Cambiamenti climatici 1/ Per tutelare la Sicilia servono almeno 30 mila operai forestali

2 novembre 2021
  • Servono almeno 30 mila forestali sia per ridurre drasticamente e, possibilmente, eliminare gli incendi, sia per regimare i corsi d’acqua, sia per tutelare i centri abitati
  • Perché non bisogna perdere nemmeno un giorno: il caso di Partanna Modello e di Mondello a Palermo
  • Bisogna intervenire ora, senza perdere altro tempo. Va istituito subito il Servizio Meteorologico regionale del quale parla da anni lo scienziato Mario Pagliaro

Servono almeno 30 mila forestali sia per ridurre drasticamente e, possibilmente, eliminare gli incendi, sia per regimare i corsi d’acqua, sia per tutelare i centri abitati

I quasi 80 mila ettari di boschi siciliani andati in fumo la scorsa Estate e l’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi la parte orientale della nostra Isola – Catania, ma anche Siracusa – servirà come lezione alla politica regionale e, in particolare, al Governo di Nello Musumeci? noi scriviamo questo articolo a futura memoria. Lo conserveremo per rispolverarlo se ce ne sarà bisogno. Noi ci auguriamo di no, perché i consigli che ci permettiamo di fornire al Governo regionale e ai Comuni sono dettati dal buonsenso. Cominciamo dalla Regione. Per provare a salvaguardare i boschi della Sicilia, considerato che la nostra è una regione a prevalenza di ambienti montani e collinari, servono non meno di 30 mila operai forestali. Che debbono lavorare, a turno, assicurando un servizio H 24 per 365 giorni all’anno. Con i cambiamenti climatici non si scherza, anche perché non sappiamo quello che ci aspetta nel futuro. Quando parliamo di futuro non ci riferiamo ai prossimi anni, ma alle prossime settimane e ai prossimi mesi. Ricordiamo che i cambiamenti climatici, o meglio, gli effetti provocati dai cambiamenti climatici dipendono dal Sole. Quest’anno – fino ad ora – ci sono stati problemi a Luglio e ad Agosto con gli incendi e in Autunno per le alluvioni. Ma non è detto che altri problemi non possano accadere nelle prossime settimane o nei prossimi mesi.

Perché non bisogna perdere nemmeno un giorno: il caso di Partanna Modello e di Mondello a Palermo

Cosa vogliamo dire? Che bisogna fare presto. Soprattutto nei centri abitati – città piccole e grandi – dove ci sono problemi di dissesto idrogeologico. Citiamo solo un esempio per fare chiarezza: Partanna Mondello e Mondello a Palermo. Si tratta di due aree molo problematiche. Partanna Mondello si allaga ad ogni pioggia di media forza. Non osiamo immaginare che cosa succederebbe se il temporale che nei giorni scorsi ha colpito Catania dovesse colpire Partanna Modello. E’ inutile girare la testa dall’altra parte pensando che tanto questo non avverrà: ce lo auguriamo tutti che non avvenga, ma sarebbe un tragico errore non mettere nel conto tale evento, provando a creare le condizioni per ridurre al minimo gli eventuali danni alle cose e alle persone. Un po’ meno problematico – ma non meno importante – lo scenario di Mondello-Valdesi, dove il cemento è cresciuto a dismisura. Mondello era una palude. E’ una zona che è stata bonificata nei primi del ‘900, ma conserva ancora elementi di problematicità, specie dopo che il cemento a iosa ha reso sempre più impermeabile il suolo. Anche in questo caso servono interventi preventivi. E lo stesso discorso vale per tanti altri Comuni della Sicilia.

Bisogna intervenire ora, senza perdere altro tempo. Va istituito subito il servizio Meteorologico regionale del quale parla da anni lo scienziato Mario Pagliaro

Sappiamo che per la politica siciliana è un grande ‘sacrificio’ occuparsi concretamente della tutela del territorio a un anno dalle elezioni regionali, quando è molto più facile gestire appalti per Tram, parcheggi e ‘operazioni appaltizie’ varie. Ma per fronteggiare gli effetti dei  cambiamenti climatici serve la presenza degli operai forestali, giorno e notte, nelle aree verdi della Sicilia tutto l’anno, soprattutto da Aprile a Novembre, per ridurre drasticamente e, se possibile, evitare i danni da incendi. Servono interventi in tutti i corsi d’acqua della Sicilia, quanto meno per limitare i danni in caso di piogge intense, soprattutto ai terreni agricoli. Servono interventi di sistemazione idraulico-forestale là dove è necessario. Ci sono tante aree franose che possono essere stabilizzate piantando alberi. Servono interventi nelle città di concerto con le amministrazioni comunali all’insegna della sicurezza. In Sicilia ci sono quattro poli universitari. Ci sono facoltà di Ingegneria e di Agraria che possono dare un supporto concreto, in termini di formazione e di progettazione, ai 30 mila operai forestali che sono diventati un’impellente necessità. Va istituito subito il servizio Meteorologico regionale del quale parla danni lo scienziato Mario Pagliaro. Questa è la nostra proposta. Questo è un investimento che potrebbe essere finanziato ogni anno con i fondi europei. Se nelle settimane successive o nei mesi successivi dovessero ripetersi in Sicilia altri eventi estremi, con danni alle cose e alle persone senza che si sia intervenuti preventivamente, ebbene, che non si dica che l’eventuale evento era del tutto inaspettato e imprevedibile. Lo scriviamo oggi a futura memoria.

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