da Costantino Guzzo
vice presidente dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%
riceviamo e pubblichiamo
Onorevole Claudio Fava, ma anche voi tutti componenti della Commissione Antimafia del parlamento siciliano, è ora, è tempo che finiate con gli atteggiamenti di fuga dalla realtà e che vi sia chiaro che solo l’intervento puntuale e preciso degli organi di controllo può fermare il cancro della corruzione che sta distruggendo lo Stato e vede l’Italia nei primi posti delle statistiche pubbliche internazionali. Questo discorso che rivolgiamo alla Commissione Antimafia andrebbe rivolto pure alle sezioni della Corte dei Conti e agli uffici del Commissario regionale di governo. Avete appreso dell’ordinanza del Tribunale di Palermo Sezione V Civile Specializzata In Materia Di Impresa che procede nei confronti del C.d.A dello IAL SICILIA per un sequestro conservativo di 14.500.000,00 € di euro; conoscete le decine di gravi denunce e tutti gli illeciti e le ruberie segnalate da tanti lavoratori della Formazione professionale presso tante Procure siciliane; conoscete le risultanze del processo a Francantonio Genovese, i processi avviati contro altri Enti, i più grandi del settore; leggete spesso sui giornali i fatti penosi di cui son stati vittime i lavoratori della Formazione e credo anche abbiate visto il timido tentativo di Report di scoprire anche le responsabilità sindacali in talune situazioni.
Ora, caro Presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava e cara Deputata Roberta Schillaci del Movimento 5 Stelle, componente della Commissione Antimafia Regionale, la domanda che sorge spontanea è: cosa aspettate a chiamare in audizione in Commissione Antimafia i lavoratori che hanno denunciato fatti gravi nella gestione di questo settore? Cosa aspettate a chiamare i giornalisti che hanno seguito le vicissitudini di questo settore e, soprattutto, gli assessori, i dirigenti e tutti quanti i poteri pubblici coinvolti nella vicenda Formazione Professionale siciliana? Per noi lavoratori la vicenda che coinvolge lo IAL CISL SICILIA ha a che fare con reati continuati nel tempo e soprattutto associativi. Signori onorevoli Fava e Schillaci, abbiamo tanto sentito affermare il vostro desiderio di combattere la corruzione ma ad oggi (cosa che suscitata tanto rammarico) è che, oltre alle enunciazioni di principio, non ci sono stati riscontri nella vostra azione doverosa di ispezione e controllo. Aspettate ancora altro materiale dalla magistratura oltre le tante cose che già hanno individuato reati?
Oltre il processo Genovese, quello IAL CISL SICILIA, quello di altri grossi Enti, cos’altro vi necessita per iniziare le audizioni? Nel vostro ruolo, ci dispiace dirlo, avete già perso un’occasione dinanzi alla gente e soprattutto dinanzi ai lavoratori. Aprite subito e formalizzate l’inchiesta. La realtà è che in questo Ente, lo IAL CISL SICILIA e in tutti gli altri che hanno subito simili storiacce e porcherie, gli illeciti e le ruberie che si sono perpetrati, gli unici a pagare il conto sono centinaia e centinaia di ex dipendenti: derubati e licenziati nel silenzio totale delle istituzioni ad iniziare proprio dalla Commissione Antimafia. Ma state tranquilli perché non siete soli: aspettiamo l’intervento della Corte dei Conti, tenuto conto di quanto ammonta in euro la massa di danaro che confluisce nelle attività di questo settore. Bisognerebbe così che la politica si interrogasse sul reale valore istituzionale di queste Commissioni, a Palermo come a Roma.