- Siccome i candidati sono una decina è giusto accontentare quattro candidati
- Così si libererebbero le periferie, mentre Sferracavallo, Mondello e Romagnolo diventerebbero repubbliche marinare
Siccome i candidati sono una decina è giusto accontentare quattro candidati
Palermo e il nuovo sindaco da eleggere: quattro o cinque candidati nel centrodestra, quattro o cinque candidati nel centrosinistra, più l’europarlamentare eletta in Sicilia Francesca Donato, anche lei candidata per la guida del Comune del capoluogo della Sicilia. Chi scrive programmi di qua, chi si propone di là. Visto he i candidati sono tanti e il posto è solo uno, noi avanziamo una proposta: eleggere quattro sindaci al posto di uno. Sì, quattro sindaci, come i mandamenti del Centro storico di Palermo. Chi arriverà primo avrà diritto di scegliere il mandamento che amministrerà, poi toccherà la scelta al secondo, poi il terzo e infine il quarto sindaco si penderà il mandamento che i primi tre non hanno scelto. Facciamo un esempio: ammettiamo che il primo classificato sia Roberto Lagalla, che potrebbe scegliere di amministrare il mandamento di Castellammare detto anche Loggia; il sindaco di questo mandamento si potrà avvalere della protezione di Sant’Oliva (che non è da sottovalutare) e potrebbe dedicarsi alla rinascita della Vucciria. Mettiamo che al secondo posto si classifichi Francesco Cascio che, sicuramente, sceglierà il mandamento di Palazzo Reale, visto che è stato anche presidente del Parlamento siciliano; insomma, si occuperà dell’Albergheria e potrà contare sulla protezione di Santa Cristina; il terzo classificato lo diamo a un esponente del centrosinistra, magari ad Antonello Cracolici, visto che il prossimo anno saluterà l’Assemblea regionale siciliana; per Cracolici noi pensiamo al mandamento Tribunali, praticamente la Kalsa, dove potrà respirare aria di mare all’ombra di Sant’Agata che, da Catania, ogni tanto gli darà un’occhiata. Al quarto posto, non vi seccate, noi ci mettiamo la citata Francesca Donato, anche per dare spazio alle donne; la Donato che si prenderà in cura il mandamento di Monte di Pietà o Seralcadio con tanto di protezione di Santa Ninfa. E Santa Rosaria? Resta la patrona con tutto il Festino.
Così si libererebbero le periferie, mentre Sferracavallo, Mondello e Romagnolo diventerebbero repubbliche marinare
E le periferie? E Mondello? E Sferracavallo? Libertà assoluta! Pensiamo alla repubblica dello ZEN che si amministra da sé: e sarebbe la prima volta che questo quartiere di Palermo verrebbe amministrato, se è vero che non gliene mai fregato niente a nessuno; Mondello, Sferravacallo e Romagnolo potrebbero diventare tre repubbliche marinare; villaggio Santa Rosaria una Contea; Falsomiele tornerebbe a coltivare canna da zucchero; il Policlinico e il Civico resterebbero baronie con la gestione degli attuali baroni; il castello Utveggio potrebbe diventare sede di un bordello a 5 stelle per sfatare finalmente il mito di essere poco frequentato: siamo infatti certi che diventerebbe uno dei luoghi più ambiti della città. Molti di voi sono giovani e non ricorderanno che il Piano particolareggiato di fine anni ’80 del secolo passato prevedeva la ‘riemersione’ dei due fiumi che attraversavano la città antica: il Kemonia e il Papireto. Ecco, si potrebbe pensare di fare riemergere questi due fiumi, grazie alle piogge che oggi non mancano, utilizzando anche gli scavi del Passante ferroviario (che finalmente servirebbero a qualcosa) e istituire un servizio gondole, tipo Venezia, facendolo gestire all’Amat, che oltre ai bus e al Tram gestirebbe anche il trasporto fluviale; quando piove le gondole potrebbero svolgere il servizio nei sottopassaggi della Circonvallazione. Abbiamo anche una soluzione per Partanna Mondello: rialzare le abitazioni, comprese le ville e le ‘villazze’, su palafitte alte almeno due metri, per poter dire finalmente alle piogge: e pi ‘sta vota…
Foto tratta da Il Gazzettino di Sicilia
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