- Il salario minimo, egregia ex Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, serve per sottopagare i lavoratori a norma di legge
- Non siamo stupiti dalla posizione politica assunta dal Movimento 5 Stelle, che ormai è diventato la quinta colonna del liberismo economico in barba a chi l’ha votato
da Costantino Guzzo
vice presidente dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%
riceviamo e pubblichiamo
Il salario minimo, egregia ex Ministro de Lavoro Nunzia Catalfo, serve per sottopagare i lavoratori a norma di legge
Carniti, Storti, Vanni: si fanno rimpiangere, per la puntualità (magari ipocrita) con cui almeno riuscivano a leggere i valori costituzionali del lavoro e darne garanzia. Sono cose che mancano a tante delle personalità politiche che oggi provengono da forze progressiste, di un progressismo parolaio e culturalmente destrutturato fino all’appiattimento da slogan. L’ex Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo proviene proprio da uno di questi movimenti, i 5 Stelle e in questi giorni si è messa in luce proprio su un piano che evidenzia la lontananza anni luce dagli interessi dei lavoratori e dal dettato costituzionale a proposito di lavoro. La Catalfo, in un suo comunicato, ci tiene ad avere riconosciuta la sua maternità su quella proposta legislativa andata in commissione col nome di “salario minimo orario”. Si schiera così con la classe padronale, felice di sottopagare la gente e con quella politica orba, cieca e assistenzialista che ha prodotto il Reddito di cittadinanza senza produrre “linee di lavoro”.
Non siamo stupiti dalla posizione politica assunta dal Movimento 5 Stelle, che ormai è diventato la quinta colonna del liberismo economico in barba a chi l’ha votato
Sia chiaro, per noi il salario minimo non è garanzia ma bensì “sottrazione”, sottrazione di possibilità di miglioramento nella contrattazione del costo orario e il suo appiattimento ricattatorio facilitato, così, per legge. Il vero sindacalismo serio di una volta e una vera politica progressista si sarebbero preoccupati di più di puntellare il sistema della contrattazione nelle sue fondamenta: cioè legiferare e regolare meglio e ancor di più ciò che sono i Contratti Collettivi nazionali di categoria. È nei CCNL e nella loro approvazione assembleare che il costo del lavoro deve trovare il suo equilibrio. Il salario minimo orario diventa invece il costo orario dello schiavismo per la sopravvivenza. Noi non ci meravigliamo di come il Movimento 5 Stelle si stia prestando, come una quinta colonna, agli interessi liberisti di una globalizzazione di mercato. Il tradimento ideologico di certa parte della politica sta venendo fuori e il governo di Mario Draghi così va studiato. Cara Catalfo, possiamo capire l’interesse culturale verso la moderna globalizzazione ma non capiremo mai la “glebalizzazione” della classe lavoratrice.
Foto tratta da La Gazzetta del Sud Sicilia
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