La verità sulla pandemia, che oggi la scienza non riesce a raccontare con razionalità e verità, forse perché troppo condizionata dalle multinazionali farmaceutiche la racconta, invece, l’economia legata alla terra, ovvero l’agricoltura. In questo caso, a parte qualche margine di errore, i duri fatti che premono dal basso si materializzano con la forza dei numeri che non possono essere smentiti. E cosa racconta in questo fine settimana l’agricoltura mondiale? La notizia più importante è che c’è una ripresa dei casi Covid in tutto il mondo cosiddetto industrializzato: cosa, questa, che non potrà non avere effetti sui mercati. Con un elemento che abbiamo notato nei giorni scorsi: nel Continente africano, dove il tasso di vaccinazione anti-Covid è bassissimo, la pandemia è quasi assente; nell’Occidente industrializzato, dove la vaccinazione anti-Covid è ai massimi livelli si registra una ripresa generale dei casi di Covid, con variazioni che cambiano a seconda delle temperature (dove fa più freddo la ripresa del Covid è più accentuata) e di altri fattori non sempre chiari. La seconda notizia è che l’aumento del costo dell’energia si fa sentire nei campi e nelle industrie di trasformazione: essiccare i raccolti con l’ausilio dell’energia ha un costo maggiore e gli agricoltori, se le condizioni meteorologiche lo consentono, ritardano la raccolta per ottenere un essiccamento naturale, risparmiando così sui costi; diverso il discorso per le industrie – per esempio per chi produce pasta industriale e altri derivati del grano – che subiscono l’aumento dei costi che dovrebbe essere trasferito sui prodotti finiti aumentando l’inflazione. La terza notizia della settimana che si è conclusa, già nota, è la preoccupazione crescente per l’aumento del costo dei fertilizzanti. Aumento casi Covid, aumento del prezzo dell’energia e aumento del prezzo dei fertilizzanti potrebbero condizionare pesantemente i mercati agricoli nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Se il Sabato facciamo il punto della situazione con Mario Pagliaro, la Domenica non possiamo fare a meno di dare un’occhiata alle considerazioni di Sandro Puglisi, il protagonista della pagina Facebook Amici del “Grano duro di Sicilia”. Secondo il quale la stima la produzione mondiale di cereali, in questo momento, è pari a 2,793 miliardi di tonnellate contro i 2,8 miliardi stimati il mese scorso. Il mercato rimane squilibrato, con una domanda che supera l’offerta e, di conseguenza, con una tendenza al rialzo dei prezzi. Anche se la tendenza rialzista, nella settimana che si è conclusa, non si è manifestata in tutti i mercati del mondo. In ogni caso, anche alla luce della diminuzione delle scorte, se il prossimo anno si dovessero manifestare, come quest’anno, effetti negativi provocati dai cambiamenti climatici, lo scenario mondiale si potrebbe ulteriormente complicare. Non c’è nemmeno bisogno di ricordare gli effetti negativi provocati quest’anno dalla siccità nella produzione di grano in Canada, negli Stati Uniti, in Russia e anche in Iran. Quindi le inondazioni che lo scorso Luglio hanno colpito l’Europa centrale, Francia e Germania in primo luogo. Gli scambi nel 2021/22 sono aumentati, con l’Iran che ha aumentato le importazioni di grano. Un’altra notizia degna di nota è che la Russia, nonostante la siccità e nonostante la riduzione delle esportazioni, dovrebbe rimanere il più grande esportatore di grano del mondo. Ciò posto, in Russia permane la preoccupazione per la siccità e si temono problemi per le semine autunnali. Le stesse preoccupazioni di registrano anche in Ucraina.
Abbiamo già accennato al fatto che la tendenza rialzista non si è manifestata in tutti i mercati del mondo: in questi ultimi giorni, ad esempio, tutti i mercati agricoli americani si sono mossi al ribasso. I prezzi del grano sono diminuiti – leggiamo su SWB – a causa della ricaduta della debolezza del mais e della soia, oltre a un rafforzamento del dollaro USA, che ha applicato ulteriori venti contrari. I commercianti, nel frattempo, hanno iniziato a raddrizzare le loro posizioni in vista del prossimo rapporto World Agricultural Supply and Demand Estimates (WASDE), in uscita martedì prossimo”. Nella settimana che si è conclusa si registra una richiesta di grano da parte del Messico, mentre la Cina non sembra interessata agli acquisti. Una notizia degna di nota è che l’India potrebbe esportare quest’anno 5 milioni di tonnellate di grano. Quando qualche settimana fa abbiamo ipotizzato l’acquisto di grano indiano da parte dell’Italia non stavamo scherzando. “Dal Sudamerica – leggiamo sempre su SWB – le piogge benefiche consentono alla Borsa di Buenos Aires di mostrare il proprio ottimismo sul prossimo raccolto di grano stimato in 19,8 milioni di tonnellate, quello di mais a 55 milioni e quello di soia a 44 milioni. Sul mercato europeo, il grano ha resistito forte di una forte domanda globale, ma scambiato senza un chiaro andamento, prima di raccogliere qualche frazione di guadagni alla fine della sessione. In dollari, tuttavia, il mercato conserva un potenziale di rialzo sulla base dei prezzi storici”.
Sempre su SWB leggiamo che in Cina ci sarebbe una carenza di alcuni prodotti alimentari. Il Governo cinese ha fatto sapere la produzione di ortaggi in Cina è “fondamentalmente normale”, non mancano le scorte di grano per almeno un anno e mezzo, però leggiamo che i cinesi si sarebbero affrettati a fare scorta di verdure e cereali questa settimana “dopo che il ministero del Commercio ha esortato i residenti ad assicurarsi di avere abbastanza necessità quotidiane a casa in caso di emergenza”. In un Paese con economia in crescita come la Cina questa notizia è piuttosto singolare, a meno che non riguardi le aree povere di questo Paese. Dalla Cina all’Australia, dove a preoccupare sono piogge (certo che il clima del mondo è veramente impazzito!). “Gli acquazzoni previsti in alcune parti della SA durante il fine settimana – leggiamo su SWB – rallenterà di nuovo le cose. Poiché la pioggia ha iniziato a cadere lungo la costa orientale, la qualità è ora preoccupante e si è riflessa ieri nel mercato del grano. Una gran parte del raccolto attraverso il NSW settentrionale è quasi aumentata ora e, con più umidità in arrivo, potrebbe essere ferma per una buona settimana.
Foto tratta da Great Italiano Food Trade