Pensavano di avere vinto anche a Trieste, Mario Draghi e il suo pessimo Governo. I soliti mezzi d’informazione di regime avevano già dato la notizia della capitolazione della protesta contro il Green pass nei posti di lavoro. Invece le cose si sono messe male (per il Governo Draghi), perché la protesta nella città che è diventata il simbolo della lotta per la Democrazia e la Libertà non è mai finita. C’è stato, questo sì, un malinteso, del quale abbiamo dato notizia stamattina: una mezza ritirata – peraltro onorevole, visto che nel porto di Trieste gli operai entrano senza Green pass – frutto, forse, di cattiva comunicazione; poi il comunicato ufficiale nel quale si dice che la protesta continua fino al 20 di Ottobre, quando una delegazione di lavoratori del porto di Trieste in sciopero verrà ricevuta al Senato: un Senato il cui vertice – questa è la vera notizia che tutti si ostinano ad ignorare – che, di fatto, ha assunto una posizione diversa a quella del Governo Draghi. In politica c’è anche la logica, oltre ai manganelli nelle piazze schierati dal Governo Draghi: e la logica ci dice che se i lavoratori del porto di Trieste scioperano perché sono contrari al Green pass nei posti di lavoro, riceversi al Senato significa che i vertici del Senato sono disposti ad ascoltare la protesta dei lavoratori. Non sappiamo come finirà, ma intanto questo è un ‘siluro’ al Governo Draghi, alla sua arroganza e alla sua tracotanza. Quello che sappiamo che è che il coordinatore degli operai i lotta nel porto di Trieste, Stefano Puzzer, si è dimesso.
Lo sciopero nel porto di Trieste continua, Super-Mario Draghi. E noi ci auguriamo che, nei prossimi due giorni, l’Italia democratica e antifascista (che non è l’Italia dei fascisti ‘infiltrati’ nelle manifestazioni popolari…) sappia rispondere con atti concreti al coraggio he stanno dimostrando gli operai del porto di Trieste in lotta insieme con i tanti italiani che sono corsi in questa bellissima città a difendere la Democrazia e la Libertà del lavoro. Lo sciopero di Trieste continua, Super-Mario, perché gli operai in lotta sono lontani mille miglia dal tragicomico ‘capo’ della Lega, Matteo Salvini, che prima impone ai ministri del suo partito di non partecipare alla riunione del Consiglio dei Ministri per contestare l’assurda e antidemocratica delega che un Parlamento italiano sempre più ‘aventiniano’ ha regalato al Governo Draghi per fargli scrivere, a uso e consumo dei potenti d’Italia la riforma fiscale e poi torna nell’ovile del Governo con la coda in mezzo alle gambe. Tutto questo per nascondere che le tre Regioni leghiste del Nord, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, più l’Emilia Romagna ‘di sinistra’ appoggiano il Governo Draghi in cambio del via libera all’Autonomia differenziata per fottere altri 60-70 miliardi di euro all’anno alle Regioni del Sud e alla Sicilia e della riduzione e della riduzione o, forse, dell’abolizione dell’IRAP (in questo secondo caso chi minchia pagherà la sanità pubblica? i cittadini italiani con la ‘riforma’ a costo zero del Catasto?). Le diamo una brutta notizia, super-Mario: gli operai, i cittadini di Trieste che lo sostengono e gli italiani accorsi lì non sono come i leghisti rapina-Sud e rapina-Sicilia: hanno ‘le palle’ e si stanno battendo come leoni. Che succederà nelle prossime ore? Stasera o domani proveremo a fare qualche previsione.