Una decina di anni fa siamo andati a Cianciana, Comune della provincia di Agrigento, dove gli inglesi – in verità non soltanto gli inglesi, ma anche canadesi, statunitensi, cubani, polacchi, danesi, bulgari, russi, svedesi, norvegesi, francesi, austriaci, ungheresi, irlandesi – hanno deciso di dare vita a una particolare forma di turismo residenziale. Hanno acquistato la casa nel centro storico di questa cittadina, o in periferia per vivere a Cianciana almeno sei mesi all’anno. C’è anche chi ha acquistato il terreno per realizzare una villa: tra questi l’attore britannico Ray Winston, ma anche registi, fotografi, modelle, musicisti, americani, inglesi e polacchi, di grande prestigio internazionale (Marc e Scott Tompson, Natascia, Steve Genovese, Joanna e Jacek Proremba). Alcuni stranieri, come già accennato, fanno la spola tra Cianciana e i loro Paesi d’origine: sei mesi in Sicilia e sei mesi nei Paesi dove sono nati. Con l’arrivo della pandemia molti di loro si sono trasferiti a Cianciana e tutt’ora lavorano in smart working per conto di aziende di mezzo mondo. Nonostante la Sicilia sia male amministrata (non commentabile il degrado di certe strade dell’Agrigentino!) molti di loro hanno deciso di trasferirsi definitivamente in questo piccolo centro che, come ora proveremo a illustrare, custodisce tanti tesori, in parte conosciuti, in parte dimenticati, in parte ancora tutti da scoprire.
Da dieci anni a questa parte in tanti si sono chiesti e continuano a chiedersi: che cosa c’è dietro la nascita di una comunità multietnica (con prevalenza inglese) a Cianciana? Perché questo interesse per un paese dell’entroterra dell’Agrigentino? Oggi proveremo a illustrare, per grandi linee, il mistero del fascino che Cianciana esercita su uomini e donne che arrivano da tante parti del mondo. Nei primi anni ’60 del secolo passato Cianciana contava poco meno di 8 mila abitanti. Oggi gli abitanti sono 3 mila e 200 circa. Spopolamento tipico delle aree interne della Sicilia. Dieci anni fa gli stranieri erano il 10 per cento o giù di lì, oggi forse sono un po’ di più, anche perché, come già ricordato, molti di loro si sono trasferiti definitivamente in questo paese. Uno dei motivi che rende allettante vivere a Cianciana è il clima: la cittadina si distende tra 350 metri e 400 metri sul livello del mare, i monti Sicani riparano il paese dai venti freddi e in Estate, a meno che non arrivi la sciroccata che non perdona, non si soffre il caldo. “Il clima della nostra cittadina mette d’accordo tutti”, ci dice Pino
Con D’Angelo abbiamo fatto una lunga chiacchierata su Cianciana. Che forse non è bastata, perché sono tante le cose da dire su questa cittadina e tante di queste notizie sfuggono. Oggi, per esempio, ci ha raggiunto al telefono perché, muovendosi tra le campagne del suo paese, ha visto tanti stranieri che raccoglievano le olive. Così scopriamo che alcuni di questi inglesi (ma non soltanto inglesi), oltre alle abitazioni, hanno acquistato piccoli appezzamenti di terreni. “Alcuni di loro si dedicano agli oliveti – ci dice D’Angelo -. Producono l’olio e, magari, lo vendono in Inghilterra e, soprattutto, in Austria”. Sappiamo che questa è una zona di oliveti e che, proprio a Cianciana, c’è una particolarità che si sostanzia nella presenza di olivi secolari, che somigliano agli oliveti secolari della Puglia: “E’ vero – ci dice D’Angelo – qui abbiamo degli olivi secolari. Tra questi c’è una varietà molto antica di Nocellara dalla quale potrebbero essersi differenziate la Nocellara del Belìce e la Nocellara Etnea”. Ovviamente non c’è solo l’olivo a Cianciana. “C’è il grano – ci ricorda D’Angelo -. A cominciare dai grani antichi siciliani, che oggi stanno tornando alla ribalta. E c’è il pistacchio di Raffadali che va sempre più diffondendosi in tanti centri dell’Agrigentino e che oggi è presente anche nelle campagne di Cianciana. Il nostro è un pistacchio particolare, quasi dietetico. Contiene pochissimi grassi, a differenza di altre varietà di pistacchi, che invece sono piene di sostanze grasse. Nella preparazione dei dolci il pistacchio di Raffadali è molto richiesto proprio per le sue caratteristiche: essendo piuttosto secco si può ridurre in scaglie”. In Sicilia, quando si parla e si scrive di pistacchi, bisogna stare attenti, perché – uno e due – o si infastidiscono i produttori di pistacchi di Bronte, o si infastidiscono i produttori di pistacchi di Raffadali (anche se noi, forse perché siamo di origine agrigentina, non possiamo non manifestare una leggera preferenza per il pistacchio di Raffadali: senza offesa per nessuno, il gelato di pistacchi di Raffadali è insuperabile!).
Basta questo a spiegare l’interesse di tanti stranieri per Cianciana? No. “Intanto – ci racconta sempre D’Angelo – Cianciana si trova in una posizione strategica. Siamo a trecentocinquanta-quattrocento metri sul livello del mare, è vero. Ma siamo anche a un quarto d’ora dal mare di Eraclea Minoa, di Borgo Bonsignore, di Bovo Marina, di Giallonardo a Siculiana, di Torre Salsa, ovvero le spiagge meno frequentate e più belle della Sicilia”. Qui, però, ci dobbiamo fermare. Perché? Perché se sulla constatazione che siano le spiagge più belle della Sicilia non abbiamo dubbi, ma sul fatto che saranno ancora libere cominciamo a nutrire dubbi. Quando hanno autorizzato la realizzazione del Resort alla foce del fiume Sosio-Verdura (siamo a 20 minuti di automobile da Cianciana), le autorità regionali spiegavano che mai e poi mai i Siciliani avrebbero assistito alla privatizzazione della costa come avvenuto in certe aree marine della provincia di Palermo. Invece è avvenuto quello che va in scena a Palermo dagli anni ’60 del secolo passato in alcuni tratti di costa: ovvero, la privatizzazione. Da quello che ci dicono, la spiaggia del Resort Verdura non è raggiungibile nemmeno dal mare! Non fu così a Sciacca, negli anni ’70 e ’80, quando gli albergatori di Abano e i successivi gestori non riuscirono mai a privatizzare la spiaggia sottostante (spiaggia di Sovareto, Suaritu, come si dice a Sciacca). E non sappiamo come finirà a Torre Salsa, la splendida Riserva naturale che si distende tra Siculiana e Montallegro, dove gli austriaci della Adler stanno per aprire i battenti di un contestatissimo Resort realizzato al confine con la Riserva naturale. Che fine farà la Riserva di Torre Salsa? Ce lo chiediamo alla luce del fatto che, proprio la vicenda Adler – storia dalle tantissime ombre e dalle pochissime luci – segna il fallimento, culturale prima che ecologico, degli ambientalisti siciliani che ‘tutelano’ l’ambiente con i soldi della Regione siciliana che dovrebbero controllare! Proprio a Torre Salsa, in questi anni, abbiamo assistito a polemiche sulla gestione delle strade interne alla Riserva naturale e a tanti tentativi di convincere i piccoli proprietari terrieri che insistono nella stessa Riserva a vendere i propri appezzamenti. Torre Salsa, insomma, è il paradigma di una domanda che ci siamo posti e abbiamo posto in un MATTINALE di circa due anni fa: la Sicilia è ancora dei Siciliani? E non è un caso se poniamo tale domanda ragionando nell’Agrigentino, perché è in questa provincia che la svizzera Nestlè si è presa l’acqua dei Monti Sicani (Acqua Vera) per venderla ai siciliani (che pagano la loro acqua!), è qui che insiste il Resort Verdura, è qui che stanno per partire gli austriaci della Adler (ce la vogliamo vedere tutta, questa storia, con la Riserva naturale di Torre Salsa, Riserva nata ‘misteriosamente’ su terreni di proprietà privata tra la fine del 1999 e i primi anni del 2000). E è qui – e torniamo all’inchiesta di oggi – che si è aperta la grande operazione su Cianciana che, a nostro modesto avviso, è soltanto alle prime battute.
Le cronache ci raccontano che a Cianciana tutto è iniziato quasi per caso, dopo il rientro in questa cittadina di qualche emigrato che aveva cercato fortuna altrove. Anche se il protagonista resta David Justice, giornalista e scrittore che, poco meno di 25 anni fa, venne invitato in Sicilia per la presentazione del suo libro Giustizia di Dave. Si disse di un amore a prima vista, da parte di David, che scelse di cambiare vita e di trasferirsi a Cianciana. Decise di fare l’agente immobiliare a fianco dei suoi colleghi ciancianesi Carmelo Panepinto, Salvatore Passafiume e Alfonso Martorana con i quali mise su la prima Agenzia immobiliare del posto, chiamata “My House”. Nel nostro articolo pubblicato poco meno di dieci anni fa su Link Sicilia scrivevamo: “Cianciana attrae molto di più di altre località più conosciute e gli stranieri non sono arrivati solo dall’Inghilterra come in un primo momento, ma anche da altri Paesi del Nord Europa, attratti dalla
Tanti i motivi che spiegano l’interesse dei cittadini di altri per Cianciana: clima mite, paesaggi incantevoli, il mare a un tiro di schioppo e luoghi ancora tutti da scoprire, dall’area archeologica alle Maccalube (da distinguere dalle Maccalube di Aragona, sempre nell’Agrigentino). A parte, ovviamente, la viabilità. “La strada che collega Cianciana con Ribera è distrutta”, ci dice D’Angelo. E di questo vanno ringraziati il Governo nazionale di Matteo Renzi e il Governo regionale di Rosario Crocetta che hanno affossato le Province siciliane. La strada in questione è provinciale e siccome la Provincia di Agrigento è senza soldi le strade provinciali vanno in malora. Va detto che se tale strada si fosse trovata in provincia di Catania sarebbe già stata sistemata; siccome si trova in provincia di Agrigento se ne stanno tranquillamente fregando. Del resto, è noto che il Governo dei ‘Migliori’ di Mario Draghi, nella ripartizione dei fondi del PNRR, ha destinato zero euro alla provincia di Agrigento. Il resto sono chiacchiere.
Tra i tesori dimenticati di Cianciana e di altri luoghi dell’Agrigentino ci sono le miniere di zolfo e di kainite. Quest’ultima è una risorsa importante per la produzione di sali di potassio. I Nuovi Vespri ha più volte raccontato le vicissitudini delle miniere di sali potassici della Sicilia, a cominciare da Pasquasia, provincia di Enna, chiuse alla ine degli anni ’80 perché così sembra abbiano voluto i tedeschi (che, con molta probabilità, sfrutteranno queste miniere quando verrà completata la colonizzazione economica dell’Italia da parte della Ue non a caso a ‘trazione’ tedesca). Interessante, anche – e forse a Cianciana più interessante dei sali potassici – è lo zolfo di Cianciana, ‘dimenticato’ da una Sicilia un po’ ‘distratta’, sicuramente fragile e anche un po’ ascara. Ecco cosa scrive Wikipedia a proposito dello zolfo di questa cittadina: “Cianciana è divenuta famosa per il suo zolfo, estratto a partire dall’Ottocento. Lo zolfo estratto nel territorio di Cianciana ha una particolarità più unica che rara, presenta una struttura cristallina esagonale, a differenza di quello estratto in qualsiasi altra parte nel globo[senza fonte]. Proprio a causa di questa sua particolarità, è possibile trovare i cristalli di zolfo di Cianciana nei maggiori musei di storia naturale del mondo come ad esempio a Londra, Berlino, Berna, Milano e Washington. I costi elevati, a causa della profondità a cui si trova il minerale nel territorio ciancianese, hanno fatto sì che l’attività estrattiva sia stata interrotta già negli anni Sessanta”. Chissà perché, ma noi diamo molta importanza al sottosuolo siciliano…
Foto di Cianciana tratta da Wikipedia