Pasta con le sarde. Pasta con i broccoli arriminati. Pasta c’anciova. Sarde a beccafico. E anche la caponata. Sono tanti i piatti della tradizione siciliana che non possono fare a meno dei pinoli. Solo che, da alcuni anni a questa parte, di pinoli, in Sicilia, ce ne sono pochissimi. Un tempo la produzione di pinoli, nella nostra Isola, arrivata fino a 90 mila quintali all’anno; oggi la produzione si è ridotta a 5, forse 6 mila quintali di pinoli all’anno. Che sta succedendo? Cominciamo col dire che la crisi è nazionale. In parte la drastica riduzione della produzione di pinoli è provocata da un insetto arrivato dagli Stati Uniti d’America e, secondo alcuni osservatori, in parte è anche provocata dai cambiamenti climatici. C’è anche in terzo fattore: gli incendi che negli ultimi anni hanno incenerito tante pinete.
Il punto sullo scenario nazionale l’ha fatto ITALIAFRUIT NEWS: “Negli anni d’oro nel nostro Paese si producevano circa 900 mila
C’è un modo per combattere questo insetto? Lo abbiamo chiesto a Dario Garretta, titolare di un’azienda (Pinoli Garretta) che da oltre cinquant’anni produce e vende pinoli un Sicilia, a Piazza Armerina. Garretta ci conferma che la produzione di pinoli, in Sicilia, è ormai ridotta ai minimi termini: “La pineta di Bucchieri, in provincia di Siracusa, un tempo zona di importante produzione di pinoli è in crisi. Anche la produzione di Pioppo, in provincia di Palermo, si è ridotta. E lo stesso discorso vale per Petralia, sulle Madonie. E naturalmente nelle nostra zone, parlo dei boschi di Piazza Armerina, dove i pinoli stanno diventando rarità”. Chiediamo: non c’è un modo per controllare questo benedetto cimicione? “Un mezzo ci sarebbe – ci risponde Garretta -. Parliamo di lotta biologica. Gli entomologi dell’università di Palermo hanno trovato un insetto antagonista in grado di ridurre in modo sensibile la presenza del cimicione. Ma il Ministero delle Politiche agricole ha bloccato la possibilità di utilizzare questo mezzo di lotta biologica. Al Ministero sostengono che potrebbe creare problemi agli equilibri ecologici. In Spagna, invece, la lotta biologica al cimicione delle conifere viene effettuata, a quanto pare con esiti positivi. Detto questo – aggiunge il titolare dell’azienda storica siciliana che produce e vende pinoli – ci sono altri problemi. Intanto ci sono gli incendi dei boschi, che negli ultimi anni hanno decimato le pinete della Sicilia. E poi c’è un altro problema, a mio avviso legato ai cambiamenti climatici in atto. Quando avviene l’impollinazione le pinete si riempiono di una polvere verde. Ebbene, questa polvere verde non si vede più”.
Insomma, abbiamo capito che di pinoli siciliani e italiani, in giro, ce ne sono pochissimi. Da dove arrivano allora i pinoli che si trovano in giro? “Vengono importati -ci risponde Garretta -. E bisogna fare attenzione, perché non sempre il prodotto che arriva da fuori funziona. In Turchia, ad esempio, calcano la mano con i trattamenti chimici, cosa che in Sicilia non si fa. Non a caso dalle nostre parti abbiamo provato con la lotta biologica”. Chiediamo a Garretta notizie sui pinoli cinesi: “In Cina – ci risponde – hanno un’ottima produzione. Ma si tratta di pinoli microscopici. Nulla a che vedere con i nostri pinoli”. La chiacchierata è finita qui. Confessiamo che siamo un po’ depressi. Da appassionati della cucina siciliana, facciamo fatica, molta fatica a rinunciare ai pinoli abbinati con le ‘passole’. Del resto, se dobbiamo portare in tavola pinoli trattati con i pesticidi, beh, meglio evitare. Lo sappiamo: magari ci saranno lettori infastiditi, abituali ad acquistare pinoli senza problemi. Tra questi ci siamo anche noi. D’ora in poi, nell’acquisto di pinoli, faremo un po’ più di attenzione.