Sul Titanic

I cambiamenti climatici – siccità crisi del grano alluvioni – non hanno nulla a che vedere con l’inquinamento/ SERALE

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  • L’inquinamento dell’ambiente va combattuto. Ma non ha nulla a che spartire con i cambiamenti climatici. Se il G20 è stato convocato a Roma per affrontare il problema dei cambiamenti climatici è stato solo una solenne perdita di tempo
  • In realtà il G20 è un appuntamento squallido dove alcuni Paesi cercano di imporre ad altri Paesi restrizioni per limitarne la capacità produttiva. Ridurre le emissioni e poi costringere milioni di persone a mangiare derivati del grano al glifosato e alle micotossine è pura ipocrisia 
  • I cambiamenti climatici in corso non sono una novità nel mondo. Si stanno ripresentando e non saranno certo le passerelle del G20 a fermarli
  • In realtà, alla politica mondiale e locale non gliene frega niente dell’inquinamento e non gliene frega niente dei cambiamenti climatici 

L’inquinamento dell’ambiente va combattuto. Ma non ha nulla a che spartire con i cambiamenti climatici. Se il G20 è stato convocato a Roma per affrontare il problema dei cambiamenti climatici è stato solo una solenne perdita di tempo

“È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’altra cosa… Il riscaldamento globale dipende dal motore meteorologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende invece da fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico”. Così parla il fisico Antonino Zichichi, grande divulgatore scientifico. uomo di scienza capace di spiegare concetti complessi con parole semplici. Va precisato che Zichichi non è il solo scienziato a sottolineare che è “scientificamente non realistico attribuire all’uomo la responsabilità del riscaldamento osservato dal secolo passato ad oggi“. La domanda a questo punto è: che cosa sono venuti a fare a Roma i capi di Stato dei Paesi di mezzo mondo? Se sono venuti a parlare della pandemia e dell’economia, bene. Il problema – stando a quello che si legge sui giornali e stando a quello che racconta la televisione – è che questi signori si sono riuniti a Roma e continuano riunirsi a Glasgow per parlare anche del clima, come se l’attività solare dipendesse da loro!

In realtà il G20 è un appuntamento squallido dove alcuni Paesi cercano di imporre ad altri Paesi restrizioni per limitarne la capacità produttiva. Ridurre le emissioni e poi costringere milioni di persone a mangiare derivati del grano al glifosato e alle micotossine è pura ipocrisia 

Possibile che i capi di tanti Paesi del modo siano così ‘digiuni’ di scienza? Certo, con quello che stiamo vedendo con la pandemia, tutto è possibile. Ma arrivare fino a questo punto è inverosimile. E allora? E allora la spiegazione non può che essere una: alcuni Paesi, con la scusa delle emissioni nell’atmosfera che alterano il clima, vorrebbero costringere altri Paesi a non utilizzare certi fattori della produzione per indebolirli economicamente. Insomma, per dirla tutta, a questi signori che si riuniscono nel nome del clima, dei cambiamenti climatici non gliene può fregare di meno, anche perché non sono così ‘digiuni’ di scienza da non sapere quello che dicono il professore Zichichi e altri eminenti scienziati di mezzo mondo: e cioè che le attività antropiche – cioè le attività dell’uomo – possono influire sul clima del Pianeta Terra per il 5%. Le sceneggiate del G20 sul clima – a Roma come a Glasgow – servono solo a gettare fumo negli occhi. In pratica, il gioco funziona così: i Paesi che vogliono fregare altri Paesi si riuniscono e decidono che bisogna ridurre le emissioni nell’atmosfera. Prima lo si faceva nel nome dell’inquinamento del mondo; siccome l’inquinamento ormai è un dato di fatto hanno messo in mezzo il clima. Solo che i leader dei Paesi che dovrebbero ridurre le emissioni – di fatto riducendo la capacità economica – come diciamo noi in Sicilia, sinni futtino e, come stanno facendo a Glasgow, disertano questi appuntamenti. Del resto, imporre la riduzione delle emissioni di inquinanti nell’atmosfera e poi costringere milioni di persone a mangiare derivati del grano al glifosato e alle micotossine è pura ipocrisia.

I cambiamenti climatici in corso non sono una novità nel mondo. Si stanno ripresentando e non saranno certo le passerelle del G20 a fermarli

Il problema, però, è che la siccità c’è per davvero e ha ridotto la produzione di grano in Canada, negli Stati Uniti e in Russia (e quindi nel mondo, visto che si tratta dei più importanti Paesi produttori di grano nel mondo). Ma questa siccità, questi cambiamenti climatici non dipendono dall’inquinamento dell’ambiente; così come non dipende dall’inquinamento dell’ambiente il caldo asfissiante che ormai ogni anno colpisce mezzo mondo, compresa l’area mediterranea: quando si sono mai viste in Sicilia temperature oscillanti fra 36 gradi e 42 gradi per due mesi di fila, Luglio e Agosto? E quando si sono mai visti in Sicilia temporali micidiali come quelli che hanno colpito nei giorni scorsi la parte orientale della nostra Isola, con particolare riferimento al Catanese e al Siracusano? Proprio stamattina abbiamo pubblicato un articolo dove si parla anche dei cambiamenti climatici. E’ un’intervista, realizzata da Byoblu, a un saggista – Massimiliano Caranzano – che si occupa di scienza e storia della scienza. In questo articolo si racconta che i cambiamenti climatici, sulla Terra, non sono una novità e che si presentano ciclicamente. Ed è molto probabile che si stiano ripresentando: e non saranno certo i G20 di Roma o di Glasgow a fermarli. Semmai i Paesi, invece di perdere tempo con queste riunioni inutili, dovrebbero cercare di capire cosa fare per mitigare gli effetti di questi tremendi cambiamenti climatici, ma dubitiamo che lo faranno.

In realtà, alla politica mondiale e locale non gliene frega niente dell’inquinamento e non gliene frega niente dei cambiamenti climatici 

In Canada, quest’anno, c’è stata un’escursione termica di 100 gradi centigradi circa: meno 50 gradi nella stagione fredda e più 50 gradi nella stagione estiva. In Sicilia abbiamo avuto due mesi estivi con temperature e 40 gradi con circa 80 mila ettari di boschi inceneriti. Poi è arrivato l’Autunno con le piogge che hanno devastato la città di Catania, in parte Siracusa, provocando danni incalcolabili all’agricoltura e all’ambiente. Le persone di buon senso dovrebbero preoccuparsi. Ma non vediamo tutta questa grande preoccupazione. Se andate sulla rete leggerete ancora di persone che pensano che i cambiamenti climatici si combattono eliminando l’inquinamento. Per carità: l’inquinamento dell’ambiente va combattuto, ma non per far cambiare il clima, che dipende da fattori che l’uomo non controlla. Così assistiamo al nulla. I potenti della Terra si riuniscono a Roma e a Glasgow per fare scena, cercando di fregare alcuni Paesi per favorirne altri. In Sicilia non c’è alcuna preoccupazione su quello che potrebbe succedere con i cambiamenti climatici. La politica siciliana ha già archiviato i circa 80 mila ettari di boschi bruciati e se si deve occupare di Catania, di Siracusa e dei danni in agricoltura è perché non ne possono fare a meno. Ne riparleremo ai prossimi incendi e alle prossime alluvioni…

Foto tratta da Ok 12 Giornale 

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