Spesso noi siciliani e, in generale, i meridionali, siamo portati a chiamare in causa gli altri per spiegare le ragioni delle difficoltà economiche della Sicilia e del Sud. In alcuni casi abbiamo ragione da vendere: quando – numeri alla mano – affermiamo che le Regioni del Nord Italia hanno scippato dal 2000 al 2017 ben 840 miliardi di euro alle Regioni del Sud e alla Sicilia, ebbene, questo è un dato assodato, perché citiamo numeri ufficiali dell’Eurispes. Quando scriviamo che il Governo di Mario Draghi sta privilegiando il Nord a scapito di Sud e Sicilia nell’assegnazione dei fondi del Recovery (il riferimento è al PNRR), diamo una notizia che è nota dallo scorso Luglio. Quando raccontiamo dello scippo di una parte delle risorse del FEASR al Sud e alla Sicilia da parte delle Regioni del Nord grazie al Ministro grillino e nordista, Stefano Patuanelli, raccontiamo una verità nota. Però ci sono altre vicende dove i meridionali e i siciliani finiscono con l’essere i peggiori nemici di se stessi. Una di queste storie – in questo caso parliamo della Sicilia – dove a sbagliare sono i siciliani riguarda i rapporti tra la Grande distribuzione organizzata (Gdo) e gli agricoltori della nostra Isola che producono clementine. Vediamo di che cosa si tratta.
La storia la racconta ITALIA FRUIT NEWS in un articolo dal titolo emblematico: «Clementine, come farsi del male da soli». Cosa è successo? La storia, per filo e per segno, la potete leggere qui. Noi la sintetizziamo. Alcuni produttori di clementine della Sicilia, dopo vari incontri con i rappresentanti della Gdo, trovano l’accordo sul prezzo di vendita delle clementine. Tutto sembra a posto. Dopo qualche giorno, la sorpresa: altri produttori di clementine della Sicilia hanno offerto alla Gdo clementine ad un prezzo più basso. A questo punto, ovviamente, va in scena il patatrac: i rappresentanti della Gdo che hanno siglato un accordo con il gruppo di agricoltori che producono clementine contattano gli stessi agricoltori e gli dicono: “Il prezzo che abbiamo pattuito non va più bene. Ci sono altri produttori siciliani di clementine che vengono a un prezzo più basso. Ovviamente noi non possiamo più acquistare da voi al prezzo che abbiamo inizialmente pattuito. Dobbiamo ridurlo”. Come si può notare, la Gdo, in questo caso, non c’entra proprio niente: sono stati gli stessi agricoltori siciliani che producono clementine che, presentandosi in ordine sparso, hanno danneggiato se stessi. Se invece di presentarsi in ordine sparso, avessero fatto quello che fanno i produttori di mele del Trentino, tutti avrebbero guadagnato di più. Invece i produttori di clementine della Sicilia sono riusciti a farsi male da soli.
“In Sicilia ogni uomo è un’isola”, diceva Luigi Pirandello. Aveva ragione. Riunire le ‘teste’ dei siciliani, soprattutto quando ci sono di mezzo ragioni economiche, è difficile. E dire che nella nostra Isola non mancano le cooperative, che tutto sommato funzionano. Così come non mancano i Consorzi di secondo grado, cioè i Consorzi di cooperative. Però, permane, soprattutto nel mondo dell’agricoltura, una sorta di ‘solipsismo’ economico, le cui ragioni non è facile rintracciare. Abbiamo citato Pirandello; ma si potrebbe citare anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria, ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla”. Arrendersi al sentimento verghiano dei ‘vinti’? Mai! A proposito del grano – restando sempre al mondo dell’agricoltura – in un’intervista Mario Pagliaro, chimico del Cnr e appassionato di agricoltura, ci ha detto. “… i maggiori produttori dovrebbero consorziarsi come hanno fatto i produttori di mele in Trentino, per evitare che alcuni, spinti dal bisogno, possano vendere ad un prezzo più basso di quello che potrebbero conseguire uniti…”. Ed è proprio quello che si deve cercare di fare in Sicilia. dovrebbe essere questo il compito della politica e del movimento cooperativo.
Foto tratta da Piccola Bottega Siciliana