Quanto durerà ancora il Governo dei “Migliori” di Mario Draghi? A nostro modesto avviso, poco, a meno che non trovi subito i soldi per consentire agli autotrasportatori italiani di lavorare. E di soldi ce ne vogliono tanti tantissimi, perché in Italia, grazie alle scelte demenziali di una politica che ha favorito l’industria automobilistica a spese dei treni e dei trasporti via mare, quasi tutte le merci viaggiano sui mezzi gommati. Ebbene, con l’aumento del prezzo dei carburanti gli autotrasportatori non possono più andare avanti. In Sicilia la situazione è anche peggiore, perché di mezzo c’è l’attraversamento dello Stretto di Messina, con le tariffe aumentate. Ci vogliono tanti soldi per aiutare gli autotrasportatori: e questi soldi li deve trovare il Governo Draghi. Come? A nostro modesto avviso, con la Moneta di Stato, perché non si possono pagare gli aumenti del carburante agli autotrasportatori aumentando ulteriormente il debito pubblico italiano con gli ‘strozzini’ dell’Unione europea dell’euro. E il Governo Draghi i soldi li deve trovare subito, perché è già iniziato lo sciopero degli autotrasportatori in Sicilia.
Insomma, se lo sciopero contro il Green pass è stato bloccato dal Governo Draghi, non è detto che funzionerà con gli autotrasportatori. Anche perché quella degli autotrasportatori è un questione di sopravvivenza. Non sappiamo quale sia la situazione in Italia, ma in Sicilia sta per scoppiare un bel ‘casino’. Sulla situazione in Sicilia interviene il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, con una dichiarazione dai toni per metà tragicomici e per metà ‘crepuscolari’: “Siamo consapevoli delle grandi difficoltà che stanno vivendo gli autotrasportatori siciliani. Il Governo regionale si farà carico di portare le loro richieste all’attenzione di Roma per trovare soluzioni nell’immediato e nel lungo termine. Ma serve anche un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha intenzione di avviare una protesta dura: l’annunciato blocco penalizzerebbe oltremodo tutta l’economia dell’Isola, già provata dalla pandemia. Una soluzione estrema che rischia di peggiorare le cose. Siamo disponibili a dialogare con le imprese dell’autotrasporto – aggiunge Musumeci – su quali siano gli interventi urgenti e più utili da mettere in campo. L’aumento del costo dei carburanti e delle tariffe di traghettamento nello Stretto indubbiamente penalizza le imprese siciliane, così come le infrastrutture statali non adeguate agli standard del resto d’Italia. Una condizione, quest’ultima, su cui il Governo regionale si batte con grande forza sin dal suo insediamento. Al pari, una revisione della normativa che disciplina il lavoro nel settore è auspicabile. La Regione farà quanto di sua competenza per intervenire a sostegno della categoria, facendosi anche interlocutore con l’esecutivo centrale. Proprio per questo in giornata l’assessore regionale alla Mobilità Marco Falcone ascolterà le istanze della categoria. Ma non possiamo condividere azioni che, seppure comprensibili negli intenti, rischiano di danneggiare l’Isola. La strada da percorrere è quella del buon senso”.
Presidente Musumeci, ci faccia capire: che significa “La strada da percorrere è quella del buon senso”? Che gli autotrasportatori debbono continuare a lavorare pagando una barca di soldi e lavorando sostanzialmente in perdita? Ma lei dice vero o scherza? La verità è che, piano piano, vanno emergendo le contraddizioni di un Governo nazionale inadeguato, che sta provando a nascondere sotto il tappeto una crisi economica che sta diventando strutturale. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo nel quale abbiamo illustrato, con i numeri alla mano, che il Governo Draghi sta nascondendo l’inflazione ormai galoppante, se è vero che ad aumentare non sono solo i pezzi dei carburanti ma anche altri prodotti e alcuni servizi:
– tariffe pubbliche +9.5%4
– tar. regolate +19%
– Riso+cereali +43%
– Carni +6%
– Latte Uova Formaggi +10.2%
– Oli +21%
– Vini +10%
– Voli EU +41.7%
– Gas naturale+37.1%
– elettricità tutela+37%
– voli intercont.+23%
– pomodori+17.9%
– trasporto marittimo+16%
Riuscirà il Governo regionale a bloccare lo sciopero degli autotrasportatori? Sempre a nostro modesto avviso, per qualche giorno sì. Ma dovrà fornire non chiacchiere, ma soluzioni concrete. Anche perché gli autotrasportatori non sono, come si usa dire in Sicilia, di mussu duci (legge muso dolce, che significa gente che può essere presa per i fondelli). Ricordiamo che gli autotrasportatori sono stati tra i protagonisti della Rivolta dei Forconi siciliani nel Gennaio del 2012. Ribadiamo: con gli autotrasportatori ci vogliono i fatti. Vedremo come finirà. In ogni caso, l’annunciato sciopero degli autotrasportatori – che potrebbe coinvolgere tutta l’Italia – è solo l’inizio di una stagione economica complicata, perché nel silenzio generale il potere d’acquisto delle famiglie italiane si è già ridotto. In pratica, quando l’inflazione galoppa è come se venissero ridotte le retribuzioni, perché i beni e i servizi costano di più. Bisognerà capire quando gli italiani capiranno cosa sta succedendo, perché se aspettano che glielo spieghino i sindacati tradizionali…
P.s. 1
Ah, scusate, ce ne stavamo dimenticando: ecco cosa diceva nel 2017 Mario Draghi a proposito dell’inflazione:
Draghi ottimista: l’inflazione tornerà ai livelli che vogliamo
Vabbé però allora non c’era la pandemia…
P.s. 2
Avete notizie dei Forconi siciliani? Se sì avvertiteci
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