- “Per Giovedì, e in parte Venerdì – ci dice Pagliaro – uno dei modelli meteo prevede l’impatto sulla Sicilia, a partire da Sud-Est, di un uragano mediterraneo, un ‘medicane’ nel gergo meteorologico, dalla crasi infelice di ‘mediterranean’ e ‘hurricane’
- Non è che il fenomeno sia stato un po’ sottovalutato? I danni provocati dalle piogge in Sicilia sono anche il frutto di circa 30 anni di austerità imposta dall’Unione europea con il demenziale Patto di stabilità
- L’importanza di un Servizio agrometeorologico che la Regione siciliana di nello Musumeci fino ad oggi ha snobbato
“Per Giovedì, e in parte Venerdì – ci dice Pagliaro – uno dei modelli meteo prevede l’impatto sulla Sicilia, a partire da Sud-Est, di un uragano mediterraneo, un ‘medicane’ nel gergo meteorologico, dalla crasi infelice di ‘mediterranean’ e ‘hurricane’
Le immagini che in queste ore arrivano da Catania sono sconvolgenti. Piazze della città trasformate in laghi, via trasformate in fiumi. Automobili sommerse dalle acque. Uomini tirati fuori dalle auto allagate e salvate per miracolo. E purtroppo anche tre morti. Scene di disperazione. Negli stessi luoghi dove, appena due mesi e mezzo fa, le temperature sfioravano i 40 gradi centigradi, costringendo i cittadini a stare chiusi in casa per non soffrire il caldo asfissiante, adesso arrivano piogge tempestose che seminano disperazione e morte. E potrebbe non essere finita. Noi da quasi tre anni, per raccontare quello che succede nel mondo dell’agricoltura, chiediamo ‘lumi’ a Mario Pagliaro (nella foto), chimico del Cnr e appassionato di climatologia e degli effetti che lo stesso clima esercita in agricoltura. Ed è sempre a Pagliaro che chiediamo che cosa potrebbe succedere nelle prossime ore in Sicilia. “Per Giovedì, e in parte Venerdì – ci dice Pagliaro – uno dei modelli meteo prevede l’impatto sulla Sicilia, a partire da Sud-Est, di un uragano mediterraneo, un ‘medicane’ nel gergo meteorologico, dalla crasi infelice di ‘mediterranean’ e ‘hurricane’. Si tratta di cicloni simili, ma non eguali per intensità dei venti, a quelli tropicali. Il ciclone si forma per il forte contrasto tra aria fredda, in arrivo con la depressione atmosferica (perturbazione), e quella calda, con il contributo decisivo delle acque marine ancora tiepide di fine Ottobre. Sono queste ad alimentare l’aria fredda sovrastante di tiepido vapor d’acqua. Il vapore salendo condensa portando alla formazione di grandi nubi convettive ricche di pioggia. Visto dall’alto, il ciclone si riconosce subito per la forma a spirale sui cui margini ruotano impetuosi i venti e le nuvole. Negli ultimi anni sono numerosi i cicloni di questo tipo che hanno colpito alcune aree del Mediterraneo, fra cui alcune zone della Grecia. Se effettivamente la Sicilia sarà investita da un ciclone simil-tropicale aumenterebbe drasticamente la quantità già enorme di precipitazioni (svariate centinaia di mm o litri per metro quadrato) che hanno colpito nelle ultime 24 ore la Sicilia orientale”.
Non è che il fenomeno sia stato un po’ sottovalutato? I danni provocati dalle piogge in Sicilia sono anche il frutto di circa 30 anni di austerità imposta dall’Unione europea con il demenziale Patto di stabilità
Insomma, non c’è da stare allegri. Lo scriviamo subito a scanso di equivoci: quando arriva un evento climatico estremo di questa portata non si può fare molto, se non prevederlo e avvertire la popolazione. Per le campagne, come abbiamo raccontato ieri sera per gli agrumeti della Piana di Catania, non ci sono mezzi per contrastare la furia della pioggia. La domanda è: è stato fatto tutto il possibile per avvertire la popolazione dell’imminente pericolo? La possibile formazione di un ciclone mediterraneo per le giornate di Domenica 24 Ottobre e Lunedì 25 Ottobre era stata messa nel conto. Sabato 23 Ottobre la Regione siciliana ha diramato un allerta ‘gialla’ per quasi tutta la Sicilia. Passata la notte, l’allerta è diventato arancione (come potete leggere in questo articolo del 24 Ottobre). La Protezione Civile regionale ha disposto lo stato di preallarme. I modelli meteo non sono riusciti a stabilire con precisione quale area della Sicilia sarebbe stata esattamente colpita dal fronte delle piogge; anche se poi si è capito che avrebbe colpito principalmente la più popolosa e florida parte orientale della nostra Isola. Non è che c’è stata un po’ di sottovalutazione del fenomeno? Il resto è cronaca di questi giorni. Lunedì iniziano le forti precipitazioni in quasi tutta la Sicilia orientale. I danni sono ingenti sia per la violenza e la persistenza delle piogge, sia perché l’ambiente siciliano è fragile, dopo circa 30 anni di austerità finanziaria dovuta ‘Patto di stabilità’ in seguito all’adozione dell’euro in sostituzione della lira, e dopo i tagli operati a carico del Bilancio regionale dallo Stato. E’ lo Stato italiano che, per fronteggiare l’austerità imposta da Bruxelles, ha determinato l’impoverimento delle ex Province. In Sicilia le ex Province si occupavano della manutenzione delle strade provinciali che sono in gran parta abbandonate e che, con le normali piogge risultano impraticabili, figuriamoci con gli uragani!
L’importanza di un Servizio agrometeorologico che la Regione siciliana di Nello Musumeci fino ad oggi ha snobbato
Le piogge che investono il Catanese da oltre 24 ore sono di portata storica. Con danni enormi alla città e alle campagne. A Catania i danni si contano sia nella pianeggiante zona industriale, sia nelle vie del centro, esposte a raccogliere l’acqua piovana riversata dalle colline che subito si inerpicano verso l’Etna. “La Regione siciliana a fine anni ’90 – dice Pagliaro – durante una gestione particolarmente felice dell’assessorato Agricoltura, ha finanziato l’istituzione del proprio del Servizio agrometeorologico previsto da una delle tante buone leggi regionali della I Repubblica (la n. 23 del 1990). Un’iniziativa importante, che da tempo andrebbe estesa per farne il Servizio meteorologico regionale. Come farlo, lo abbiamo spiegato da tempo anche nella letteratura scientifica internazionale (come si può leggere qui)”. Detto in parole semplici, la Sicilia deve replicare l’esperienza della Toscana, e realizzare in partnership con il Cnr il proprio LaMMA, ovvero Metro Sicilia. Dall’inizio del 2018 la Sicilia è investita da grandi piogge che hanno ricostituito le risorse idriche accumulate dagli invasi. La siccità estiva viene rapidamente interrotta da forti piogge già a Settembre e ancor più ad Ottobre, mentre risalgono addirittura a metà Luglio le piogge che un paio di anni fa causarono l’interruzione del più importante asse viario di Palermo, con la distruzione di decine di autoveicoli. “L’importanza di un servizio informativo meteorologico regionale di livello internazionale – conclude Pagliaro – è ancora più rilevante in Sicilia, proprio in virtù dello stato delle strade e delle infrastrutture. Se non possiamo fare prevenzione, vista la scarsità di risorse finanziarie, serve realizzare almeno adeguate misure di protezione. Informando tempestivamente la popolazione con una semplice app per cellulari sul rischio idrico e meteorologico. La maggior parte delle volte è sufficiente non uscire da casa o trovare riparo in un edificio sicuro, lontano da corsi d’acqua e da pendii, per non incorrere in alcun rischio. È un servizio che interessa tutta la popolazione, dal costo relativamente contenuto e di cui la Sicilia ha urgente necessità”. Spiace affermarlo, ma il Governo regionale di Nello Musumeci continua a sottovalutare gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. La scorsa Estate il Governo ha sottovalutato i possibili effetti delle alte temperature e oggi ha sottovalutato l’arrivo di piogge torrenziali.
Foto tratta da 3 B Meteo
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