“Falso materiale in atto pubblico”, è l’accusa contestata dalla procura di Palermo al sindaco Leoluca Orlando e a una serie di ex assessori, dirigenti e capi area comunali. In tutto sono 24 le persone indagate che ieri sera hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Secondo la ricostruzione dei finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, falsi sarebbero i numeri delle entrate e delle uscite inserite nei bilanci degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. «Ho avuto comunicazione dell’avviso di un’indagine, esaminerò gli atti depositati dalla Procura della Repubblica e per fare massima chiarezza attendo di essere ascoltato dai magistrati titolari delle indagini sul merito e sulle competenze in una materia, peraltro, particolarmente tecnica». Dice intanto Orlando.
Le indagini dei sostituti procuratori Andrea Fusco, Giulia Beux e del procuratore aggiunto Sergio
Demontis contestano irregolarità in diversi settori: dall’ufficio del condono edilizio a quello dei tributi, dalle risorse patrimoniali alle politiche abitative.Il bilancio del 2016 avrebbe riportato falsi dati di previsioni nelle entrate e falsi costi del servizio Rap secondo la Guardia di Finanza che ha eseguito le indagini.
Oltre al sindaco di Palermo, tra gli indagati spuntano i nomi dell’ex assessore Luciano Abbonato e i dirigenti Sergio Pollicita, Daniela Rimedio, Lucietta Accordino, Mario Li Castri, Paolo Porretto, Giovanni Carlo Galvano, Leonardo Brucato, Luigi Mortillaro, Carmela Agnello, Cosimo Aiello, Antonino Mineo, Salvatore Di Trapani.
Sono accusati in concorso di avere inviato alla Ragioneria Generale delle schede di previsione di entrata sovrastimate per l’approvazione del bilancio per l’anno 2016. Sergio Pollicita, capo aerea delle relazioni istituzionali sviluppo e innovazione aveva previsto nel capitolo recupero indennità di occupazione d’immobili di proprietà comunale 9 milioni e mezzo di euro. L’accertamento per il 2015 non era disponibile mentre per il 2016 l’accertamento era di un milione e 800 mila euro. Daniela Rimedio, dirigente servizio Tari aveva previsto 10 milioni di euro per il recupero delle tasse non pagate, nel 2015 l’accertamento è di 2 milioni e mezzo circa mentre per il 2016 quattro milioni di euro. Anche sulle multe per infrazioni stradali le previsioni erano sovrastimate. La dirigente Lucietta Accordino, dirigente del servizio affari generali e gestione procedure sanzionatorie presso il comando della polizia municipale previo accordo con l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato, come scrivono i pm nell’avviso di conclusioni indagini, aveva fatto una previsione di 85 milioni di euro. L’accertamento nel 2015 era di 65 milioni così come quello del 2016.
Anche nel settore edilizia erano state previste maggiori entrate. Mario Li Castri capo area tecnica della riqualificazione urbana e delle infrastrutture e Paolo Porretto, dirigente del servizio Sportello Unico Edilizia avevano previsto per i contributi di edificabilità per le opere di urbanizzazione 11 milioni di euro, l’accertamento nel 2015 era di 5 milioni e 200 mila, nel 2016 4 milioni e mezzo. Anche sul condono edilizio le entrate erano sovrastimate. La previsione fatta da Giovanni Carlo Galvano dirigente dell’ufficio condono edilizio e controllo era di 6 milioni e mezzo a fronte di un accertamento nel 2015 di un milioni e 600 mila e nel 2016 di 4 milioni e mezzo. Anche il costo del contratto per il servizio di raccolta rifiuti della Rap era sottostimato. La previsione era di circa 113 milioni di euro circa. Il costo effettivo 114 milioni circa, con una differenza di 800 mila euro. Nonostante le previsioni delle entrate e del costo del servizio Rap false Leonardo Brucato, capo del settore bilancio e Tributi, Luigi Mortillaro dirigente del servizio Bilancio, Carmela Agnello ragioniere generale davano parere favorevole alla proposta di delibera di giunta per l’approvazione dello schema di bilancio di previsione del 2016.