La deforestazione colpisce anche l’Italia dove quasi 170mila ettari di bosco sono andati a fuoco dall’inizio dell’anno per effetto dei cambiamenti climatici con il caldo e la siccità che hanno favorito l’azione dei piromani. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento all’accordo per porre fine alla deforestazione entro il 2030 nell’ambito della Cop 26, sulla base dei dati dell’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione europea. “L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – sottolinea la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità che mette a rischio soprattutto i boschi creando le condizioni per il divampare di roghi”.
Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché è mancata l’opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili. Secondo l’associazione di categoria siamo di fronte all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. E’ praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia la superficie coperta da boschi che oggi interessa 11 milioni di ettari, ma sono “alla mercé dei piromani – sottolinea la Coldiretti – la maggioranza dei boschi italiani che, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirli”.
Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni, secondo Coldiretti, affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Un’opportunità può arrivare dall’aumento del prelievo del legname dai boschi con lo sviluppo di filiere se si considera che l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento. L’industria italiana del legno è la prima in Europa, ma con legname che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato.