendenza funzionale dal Mipaaf; 50 milioni di euro da destinare alle Regioni per coprire gli anticipi a valere sul credito di soccorso; prorogato infine, per i prossimi tre anni, il Bonus Verde, che prevede la detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde”.
Con questo comunicato dal sapore di propaganda Pignatone cerca di far dimenticare agli agricoltori siciliani lo scippo delle risorse FEASR ai danni del Sud e della Sicilia. Vorremmo ‘tranquillizzare’ Pignatone e gli altri parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle: nessuno ha dimenticato quello che ha combinato l’attuale Ministro delle Politiche agricole, il grillino-nordista-triestino, Stefano Patuanelli, quello che in Sicilia si ripara sotto le ali della Coldiretti. Gli agricoltori siciliani, cari grillini, non hanno dimenticato e non dimenticheranno. Quanto al merito del provvedimento notiamo che il ‘boccone’ più grosso sono le assicurazioni che arrivano a quasi un miliardo di euro. Ma in Sicilia non ci sembra che le assicurazioni contro le catastrofi – che ci sono state e che potrebbero esserci (ormai in Sicilia ogni pioggia è un ‘casino’ tra allagamenti e trombe d’aria) – abbiano mai riscosso successo, anche perché sono costi in più. Ce lo conferma il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino: “In effetti, con i tempi che corrono, andare a prevedere anche i costi per l’assicurazione…”. Onorevole Pignatone, diciamolo terra terra: se i costi dell’assicurazione se li accolla lo Stato, a beddu core, come si dice dalle nostre parti. Ma se le assicurazioni cercano picciuli dagli agricoltori siciliani, visto che ormai con i cambiamenti climatici i danni alle colture sono in tragico aumento, beh, unnè santu chi sura…