Rieccoci con il consueto appuntamento di fine settimana per fare il punto della situazione sul mercato internazionale del grano. E poiché in questo momento a creare problemi è il clima – che ha influenzato le produzioni di grano e che sta influenzando anche la semina – ecco che parliamo anche di clima. E lo facciamo mentre nella parte orientale della Sicilia va in scena il maltempo – una sorta di ciclone mediterraneo – che sta provocando effetti molto negativi anche in agricoltura. Lo scenario è in evoluzione e se nella nostra Isola le piogge non danno tregua (come diremo appresso, in Sicilia ci sono problemi perla raccolta delle olive, soprattutto nelle aree pianeggianti), negli Stati Uniti e in Russia si fanno ancora i conti con la siccità. Ci sono state, è vero, piogge su vaste porzioni del Corn Belt orientale, ma le Pianure, leggiamo su SWB, “rimarranno quasi completamente asciutte durante questo periodo. Le previsioni dell’agenzia da 8 a 14 giorni prevedono un clima stagionalmente secco per gran parte del Midwest e delle pianure tra il 3 novembre e il 9 novembre, con temperature inferiori alla norma per il Corn Belt orientale, il centro sud e il sud-est. Inoltre, l’aumento dei prezzi dell’azoto solleva dubbi sulle intenzioni di semina negli Stati Uniti per la prossima primavera”. Insomma, anche negli Stati Uniti ci sono problemi con l’aumento del costo dei fertilizzanti (ne ha parlato ieri Cosimo Gioia come potete leggere qui). La siccità continua ad essere un problema negli Stati Uniti. Dove i prezzi del grano sono in rialzo. “I prezzi del grano CBOT – leggiamo sempre su SWB – sono aumentati di circa l’1,68%, raggiungendo i livelli più alti da Febbraio 2013. Kansas City ha guadagnato circa lo 0,92%. Minneapolis è balzata dell’1,51% in più. Entrambi i contratti ieri sono stati pari o vicini ai massimi pluriennali”. I prezzi aumentano perché si assiste a una crescita domanda globale e una contestuale riduzione dell’offerta di grano. “I dati sulle vendite all’esportazione della settimana terminata il 21/10 hanno mostrato che sono state prenotate 269.265 tonnellate di grano, in calo del 26% rispetto a una settimana fa e del 31% al di sotto della media delle quattro settimane precedenti… Il Messico è stato il primo acquirente”.
Dagli Stati Uniti alla Russia. Anche in questo Paese si fanno i conti con la persistente siccità. Il Governo russo prevede di seminare 19,5 milioni di ettari di cereali invernali. La semina di grano in Russia si attesta intorno a 17,6 milioni di ettari contro i 18,3 dell’anno scorso per mancanza di piogge. Qualche problema anche in Ucraina dove la siccità potrebbe ridurre le semine autunnali. In questo scenario i prezzi di grano e mais nel bacino del Mar Nero sono schizzati all’insù.
In Australia sono piuttosto preoccupati. Segnalano che i produttori di grano europei hanno ricevuto robuste sovvenzioni rispetto agli agricoltori australiani. C’è un passaggio molto importante segnalato da SWB: “L’analisi dell’OCSE sulla politica agricola pubblicata nel Giugno di quest’anno ha evidenziato le preoccupazioni per i sussidi che distorcono il commercio e che causano impatti negativi sugli obiettivi del cambiamento climatico. Questa analisi dice che $ 540 miliardi (USD) all’anno di sostegno governativo pagato ai produttori, oltre il 60 per cento, o $ 338 miliardi (USD), sono forniti attraverso gli strumenti potenzialmente più distorcenti, vale a dire il supporto ai prezzi di mercato ($ 272 miliardi USD), e pagamenti legati all’output o all’uso illimitato di input ($ 66 miliardi di dollari)”. Si riferiscono all’uso di concimi e diserbanti che, notoriamente, non sono un toccasana per l’ambiente? Importante anche i successivo passaggio che leggiamo sempre su SWB: “Ciò rafforza anche le opinioni di GPA sulla necessità di sviluppare uno schema di certificazione di proprietà australiana e controllato per proteggere gli interessi dei coltivatori e acquisire valore dalle pratiche di sostenibilità esistenti che hanno a lungo sostenuto la produzione di cereali di alta qualità leader a livello mondiale”. Per la cronaca, il sostegno del governo australiano ai produttori agricoli è tra i più bassi nell’area OCSE, stimato a circa il 2% delle entrate agricole lorde per il 2018-20, con un sostegno totale all’agricoltura che rappresenta circa lo 0,2% del PIL. Insomma, l’Unione europea che si dà aria da ‘Green’ e che parla di ‘Transizione ecologica’ non fa una bella figura. Anzi! Ricordiamo – magari qualcuno l’ha dimenticato – che l’Unione europea ha prorogato l’uso del glifosato, di fatto favorendo l’accoppiata Bayer-Monsanto, due multinazionali che dal 2016 si sono fuse.
Concludiamo il nostro appuntamento di fine settimana con l’agricoltura segnalando problemi nella raccolta delle olive in Sicilia. Le piogge persistenti (alla faccia di quelli che dicono che le dighe siciliane sono prive di acqua…) stanno ritardando la raccolta delle olive. Il problema riguarda le aree pianeggianti, dove le olive sono più mature rispetto alla norma. La produzione di olio d’oliva aumenterà, ma l’olio che si produrrà quest’anno nelle zone pianeggianti rischia di presentare qualche problema: potrebbe contenere meno polifenoli e meno profumi: insomma, potrebbe essere un olio d’oliva un po’ ‘piatto’. Tuttavia non dovrebbe avere problemi di mercato, se è vero che la siccità ha ridotto le produzioni di olive in Spagna e in Tunisia (non possiamo non notare i capricci del clima nell’area mediterranea che riesce a creare in alcune aree problemi a causa della siccità e in altre aree crea problemi a causa delle piogge). Meno problemi, invece, nelle aree collinari e montane, sempre che le piogge non si prendano qualche altra settimana anche da quelle parti. Solito problema, infine, per la manodopera. Il costo della manodopera, in agricoltura, è oggi sproporzionato rispetto al valore della produzione se a questo si aggiunge il Reddito di cittadinanza la ‘frittata’ è fatta. Chi gode del Reddito di cittadinanza non rischia con un secondo lavoro nei campi, perché potrebbe perdere il sussidio: al massimo lavora in casa…