- A due passi dal Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, il degrado del Teatro Marmoreo, tra vialetti pieni di foglie secche, le palme non ripulite da tempo, con le grandi foglie penzolanti in procinto di cadere e i marmi spezzati rappresenta il punto d’incontro tra fallimento del Comune di Palermo e fallimento della politica siciliana
- Regione siciliana e Comune di Palermo insieme nel degrado amministrativo, politico e culturale
- Il disinteresse vero il degrado del Teatro o Marmoreo di Piazza del Parlamento: disinteresse del Comune e disinteresse dei vertici politici e burocratici dell’Assemblea regionale siciliana
- La ‘lettura’ ottimistica dei risultati elettorali delle recenti elezioni comunali siciliane da parte di Forza Italia
A due passi dal Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, il degrado del Teatro Marmoreo, tra vialetti pieni di foglie secche, le palme non ripulite da tempo, con le grandi foglie penzolanti in procinto di cadere e i marmi spezzati rappresenta il punto d’incontro tra fallimento del Comune di Palermo e fallimento della politica siciliana
“Nonostante le nostre reiterate segnalazioni il gruppo scultoreo, opera dell’illustre scultore Gaspare Guercio, di Carlo D’Aprile e Gaspare Serpotta eretto nel 1662 nella piazza antistante il Palazzo Reale, versa in un degrado inaccettabile. Oltre alle sterpaglie che da troppo tempo invadono la scalinata e le statue, notiamo la presenza di spazzatura, pezzi di marmo rotti e un oggetto non meglio identificato che copre la testa di una delle statue. Ci chiediamo come abbiano fatto ad entrare nell’area della struttura recintata, posta ai piedi del Parlamento siciliano”. Così scrive Giovanni Moncada, presidente dell’Associazione Comitato Civici di Palermo. Oggi dedichiamo il MATTINALE a una manifestazione che nel capoluogo della Sicilia non è ormai soltanto ordinario degrado ma è anche il paradigma di come l’abbandono di Palermo si ‘sposi felicemente’ con il degrado della politica siciliana. Chiede Moncada “come abbiano fatto ad entrare nell’area della struttura recintata, posta ai piedi del Parlamento siciliano”. La risposta è semplice: perché il degrado di Palermo – dal disastro del cimitero dei Rotoli al disastro dei Bilanci falsi del Comune – è anche il degrado di una Regione che la scorsa Estate, invece di fare presidiare le aree verdi della nostra Isola per prevenire gli incendi, era già pronta con elicotteri ed aeree per andare spegnere gli incendi che invece non sono stati spenti e che hanno incenerito quasi 80 mila ettari di boschi.
Regione siciliana e Comune di Palermo insieme nel degrado amministrativo, politico e culturale
Se il presidente della Regione, Nello Musumeci, e i suoi bravi assessori pensano che i danni provocati all’ambiente la scorsa Estate siano stati dimenticati si sbagliano. Anche perché a ricordarci che il clima è cambiato e che la Regione è sempre in ritardo sono le inondazioni di queste ore. Siamo i primi a dire che quando arriva una ‘botta’ di acqua come quella che si è scatenata su Catania c’è poco da fare; a anzi aggiungiamo che il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, davanti alle previsioni forse un po’ troppo ottimistiche della Regione ha fatto bene a chiudere le scuole, limitando i danni. Ma non possiamo fare a meno di ricordare quanto affermato da Mario Pagliaro, chimico del Cnr e appassionato di climatologia: ““La Regione siciliana a fine anni ’90 – dice Pagliaro – durante una gestione particolarmente felice dell’assessorato Agricoltura, ha finanziato l’istituzione del proprio del Servizio agrometeorologico previsto da una delle tante buone leggi regionali della I Repubblica (la n. 23 del 1990). Un’iniziativa importante, che da tempo andrebbe estesa per farne il Servizio meteorologico regionale. Come farlo, lo abbiamo spiegato da tempo anche nella letteratura scientifica internazionale (come si può leggere qui)”. Ma in Sicilia, ad oggi, mentre infuriano i cambiamenti climatici, tra Estati sempre più torride e uragani autunnali, non c’è ancora il Servizio meteorologico regionale. In compenso abbiamo gli aerei e gli elicotteri, per ‘giocare’ a costosissime battaglie nei cieli… (a proposito: aspettiamo ancora che un parlamentare di Sala d’Ercole presenti una bella interrogazione per rendere noto ai cittadini quanto ha speso quest’anno la Regione per aerei ed elicotteri e dove ha trovato i soldi, visto che non c’erano soldi per tenere gli operai forestali nei territori poi inceneriti dagli incendi). C’è, insomma, da parte dell’attuale Governo regionale una reiterata sottovalutazione dei cambiamenti climatici. E in questa errata gestione della cosa pubblica la Regione siciliana incontra il Comune di Palermo.
Il disinteresse vero il degrado del Teatro o Marmoreo di Piazza del Parlamento: disinteresse del Comune e disinteresse dei vertici politici e burocratici dell’Assemblea regionale siciliana
Così torniamo al Teatro Marmoreo di Piazza del Parlamento, dove i turisti possono ammirare il degrado. Né si può dire che è cosa di questi giorni. Agli atti c’è una lettera al Comune – a firma sempre dell’Associazione Comitati Civici – del 2 Luglio di quest’anno: “Siamo ritornati a visitare il Teatro Marmoreo di piazza del Parlamento, una delle mete turistiche più prestigiose di Palermo, e lo abbiamo trovato nuovamente invaso da sterpaglie ed erbacce. Le piccole palme nane che avevamo segnalato già quattro anni fa, perché affondano le radici nei preziosi gradini di marmo, frantumandoli, sono cresciute e fra poco sommergeranno il monumento dedicato a Filippo V°. Il sito sembra abbandonato, nonostante la presenza dei turisti. Abbiamo visto scritte per terra nella piazza, tracce di vernice sull’inferriata che circonda il monumento barocco, i vialetti pieni di foglie secche, le palme non ripulite da tempo, con le grandi foglie penzolanti, in procinto di cadere. Tutto lascia trasparire una mancanza di cure imbarazzante, visto che ci troviamo ai piedi del Palazzo Reale, dove ha la sede il Parlamento Siciliano e dove si trova la Cappella Palatina, giudicata una delle chiese più belle del mondo. Abbiamo avuto modo di constatare che la manutenzione viene effettuata una volta ogni due anni, forse e lo dimostra la copiosa documentazione fotografica in nostro possesso e le numerose segnalazioni tramite e mail inoltrate a codesta Amministrazione. Chiediamo che sul sito venga effettuata la manutenzione ordinaria e che sia restituito il decoro ad un tesoro inestimabile della nostra città”. Questa segnalazione ci dice non soltanto che il degrado di questi luoghi va avanti da quattro anni: ci racconta anche il disinteresse del Parlamento siciliano: disinteresse dei vertici politici dell’Assemblea regionale siciliana, rappresentati dal presidente Gianfranco Miccichè, ma anche disinteresse dai vertici burocratici del Parlamento, che avrebbero dovuto segnalare il degrado e, in assenza di interventi del Comune, trovare altre soluzioni, proprio perché il degrado di questa zona investe il Palazzo Reale di Palermo e tutto quello che rappresenta.
La ‘lettura’ ottimistica dei risultati elettorali delle recenti elezioni comunali siciliane da parte di Forza Italia
Sì, degrado di Palermo e degrado della politica siciliana vanno di pari passo. E visto che parliamo di degrado ne approfittiamo per qualche precisazione sui risultati elettorali. Il coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Miccichè, e il suo partito hanno poco di che gioire. I ‘numeri’ delle elezioni comunali siciliane di qualche giorno fa che Miccichè ha commentato come positivi sono invece negativi per la politica e per Forza Italia. A votare, alle recenti comunali della nostra Isola, sono andati, in media, 4 elettori aventi di diritto su 10. Questo in Sicilia, alle elezioni comunali, non si era mai verificato, se è vero che al presenza al voto, in queste consultazioni non è mai scesa sotto il 60% degli elettori. Oggi invece assistiamo a un’inversione di tendenza: il 60% degli elettori che non va a votare contro il 40% che vota. La nostra notazione non vuole essere di ordine morale: non siamo così stupidi da pensare che personaggi come Miccichè, o Musumeci, o come gli esponenti del centrosinistra si pongano il problema aristotelico della morale in politica: diciamo soltanto che i risultati elettorali in Sicilia diventano sempre più ‘volatili’: è sufficiente, infatti, che il 60% di non voto passi al 50% per stravolgere dati che sembrano consolidati. Cosa vogliamo dire? Che nelle attuali condizioni di degrado della politica siciliana, un eventuale candidato di alto profilo alla presidenza della Regione siciliana al di fuori del sempre più esiguo ‘perimetro politico’ di centrodestra-centrosinistra potrebbe sconvolgere i giochi della vecchia politica siciliana.
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