Assistiamo, in queste ore, a un dibattito per certi versi surreale sul taglio delle tasse. Tutti siamo d’accordo sul fatto che in Italia la pressione fiscale è elevatissima. Giusto pensare di ridurla. Ci sarebbe da obiettare che ci troviamo dentro un sistema monetario ‘rigido’ – che l’Italia non controlla e che dobbiamo subire – ma già questi sono discorsi troppo ‘complicati’ per un Paese che, senza nemmeno un referendum, ha rinunciato all’autonomia monetaria. Molto più semplice da illustrare, invece, il taglio dell’IRAP che, con molta probabilità, avrà due fasi: la prima fase nell’attuale manovra da 12 miliardi di euro, la seconda fase nel quadro della riformo fiscale che il Parlamento, con una scelta che definire folle è poco, ha delegato all’attuale Governo retto da Mario Draghi. Oggi proveremo a dare qualche indicazione di massima per illustrare il grande inganno ai danni dei cittadini che si cela dietro il taglio dell’IRAP.
Per la cronaca, l’IRAP è un’imposta inventata alla fine degli anni ’90 del secolo passato per pagare i tagli alla sanità pubblica imposti dai soliti ‘banditi’ dell’Unione europea dell’euro. E’ un’imposta che è stata caricate sulle imprese. Da allora i tagli alla sanità voluti dalla Ue sono stati pagati dalle imprese. E’ giusto? A nostro avviso, no. Ma al mondo delle imprese italiane – che non hanno mai contestato radicalmente l’Unione europea – fino ad oggi è andato bene. Da quando è arrivato il Governo Draghi le imprese hanno alzato la testa e hanno chiesto non si capisce bene se il taglio o direttamente l’eliminazione dell’IRAP. Hanno ragione? Assolutamente sì. Solo che, oltre a chiedere il il taglio o l’eliminazione dell’IRAP gli imprenditori – Confindustria in testa – dovrebbero avere il coraggio di mettere in discussione l’Unione europea. Perché non si può chiedere l’eliminazione dell’IRAP e non indicare, contestualmente, chi pagherà, una volta ridotta o tolta l’IRAP, una parte importante delle spese sanitarie. In questo dibattito sull’IRAP c’è tutta l’ambiguità del Governo Draghi e di Confindustria.
Se l’IRAP verrà ridotta – o magari eliminata con la riforma fiscale – mancherà un bel gruzzolo di soldi alla sanità. Chi dovrebbe ‘cacciare’ questi soldi? I cittadini con nuove imposte, per esempio con l’annunciata ‘riforma del Catasto’? Aumenteranno i valori delle abitazioni e dei fondi agricoli per fare pagare di più i proprietari delle abitazioni e gli agricoltori? E’ da qui che arriveranno i soldi per la sanità che oggi viene pagate dalle imprese con l’IRAP? In parole più semplici: i tagli alla sanità voluti dalla Ue li pagheranno i proprietari delle abitazioni e dei fondi agricoli? Perché il signor Draghi e i signori della Confindustria, sull’IRAP, non scoprono le carte? E i partiti come la Lega e Forza Italia – che difendono il taglio dell’IRAP – che cosa andranno a dire ai cittadini che dovranno caricarsi i costi del taglio dell’IRAP pagando, ad esempio, una maggiorazione delle imposte sulle abitazioni o sui fondi agricoli?