Passi che Mario Puzo chiamò il protagonista del suo celebre romanzo Il Padrino Don Vito Corleone. Era la fine degli anni ’60, Corleone era già nota alle cronache di mafia per avere dato i natali a Michele Navarra e Luciano Liggio, due grandi boss della mafia siciliana. Dopo il libro sono arrivati tre film di grande successo e pochi anni dopo, al vertice della mafia siciliana, sono arrivati i Corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Così a Corleone, cittadina molto bella a vocazione agricola di poco più di 10 mila abitanti è stato cucito addosso la nomea di paese di mafia. E non è stato facile liberarsi di questo fardello. Ma adesso ci sta pensando la solita televisione a fare ripiombare questo paese nel passato. Già, la televisione. Per la precisione Mediaset, che manderà in onda a breve la solita fiction sulla mafia. Otto episodi prodotti dalla società Taodue. Titolo: Lady Corleone.
Cosa pensano a Corleone di questa pubblicità non molto gradita? Il sindaco Nicolò ‘Ciccio’ Nicolosi e l’assessore comunale alla Cultura e alla Legalità, Giusy Dragna, non sembrano particolarmente felici. E annunciano di aver diffidato Mediaset e la società Taodue. Su Live Sicilia leggiamo una dichiarazione del sindaco Nicolosi e dell’assessore Giusy Dragna: ““Intendiamo tutelare il buon nome della città e non permetteremo che possa essere svilito ad etichetta commerciale con cui vendere prodotti commerciali. Intendiamo anche tutelare il buon nome dei cittadini e, in particolare, delle giovani generazioni che tanto hanno fatto e che continuano a fare per la rinascita della città e che più di tanti altri stanno soffrendo per il gratuito oltraggio compiuto al loro futuro. Diffidiamo pertanto formalmente la società Taodue ad astenersi dall’utilizzo del nome di Corleone nel titolo della serie tv ‘Lady Corleone’ nonché ad ogni suo richiamo all’interno della fiction e/o in qualunque mezzo di comunicazione. È sperabile che si tenga conto delle nostre buone ragioni ed evitare di essere costretti ad intraprendere ulteriori azioni a tutela della nostra onorabilità e del nostro futuro”. Sempre su Live Sicilia c’è la replica di Massimo Martino, della Clemart, società che produce la serie Lady Corleone, una produzione Clemart per Taodue destinata a Canale5: “Non comprendiamo il motivo delle dichiarazioni del sindaco di Corleone a riguardo di una serie che utilizza Corleone solo ed esclusivamente come cognome della famiglia dei protagonisti. La città di Corleone non viene in alcun modo citata o rappresentata nella serie che stiamo girando e che è ambientata invece tra Milano e Palermo ed è un racconto di pura finzione. Ma – sottolinea in una nota la società che realizza anche I Bastardi di Pizzofalcone – vorrei anche aggiungere: seguendo questa logica verrà chiesto di modificare anche il cognome Corleone dal libro e dal film Il Padrino”?
Fino a questo momento registriamo il silenzio il presidente della Regione, Nello Musumeci, del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, e dell’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà. I tre stanno ‘riflettendo’… Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani invitano i cittadini siciliani a ignorare la fiction
Sulla vicenda interviene anche il gruppo parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana, Attiva Sicilia, e il movimento Unione dei Siciliani: “L’inutile e forzato accostamento di una storia mafiosa al nome di un Comune siciliano evidenzia un pregiudizio che danneggia l’immagine e offende l’intera Sicilia relegandola a uno sciocco clichè stereotipato che appare persino un po’ razzista. Gli amministratori comunali hanno giustamente già protestato diffidando Mediaset e Taodue dall’utilizzare il nome del loro paese anche ricordando la costante attività antimafia nella quale la cittadina è da anni impegnata per superare una pagina buia della propria storia. La Sicilia che ha visto negli anni una rilevante presenza mafiosa ha anche conosciuto una straordinaria presenza anti mafiosa con decine e decine di martiri ed eroi civili caduti combattendo contro la mafia. La Sicilia di Falcone e Borsellino, di Padre Puglisi, del beato Livatino viene insultata e offesa dallo sciocco e strumentale utilizzo del nome di un comune siciliano da parte della fiction televisiva. I movimenti Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani chiedono a Mediaset e alla società Taodue di ritirare la fiction modificando il titolo e il nome della protagonista. In caso contrario invitano tutti i cittadini dell’Isola a boicottare la fiction televisiva Lady Corleone fin dal momento della sua messa in onda. Nessun televisore siciliano sia sintonizzato quel giorno sul canale Mediaset che la trasmetterà”. I due movimenti presenteranno, tramite i parlamentari regionali aderenti, una mozione all’Assemblea regionale siciliana per chiedere al Governo della Regione di avanzare una formale protesta nei confronti dell’emittente e della società produttrice. Ci piacerebbe capire che fine hanno fatto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, e l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà? Sono già ‘sintonizzati’ su Canale 5 per seguire le avventure di Lady Corleone?
P.s.
Solo una domanda ai signori di Mediaset: e se qualcuno, un giorno, dovesse realizzare una fiction che narra la storia di un imprenditore del Nord Italia che comincia la sua scalata al mondo dell’imprenditoria italiana con i soldi della mafia per realizzare un nuovo quartiere in un’importante città del Nord Italia eccetera eccetera eccetera che succederebbe?