- Anche gli italiani, tradizionalmente distratti, si stanno accorgendo che il Governo di Mario Draghi punta a reintrodurre la legge Fornero. Che nel Sud e in Sicilia avrà effetti devastanti
- Così il Governo Draghi e il Nord stanno fregando il Sud e la Sicilia sul Pnrr
- La mossa del Ministro grillino e nordista Patuanelli contro l’agricoltura del Sud e della Sicilia e il papocchio del Movimento Equità Territoriale in Calabria
- Gli anziani negli ospedali pubblici al tempo del Covid
- Inutile girarci attorno: pandemia e cambiamenti climatici hanno aiutato il Sud e la Sicilia
- E il Nord Italia? La Ue liberista gli farà fare la fine che l’Inghilterra e il Piemonte fecero fare al Regno delle Due Sicilie
- La Sicilia dà finalmente segni di rinascita. Il fermento di tanti Movimenti e di tante Associazioni autonomiste, sicilianiste, indipendentiste e socialiste lasciano ben sperare
Anche gli italiani, tradizionalmente distratti, si stanno accorgendo che il Governo di Mario Draghi punta a reintrodurre la legge Fornero. Che nel Sud e in Sicilia avrà effetti devastanti
Da Quota 100 si è passati a Quota 102. Ma tutti noi sappiamo che l’obiettivo del Governo di Mario Draghi è riportare l’Italia alla legge Fornero e magari oltre: è lì si andrà a parare. Magari non ci arriverà direttamente Draghi, destinato, con molta probabilità, ad andare ad occupare la poltrona di presidente della Repubblica. Il ‘lavoro sporco’ lo farà qualcuno messo a Palazzo Chigi dallo stesso Draghi e dall’Unione europea dell’euro. In sette anni – nei prossimi sette anni, tanto dura il mandato di un presidente della Repubblica – si dovrebbe completare la colonizzazione dell’Italia iniziata negli anni subito successivi a Tangentopoli con gli affari ‘chiusi’ sul Britannia, dove operavano “volgari affaristi” che hanno sbaraccato l’IRI e svenduto mezzo Paese. Ora tocca all’altra metà. In questo scenario, per il Sud Italia e per la Sicilia il destino appare segnato. Tutti sanno quanti giovani del Sud e della Sicilia ogni anno – ormai da anni – vanno via dallo stesso Sud e dalla stessa Sicilia dove diminuiscono gli investimenti, aumenta la disoccupazione e peggiora la sanità pubblica. L’Eurispes ha calcolato che, dal 2000 al 2017, le Regioni del Nord hanno scippato alle Regioni del Sud 840 miliardi di euro. E lo scippo continua accompagnato da altri scippi. Il risultato sono la mancanza di investimenti nel Sud e in Sicilia e il già citato esodo dei giovani. Rimangono gli anziani che, in prospettiva, tra pensionamenti a 67-70 anni e sanità pubblica sempre più allo allo sbando, dovrebbero passare a miglior vita a ritmi crescenti, sgravando l’Inps (che così avrà più risorse per i pensionati del Nord Italia) per consegnare il Sud e Sicilia agli speculatori e alle multinazionali (che sono praticamente la stessa cosa in termini di ‘saccheggio’ del territorio).
Così il Governo Draghi e il Nord stanno fregando il Sud e la Sicilia sul Pnrr
Solo chi non ha occhi per vedere non si accorge quello che sta succedendo nel Sud e in Sicilia. Il Pnrr – che si è materializzato in quasi 200 miliardi tra prestiti e interventi a fondo perduto messi in campo dalla Ue – ha raggiunto questa cifra perché in Italia ci sono Sud e Sicilia arretrati dal punto di vista economico e infrastrutturale. Dati alla mano, il 67% del Pnrr avrebbe dovuto essere assegnato a Sud e Sicilia. Invece il Governo Draghi ha deciso di assegnare il 60% di fondi al Nord e il 40% di fondi a Sud e Sicilia. Dopo di che il 40% dei fondi Pnrr destinato a Sud e Sicilia è stato messo a bando, quasi che si trattasse di fondi strutturali europei e non di aiuti! Un’opzione motivata dai ‘Regolamenti’ europei. Una scelta fatta apposta per fregare il Sud e la Sicilia le cui amministrazioni pubbliche infarcite di precari più o meno stabilizzati – ovvero di personale raccogliticcio – mai e poi mai riusciranno a intercettare tutti i fondi di questi bandi. Se andrà bene – ma dovrà andare bene – Sud e Sicilia riusciranno a prendere il 20% dei fondi Pnrr, mentre il restante 20% andrà alle Regioni del Nord che avranno così a disposizione l’80% del fondi Pnrr. Tutto calcolato già negli Luglio di quest’anno.
La mossa del Ministro grillino e nordista Patuanelli contro l’agricoltura del Sud e della Sicilia e il papocchio del Movimento Equità Territoriale in Calabria
In Sicilia, tra mille difficoltà, resiste l’agricoltura. Ad assestargli una ‘botta’, però, ha pensato il Ministro grillino e nordista delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che non ha solo scippato una parte dei fondi FEASR a Sud e Sicilia, ma ha modificato i criteri di ripetizione dello stesso Fondo, per consentire alle Regioni del Nord di derubare ogni anno per gli anni a venire una parte importante di fondi agricoli alle Regioni del Sud e alla Sicilia. Il tutto con l’avallo del Movimento 5 Stelle, del PD, della Lega, di Forza Italia, di Italia Viva e della ‘Sinistra’ di Articolo 1, cioè con l’avallo dei partiti politici nazionali che appoggiano il Governo Draghi. Tanto – questo il ragionamento – i ‘babbei’ di Sud e Sicilia continueranno a votare per i partiti politici nazionali che li stanno ‘incaprettando’. Sono così sicuri di quello che fanno che – non sappiamo se in sede di approvazione della legge nazionali di Stabilità 2022 o nei primi mesi del prossimo anno – i partiti politici nazionali approveranno anche l’Autonomia differenziata per scippare alle regioni del Sud e alla Sicilia altri 60-70 miliardi di euro all’anno (e ci stiamo tenendo bassi). Si poteva evitare questa deriva che penalizzerà ulteriormente Sud e Sicilia? Sì. Per questo era stato fondato il Movimento 2 Agosto per l’Equità Territoriale. Ma questo Movimento, fino a quando ‘filosofeggia’ sulla rete senza creare problemi ai partiti politici nazionali va bene; ma se decide di partecipare alle elezioni non va più bene. Piaccia o no, in questa ‘dialettica’ non certo favorevole al Sud che è maturata la scelta dei vertici del Movimento Equità Territoriale di non appoggiare la candidatura di Luigi De Magistris alla presidenza della Regione Calabria. Con i “Se”, è noto, non si scrive la storia e non si fa politica, però è chiaro che, con Equità Territoriale alle spalle, De Magistris avrebbe abbondantemente superato il 16% che ha preso nonostante il boicottaggio che ha subito. E – cosa ancora più importante – avrebbe lanciato un messaggio di libertà a tutte e altre Regioni del Sud e alla Sicilia. Ma questo non è avvenuto. La vecchia politica che sta svendendo il Sud e la Sicilia ringrazia. Le altre discussioni sono inutili.
Gli anziani negli ospedali pubblici al tempo del Covid
In questa prospettiva, se non interverranno cambiamenti radicali, al Sud e alla Sicilia non resterà che una morte economica e sociale sicura. I giovani continueranno ad emigrare. Gli agricoltori che oggi resistono nel Sud e Sicilia andranno sempre più indebolendosi e cominceranno a cedere i terreni ai ‘pirati’ delle energie alternative (leggere pannelli fotovoltaici) che già da anni stanno con il fiato sul collo dell’agricoltura e del paesaggio siciliano. L’operazione pannelli fotovoltaici tra la Val di Noto e il paesaggio Ibleo avallato dalla Regione siciliana per miserabile convenienza politica non è altro il paradigma di quello che potrebbe succedere non tra vent’anni, ma tra qualche anno. In Sicilia e nel Sud la popolazione andrà invecchiando con un sistema pensionistico che li costringerà a lavorare – o forse sarebbe meglio dire a sopravvivere – fino a 70 anni. Nel frattempo i sistemi sanitari pubblici del Sud, sempre più definanziati, assicureranno un’assistenza sempre più scadente. Fenomeno accentuato dalla pandemia che ha accelerato l’abbandono degli anziani. Non c’è bisogno di lavorare negli ospedali per capire quello che sta succedendo con gli anziani che hanno bisogno di cure in tempo di Covid. L’ipocrisia lasciamola ai professionisti delle menzogne. Sappiamo tutti che, con il Covid, sono state drasticamente ridotte le cure ordinarie negli ospedali pubblici per tutti: ecco, non crediamo che abbiano fatto eccezioni per gli anziani.
Inutile girarci attorno: pandemia e cambiamenti climatici hanno aiutato il Sud e la Sicilia
Sapete cos’è che sta scombinando i piani di questo scenario infame? Due eventi inattesi: la pandemia e i cambiamenti climatici. La pandemia da SARS-COV-2, ormai è acclarato, è stata provocata dalla fuga di tale virus da un laboratorio. Il premio Nobel per la Medicina, Luc Montagner lo ha capito nel Marzo dello scorso anno. Gli altri ci sono arrivati un anno e mezzo dopo. I cambiamenti climatici in parte sono provocati dalla dabbenaggine umana e in buona parte sono naturali. Quest’anno un’inondazione ha assestato un primo colpo all’Europa del Nord che sta massacrando l’Europa mediterranea: ci riferiamo alle piogge torrenziali di Luglio che hanno colpito una parte della Mitteleuropa, Germania in testa. In un anno è cambiato lo scenario cerealicolo mondiale. E tanti terreni seminativi del Sud e della Sicilia che dovevano finire nelle mani degli speculatori sono stati messi a coltura, perché il prezzo del grano, a livello mondiale, è schizzato all’insù. Il sistema criminale liberista sta rispondendo facendo aumentare il costo dell’energia e dei fertilizzanti. Ma è un gioco pericoloso, forse all’auto-massacro, perché i criminali del liberismo economico – che nel mondo oggi controllano tutto ciò che è umano – non controllano il clima. Morale: se gli agricoltori continueranno ad essere penalizzati dall’aumento del costo dell’energia e dei fertilizzanti e i cambiamenti climatici proseguiranno, magari in forme più estreme – sempre più caldo in Estate e piogge sempre più terribili in Autunno e in Inverno – il mondo si ritroverà in preda alle carestie. Che significa questo? Semplice: che i signori del liberismo economico dovranno ‘calare le corna’ – evitando di far crescere ulteriormente il costo dell’energia e dei fertilizzanti – sennò le possibili carestie prossime venture si ‘mangeranno’ anche loro. Dobbiamo ammetterlo: di fatto la pandemia e i cambiamenti climatici fino ad oggi, per certi versi hanno aiutato il Sud e la Sicilia: il Covid ha ritardato l’entra in scena dell’Autonomia differenziata, mentre i cambiamenti climatici hanno rilanciato il grano duro, coltura tradizionale del Mezzogiorno d’Italia.
E il Nord Italia? La Ue liberista gli farà fare la fine che l’Inghilterra e il Piemonte fecero fare al Regno delle Due Sicilie
In questo scenario – con la barca di soldi che sta scippando al Sud e alla Sicilia – il Nord si salverà? Assolutamente no. Intanto non sappiamo come finirà con la pandemia provocata da un virus di laboratorio. Si parla di terza dose, ma il vero dato che non sfugge agli osservatori attenti è che nelle aree del mondo dove si è puntato con il vaccino anti-Covid il virus è tornato in modo sempre più aggressivo; mentre dove il vaccino non è arrivato, o è arrivato in minima parte – per esempio nel Continente Africano – il virus è quasi scomparso. Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi, anche gli effetti del Covid, con l’arrivo dell’Inverno, potrebbe ulteriormente peggiorare. Non va meglio con l’economia, al di là delle tragicomiche-ottimistiche notizie messe in giro in Italia. Lo sviluppo sarebbe addirittura arrivato al 6%, con un’inflazione che, però, non viene calcolata. Quello che possiamo dire è che l’Italia ‘viaggia’ con un debito pubblico truffaldino di 2 mila e 800 miliardi di euro alla fine di quest’anno. L’idea che aumentando la produttività si possa eliminare tale debito pubblico è una minchiata grande quando un grattacielo. Pagare un debito pubblico così elevato, per un Paese che, per giunta, è privo di sovranità monetaria è impossibile. L’ottimismo economico messo in giro dal Governo Draghi serve solo a gettare fumo negli occhi degli italiani. Le prospettive, per l’Italia – lo ribadiamo – è il completamento della colonizzazione iniziata nei primi anni ’90. Il Nord è ormai in parte la periferia della Mitteleuropa. Le risorse che ha drenato e che continuerà a drenare al Sud e alla Sicilia gli serviranno per ‘campicchiare’ qualche altro anno. Ma il destino del Nord è segnato: la Ue liberista gli farà fare la fine che l’Inghilterra e il Piemonte fecero fare al Regno delle Due Sicilie.
La Sicilia dà finalmente segni di rinascita. Il fermento di tanti Movimenti e di tante Associazioni autonomiste, sicilianiste, indipendentiste e socialiste lasciano ben sperare
Non sappiamo come reagiranno il Sud e la Sicilia. Certo, nel Sud il papocchio combinato dal Movimento 24 Agosto in Calabria non aiuta. E non siamo nelle condizioni di capire se questo Movimento riuscirà a liberarsi di chi ne ha ostacolato lo sbocco elettorale. In Sicilia va un po’ meglio. Ci sono movimenti d’ispirazione autonomista, sicilianista, indipendentista e anche socialista che sono già realtà. Pensiamo a Siciliani Liberi, Identità Siciliana, Gran Sicilia, i LIBERAL SOCIALISTI di Agostino Cascio e altri soggetti che vanno nascendo e che si vanno aggregando. Sabato scorso, a Pergusa, si sono riuniti gli esponenti di altri Movimenti che si battono per liberare la Sicilia. Venerdì prossimo, presso uno studio notarile, i protagonisti dell’incontro di Sabato scorso a Pergusa dovrebbero dare vita a un nuovo soggetto politico. Ci dicono che il mondo imprenditoriale siciliano comincia a guardare con interesse al di fuori dei vecchi partiti politici tradizionali, che ormai in Sicilia portano solo penalizzazioni e sventure. Tra questi si sono Movimenti e Associazioni di agricoltori. La nostra speranza è che tutti questi Movimenti autonomisti, sicilianisti e indipendentisti convergano su un unico candidato alla presidenza della Regione alle elezioni siciliane del prossimo anno. Sarebbe auspicabile, anche, un’unica lista per provare a superare lo sbarramento. Vedremo cosa ci dirà il futuro.
Foto tratta da Energia Oltre
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