Da qualche giorno la pubblicità ‘intelligente’ che ci invita a vendere on line i capi di abbigliamento si è arricchita di una novità: oltre a mettere in vendita le giacche e le camicie, ci invitano a vendere gli oggetti della casa: piatti, bicchieri, vasi, posate e tutto quello “che non usiamo più”. Secondo voi è normale quello che sta succedendo? Ma cos’è diventata l’Italia? Stamattina abbiamo cercato di lanciare l’allarme sull’inflazione: se diamo un’occhiata agli aumenti dei prezzi di alcuni prodotti di ogni giorno:
– Riso+cereali +43%
– Carni +6%
– Latte Uova Formaggi +10.2%
– Oli +21%
– Vini +10%
– Voli EU +41.7%
– Gas naturale+37.1%
– elettricità tutela+37%
– voli intercont.+23%
– Benzina+18%
– pomodori+17.9%
ebbene, non ce n’è uno che abbia subito un aumento di prezzo inferiore al 10%.
Eppure ci dicono che l’inflazione, in Italia, è al 2%! Stiamo diventando tutti più poveri, però le persone non lo debbono sapere. Nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato l’Italia era un Paese dove l’eleganza nel vestire primeggiava nel mondo: non a caso c’erano gli stilisti più famosi della Terra. Dove sono i capi di abbigliamento di quegli anni? Dov’è finita l’eleganza nel vestire? A Palermo, ad esempio, per vedere un po’ di stile nel vestire bisogne entrare al Tribunale: poi – tranne casi rari – c’è il diluvio… Ed è in questo scenario di impoverimento – il vestiario scadente non è certo un segno di ricchezza – che si inserisce la pubblicità, quasi martellante, che ci invita a mettere in vendita on line i vestiti “che non indossiamo più”. Non contenti di questo, adesso ci invitano a vendere on line anche gli oggetti di casa.
Colpisce questa pubblicità per il messaggio che trasmette: ragazzi che vanno in giro per la casa a cercare magliette, camicie, giacche, giubbotti e via continuando per venderli. Adesso si va un passo avanti: è ora di vendere anche gli oggetti di casa. E questo sarebbe un messaggio valido per le giovani generazioni? Qualcuno potrebbe obiettare che questa pubblicità magari è funzionale agli equilibri ecologici: il riuso al posto dello smaltimento tra i rifiuti di vestiti e altro. Può darsi. Anche se in verità – per tornare a Palermo – a noi, per la parte che riguarda gli oggetti della casa da mettere in vendita, questo invito sembra una concorrenza al mercatino di Piazza San Saverio, dove si trova di tutto e di più… Detto ciò, noi, in questi inviti a vendere i nostri vestiti e gli oggetti di casa ci vediamo qualcosa di sinistro. Della serie: non puoi pagare più le bollette? Intanto metti in vendita quello che hai in casa e, detto alla siciliana, poi si viri. Insomma: prima di fallire pagaci almeno l’ultima bolletta. Che tristezza, signori, vedere un’Italia ridotta così! Una tra le prime potenze al mondo alla fine degli anni ’80, con le Partecipazioni statali che il mondo ci invidiava; e oggi vendiamo giacche, bicchieri e piatti sulla rete. Poteva finire peggio di così? Ah, dimenticavamo: e se i ragazzini che oggi sono bravissimi a smanettare con il computer, per raggranellare un po’ di soldi, dovessero mettere in vendita gli oggetti della casa all’insaputa dei genitori? Tale eventualità è stata presa in considerazione?
Foto tratta da Zero Zero News