Oltre 10.400 siciliani hanno abbandonato per sempre la propria terra. Così l’Isola continua nel suo trend che va verso lo spopolamento. Anche l’anno 2020, nonostante il Covid, è stato segnato dall’emigrazione. In tanti hanno lasciato la Sicilia iscrivendosi all’anagrafe dei residenti all’estero. Al momento sono 800 mila gli abitanti che vivono fuori dall’Italia.
Sono i numeri del rapporto “Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes secondo cui l’Isola è la prima regione italiana per residenti all’estero, che si aggiungono alla migrazione interna, in una regione che, tra il saldo migratorio e quello naturale tra nascite e decessi, negli ultimi dieci anni ha perso circa 220mila residenti. A soffrire non solo le grandi aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina ma anche i piccoli comuni che adesso rischiano lo spopolamento.
Come riporta Repubblica, ciò che allarma gli esperti è che nemmeno la pandemia ha fermato l’esodo: «Nel 2019 sono partiti 12mila siciliani, 1.600 in meno del 2020, ma le restrizioni non hanno fatto desistere chi cerca fortuna e lavoro all’estero — osserva Delfina Licata, della Fondazione Migrantes — è solo cambiato l’identikit: prima del Covid partivano anche interi nuclei familiari e anziani che si ricongiungevano con familiari. Adesso uomini non sposati fra i 18 e i 35 anni e in alcuni casi giovani coppie». Il rischio è che molte piccole comunità possano sparire per sempre. Negli ultimi dieci anni la popolazione della Sicilia è diminuita di quasi 220mila persone scendendo sotto la soglia di cinque milioni: oggi è di circa 4 milioni 840mila.