Grillini e PD non hanno vinto le elezioni comunali in Sicilia. Il futuro ruolo di De Magistris e degli autonomisti-sicilianisti/ MATTINALE 469

18 ottobre 2021
  • I dati del primo turno delle elezioni comunali in Sicilia confermano la crisi irreversibile del Movimento 5 Stelle 
  • La vittoria grillina ad Alcamo è tale fino a un certo punto, perché in questo Comune ha vinto la buona amministrazione del sindaco Domenico Surdi
  • A Porto Empedocle e a Favara grillini e PD hanno preso batoste
  • Anche in provincia di Siracusa questi due partiti non hanno brillato
  • A Caltagirone il vero sconfitto è il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci
  • Alle elezioni regionali siciliane del prossimo anno e alle elezioni politiche del 2023 i tanti voti in uscita dal Movimento 5 Stelle potrebbero essere intercettati dal soggetto meridionalista di Luigi De Magistris e, in Sicilia, dalle liste autonomiste e indipendentiste. E Giuseppe Conte? ‘Prigioniero politico’ del Governo Draghi

I dati del primo turno delle elezioni comunali in Sicilia confermano la crisi irreversibile del Movimento 5 Stelle 

Giancarlo Cancelleri – che non è più parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle ed è sottosegretario alle Infrastrutture ai Trasporti senza essere parlamentare nazionale – dice che, in Sicilia, il Movimento 5 Stelle e il PD, da alleati, possono vincere le elezioni regionali del prossimo anno. Da cosa nasce la speranza di Cancelleri? Dai risultati elettorali della prima tornata delle elezioni comunali. Noi, ormai da tempo, scriviamo che i grillini faranno la fine di Angelino Alfano, l’ex Ministro del Nuovo centrodestra oggi scomparso dall’agone politico insieme al suo partito. A suffragare la nostra tesi, sulla pagina Facebook del segretario del Movimento Siciliani Liberi,  Ciro Lomonte, abbiamo letto un post molto documentato di Salvo Coppolino, che riprendiamo. In questo post, con i dati forniti dall’assessorato regionale ex Enti locali, si possono leggere i veri risultati ottenuti dal PD e dal Movimento 5 Stelle.

La vittoria grillina ad Alcamo è tale fino a un certo punto, perché in questo Comune ha vinto la buona amministrazione del sindaco Domenico Surdi

“Iniziamo da Alcamo, fonte di goduria di entrambe le liste – scrive Coppolino -: 2021 – PD 5,43%, M5S 9,88%. 2016 – PD 10,69%, M5S 31,43%; tradotto significa che il PD ha dimezzato i propri voti, il M5S ne ha persi i 2/3”. Su Alcamo aggiungiamo una nota noi. E’ vero che ha vinto un sindaco del Movimento 5 Stelle, Domenico Surdi. Ma va ricordato che Alcamo è la città dell’europarlamentare, Ignazio Corrao, che ha lasciato il Movimento. Ed è stato proprio Corrao, cinque anni fa, a contribuire alla candidatura di Surdi. Non solo. Se Surdi non avesse messo i candidati a lui vicini nella lista grillina, con molta probabilità il risultato del Movimento 5 Stelle ad Alcamo, nele elezioni del Consiglio comunale, sarebbe stato imbarazzante…

A Porto Empedocle e a Favara grillini e PD hanno preso batoste

Coppolino si sofferma sul risultato elettorale di Porto Empedocle, provincia di Agrigento: “2021 – il PD non ha presentato il simbolo, M5S 6,19%. 2016 – PD 6,25%, M5S 14,60%. Anche qui il M5S ha più che dimezzato i suoi consensi”. Non solo i grillini, in questo Comune dell’Agrigentino, hanno dimezzato i consensi, ma hanno anche perso il sindaco, Ida Carmina, che non è arrivata nemmeno al ballottaggio. Questo punto è importante: ad Alcamo il sindaco uscente ha vinto perché ha amministrato bene; a Porto Empedocle la sindaca uscente non deve aver convinto molto i suoi concittadini. Proseguiamo con l’Agrigentino. A Favara, in queste elezioni comunali, il PD si è attestato al 5,80%, mentre i grillini non hanno presentato lista. Nel 2016 il PD era al 13,69% mentre i grillini – oggi scomparsi – erano al 10,69%. “Anche a Favara – scrive Coppolino – il PD ha preso una batosta non indifferente, perdendo 1/3 dei suoi elettori. Anche a Canicattì non è andata bene per Movimento 5 Stelle e PD. Alle elezioni comunali di quest’anno i grillini si sono attestati al 4,99%, mentre il PD non ha presentato lista. Nel 2016 il PD era all’8,27%, M5S 8,32%. Entrambi i partiti hanno perso voti anche in questi Comuni.

Anche in provincia di Siracusa questi due partiti non hanno brillato

A Noto, provincia di Siracusa, le elezioni non sono andate molto bene per i grillini e per il PD. Il Movimento 5 Stelle, quest’anno, non ha presentato il simbolo. Il PD ha preso uno 0,66%! Insomma, i grillini si sono auto-eclissati, mentre il Partito Democratico è sparito. Coppolino fa notare che, nel 2016, i grillini, nel Comune di Noto, erano al 3,78%, mentre il PD era al 6,32%. “Inutile commentare la debacle del PD”, scrive Coppolino. Sempre in provincia di Siracusa, a Lentini, nel 2021 i grillini hanno sfiorato il 6%, mentre il PD non ha presentato alcun simbolo; nel 2016 il Movimento 5 Stelle era sopra il 10,%, mentre il PD era all’11,50%. Come si può notare, i grillini hanno dimezzato i voti.

A Caltagirone il vero sconfitto è il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci

Ad Adrano, provincia di Catania, PD, alle elezioni di quest’anno ha raggiunto il 5,28%, mentre i grillini sono al 2,53%. Anche se i simboli non erano presenti nelle elezioni del 2018 non si può parlare di un grande risultato. A Vittoria, provincia di Ragusa, alle elezioni di quest’anno il Movimento 5 Stelle raggiunge il 7,74%, mentre il PD prende 7,39%. Nel 2016 i grillini erano al 13,89% e il PD all’8,16%. “M5S perde il 40% dei suoi consensi”. commenta Coppolino. Unico Comune dove c’è stata una affermazione delle 2 liste è San Cataldo dove il PD è passato dall’8,68% al 14,62% mentre il M5S è passato dal 6,27% all’8,83%. In verità, mancano di dati di Caltagirone, dove il centrosinistra ha vinto al primo turno (per essere precisi, a Caltagirone il vero sconfitto è il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci). “Per la cronaca – scrive sempre Coppolino – questi dati sono presi dal sito dell’assessorato regionale degli Enti locali, quindi evitate di contestarli. Che dire: entrambi i partiti hanno preso batoste in quasi tutti i Comuni, in alcuni non hanno neanche superato il minimo del 5%. Se hanno eletto sindaci al primo turno, devono solo ringraziare le liste civiche che erano a loro supporto e, purtroppo, la divisione del centrodestra. Quindi cantare vittoria è una b… che evidenzia, ancora una volta, l’assoluta mancanza di serietà di entrambi i partiti”. Il nostro non è un giudizio così drastico. Anche perché nelle elezioni comunali giocano fattori locali. Quanto al centrodestra siciliano, i problemi li ha creati Forza Italia di Gianfranco Miccichè, che ancora non sa se ricandidarsi nel centrodestra o se ripassare nel centrosinistra.

Alle elezioni regionali siciliane del prossimo anno e alle elezioni politiche del 2023 i tanti voti in uscita dal Movimento 5 Stelle potrebbero essere intercettati dal soggetto meridionalista di Luigi De Magistris e, in Sicilia, dalle liste autonomiste e indipendentiste. E Giuseppe Conte? ‘Prigionieri politico’ del Governo Draghi

Un dato politico, comunque, emerge con chiarezza: non c’è la grande vittoria del PD e, soprattutto, c’è la secca sconfitta del Movimento 5 Stelle. Chi pensava che con l’arrivo di Giuseppe Conte alla guida di quello che resta del Movimento le cose sarebbero cambiate si dovrà ricredere. Conte, in effetti, potrebbe cominciare a cambiare i corso delle cose, ma dovrebbe essere libero di agire. Ma così non è. La pima cosa che dovrebbe fare, per salvare il Movimento è uscire subito dal Governo di Mario Draghi. Ma, di fatto, è un ‘prigioniero politico’ dell’Unione europea dell’euro che ha imposto Draghi a Palazzo Chigi per attuare le ‘riforme’ che vuole la stessa Ue. Il problema che il Governo Draghi e le ‘riforme’ dello stesso Governo Draghi sono l’esatta negazione dei valori fondanti del Movimento 5 Stelle. Non solo Conte avrebbe difficoltà a ridare credibilità a un Movimento ormai in grandissima crisi di identità politica, ma ‘deve’ restare in un Governo che porterà all’estinzione dello stesso Movimento 5 Stelle. I ‘sondaggi’ elettorali – che dopo le elezioni americane che davano Trump seccamente sconfitto, mentre invece per fare ‘vincere’ Biden hanno dovuto inventarsi le elezioni ‘postali’ e le violazioni costituzionali in quattro-cinque Stati – ormai fanno sorridere. Sicuramente i risultati delle elezioni comunali – peraltro ancora parziali, perché solo oggi conosceremo i risultati dei ballottaggi – non sono indicativi al 100% della volontà elettorale, ma noi non crediamo di esagerare se scriviamo che i grillini, alle prossime elezioni regionali siciliane non raggiungeranno il 5%; e forse potrebbe essere così anche alle elezioni politiche nazionali del 2023. Di più: i voti in uscita – lo dimostrano i risultati delle comunali – non vanno al PD e nemmeno ad altre formazioni politiche nazionali. Se, soprattutto nel Sud, nasceranno liste con movimenti locali – quello che, per citare due esempi, stanno tentando di fare l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris in tutto il Sud e Identità Siciliana nella nostra Isola– le sorprese delle prossime elezioni potrebbero arrivare proprio dai meridionalisti e dalle liste autonomiste e indipendentiste in Sicilia. Soprattutto in Sicilia se Autonomisti e Sicilianisti presenteranno un candidato alla presidenza della Regione siciliana di alto spessore potrebbero arrivare le sorprese. Questo perché in Sicilia oltre il 50% degli elettori non va a votare. Ma con un candidato in grado di svegliare le coscienze lo scenario potrebbe cambiare.

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