Mattinale

Forza Italia e Italia Viva in Sicilia e a Palermo e la sindrome (elettorale) di Stoccolma/ MATTINALE 474

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  • La Sicilia ‘laboratorio politico’ sta sperimentando quello che a Roma Berlusconi non riesce a far ‘digerire’ ai suoi colonnelli: l’accordo con Italia Viva di Renzi
  • Il problema è che a Palermo, con l’inchiesta della Magistratura sui ‘buchi’  del Bilancio del Comune, Miccichè e Faraone adesso avranno problemi a far quadrare i conti con il sindaco Leoluca Orlando e con il Tram che dovrebbe sventrare via Libertà
  • Bisognerebbe trovare i consiglieri comunali di Forza Italia e Italia Viva disposti ad ‘immolarsi’ per gli amati gli appalti ferroviari…

La Sicilia ‘laboratorio politico’ sta sperimentando quello che a Roma Berlusconi non riesce a far ‘digerire’ ai suoi ‘colonnelli: l’accordo con Italia Viva di Renzi

Tutti i partiti politici nazionali presenti in Sicilia operano contro la Sicilia. Ma ce ne sono due, in particolare, che meritano questo MATTINALE per l’impegno che stanno mettendo in atto per continuare a ‘usare’ la nostra Isola per fini che nulla hanno a che spartire con gli interessi dei Siciliani. Sono Forza Italia di Gianfranco Miccichè e Italia Viva di  Matteo Renzi, che in Sicilia è rappresentata da Davide Faraone. La notizia di queste ore – o meglio, ‘pompata’ in queste ore, perché è storia vecchia di alcuni mesi – è che questi due campioni della politica senza politica siciliana si sono messi insieme. Che Renzi con la sua armata Brancaleone di Italia Viva dovesse finire con Berlusconi è cosa nota, così com’è noto che, a Roma, i ‘Colonnelli’ dell’ex Cavaliere sono tutt’altro che felici di intruppare Renzi. Così l’alleanza parte dalla Sicilia terra di comprovato e inveterato trasformismo politico. Lo sguardo, ovviamente, è rivolto all’elezione del nuovo capo dello Stato, con i ‘derivati politici’ (vere e proprie scommesse, un po’ come i derivati nella finanza) che danno lo stesso Berlusconi candidato al Quirinale (cosa alla quale noi non crediamo: a nostro avviso, la vera candidata del centrodestra alla presidenza della Repubblica potrebbe essere la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati: ma questa è un’altra storia). In mezzo ci sono quasi tre mesi da far passare (l’elezione del nuovo capo dello Stato è prevista per metà Gennaio). E in questi tre mesi Miccichè e Faraone dovrebbero ‘armeggiare’ in Sicilia. Per fare che cosa?

Il problema è che a Palermo, con l’inchiesta della Magistratura sui ‘buchi’  del Bilancio del Comune, Miccichè e Faraone adesso avranno problemi a far quadrare i conti con il sindaco Leoluca Orlando e con il Tram che dovrebbe sventrare via Libertà

Il primo appuntamento è Palermo. La Primavera del prossimo anno si celebreranno le elezioni comunali nel capoluogo siciliano ed è dovrebbe essere questa, con molta probabilità, la prima alleanza elettorale tra Forza Italia di Gianfranco Miccichè e Davide Faraone. Però, prima delle elezioni della Primavera prossima c’è un passaggio ‘appaltizio’ che si annuncia un po’ ‘rognoso’ per Forza Italia e Italia Viva: il Tram che dovrebbe sventrare via Libertà, per il quale occorre l’approvazione del Consiglio comunale di Palermo. Fino ad oggi Miccichè e Faraone hanno di fatto impedito al Consiglio comunale di pronunciarsi sulla mozione di sfiducia al sindaco della città, Leoluca Orlando. Cosa, questa, che manderebbe all’aria i tanto agognati appalti ferroviari di quasi 500 milioni di euro. E gli appalti a ridosso delle elezioni, si sa, sono il ‘flogisto’ della politica siciliana in grado di ‘infiammare’ beneficamente le elezioni. Ma per Miccichè e Faraone, anche se grandi esperti nel trasformismo politico, lo scenario si è complicato con l’inchiesta della Magistratura sui ‘buchi’ del Bilancio del Comune di Palermo. ‘Buchi’ che, peraltro, sono stati in buona parte provocati da 15 Km di Tram in esercizio che costano ogni anno una barca di soldi. In pratica, i ‘capi’ di Forza Italia e Italia Viva dovrebbero convincere i consiglieri comunali di questi due partiti a sostenere il sindaco di Palermo e il Tram in via Libertà invece di far approvare la mozione di sfiducia al primo cittadino. Storia un po’ complicata. Che non si risolverà nemmeno con i rinvii, perché prima o poi bisognerà votare.

Bisognerebbe trovare i consiglieri comunali di Forza Italia e Italia Viva disposti ad ‘immolarsi’ per gli amati gli appalti ferroviari…

Problema complicato, quello di Miccichè e Faraone. Se non altro perché i consiglieri comunali di Forza Italia e di Italia Viva, se dovessero far passare il progetto del Tram in via Libertà, rischierebbero di finire nel tritacarne mediatico, con effetti non esattamente positivi sulla loro rielezione. Se on ci fosse stata di mezzo l’inchiesta sul Bilancio del Comune, beh, volendo si poteva anche provare. Ma adesso lo scenario è assai complicato, anche perché, in questi mesi, almeno ufficialmente, i consiglieri comunali di Forza Italia e soprattutto Italia Viva si sono schierati all’opposizione. Andare adesso ad approvare il Tram in via Libertà – peraltro contestato da tantissimi cittadini di Palermo – significherebbe creare i presupposti per perdere consenso elettorale e, forse, non essere rieletti. Vero è che Forza Italia e Italia Viva, in Sicilia, veleggiano controvento, nel senso che raccolgono i voti dei siciliani che votano contro se stessi. Si tratta, infatti, di due formazioni politiche che hanno affossato e che continuano ad affossare la Sicilia con convinzione, sostenuti, con altrettanta convinzione, da una sorta di sindrome di Stoccolma politica. Però c’è un limite anche per Stoccolma. Vale anche per Miccichè e Faraone il vecchio adagio siciliano: “E’ bonu ‘u ventu ‘nchiesa, ma no p’astutari ‘i cannili!“. Soprattutto se a spegnere le candele, giocandosi la rielezione in Consiglio comunale, dovrebbero essere alcuni attuali consiglieri comunali…

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