Grazie a SWB siamo in grado di fornire ai nostri lettori alcune notizie sull’andamento del mercato internazionale del grano. Molte conferme e qualche novità. A conti fatti, una delle poche zone del mondo dove il prezzo del grano duro non cresce è la Sicilia. Il prezzo pagato agli agricoltori è bloccato a 40 euro al quintale, mentre a Foggia, già da alcune settimane, il grano duro ha superato i 50 euro al quintale. Non è un po’ strano, ad esempio, che mentre in queste ore l’Egitto blocca una gara per l’acquisto di grano, motivando tale scelta per la presenza di prezzi troppo alti, nella nostra Isola il prezzo rimanga bloccato da quasi due mesi? nel mondo l’atmosfera per il grano duro è ‘rialzista’, per la Sicilia no. E la politica siciliana che fa? Nulla. Andiamo allo scenario internazionale. Secondo StatsCan, il Canada, lo scorso Agosto, ha esportato 1.542 milioni di tonnellate di grano, con un calo del 25% rispetto allo scorso anno. Uno dei Paesi che ha acquistato il grano canadese è il Giappone, che ha importato poco più di 186 mila tonnellate di grano, con un aumento del 18% rispetto allo scorso anno. “I dati StatsCan, al contrario – leggiamo su SWB – mostrano che ad Agosto è stato esportato il 28% in più di grano duro canadese rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”. Ciò è spiegabile con la riduzione della produzione mondiale di grano. Non a caso ad acquistare oltre 70 mila tonnellate di grano canadese sono stati gli americani, se è vero che gli stessi Stati Uniti hanno triplicato le importazioni di grano canadese alla luce delle basse produzioni registrate quest’anno a causa della siccità.
Un altro Paese che ha acquistato grano dal Canada è il Belgio con quasi 60 mila tonnellate. Il fenomeno lo abbiamo più volte descritto: vero è che la produzione di grano canadese è quasi dimezzata, ma il grano disponibile – duro e tenero – è molto richiesto. L’industria dolciaria italiana ormai da tempo fa perno sulla varietà di grano tenero Manitoba; ci saranno invece difficoltà per l’acquisto, da parte dell’Italia, di grano duro canadese, la cui importazione, negli ultimi anni, era vistosamente aumentata. Gli acquirenti di grano duro canadese debbono fare i conti con il Marocco, che resta la destinazione principale del duro canadese. Sarà così anche adesso, con la crisi di offerta? Quindi un’altra conferma: “Notevole – leggiamo su SWB – il calo delle esportazioni verso l’Italia, che ha importato solo il 22% dell’importo dello scorso anno”. Vuol dire che l’industria italiana si dovrà arrangiare con la produzione di grano duro italiana, che è passata “da 3,89 milioni di tonnellate nel 2020 a 4,32 milioni di tonnellate nel 2021 (+11%)”, e anche con la produzione europea di grano duro europeo, che è passata da 7,22 milioni di tonnellate a 8,01 milioni di tonnellate (+11%)”. Da SWB ancora una conferma: “In questo contesto, il Canada non avrà abbastanza tonnellaggio per mantenere il ritmo delle esportazioni verso l’UE degli ultimi due anni, soprattutto in considerazione dell’aumento della domanda da parte degli Stati Uniti quest’anno”. Siccome il fabbisogno di grano duro – soprattutto per le industrie – è maggiore dell’offerta di grano duro italiano, il prezzo dovrebbe aumentare.
Qualche notizia sul contesto internazionale. Gli analisti prevedono un moderato calo delle scorte di grano statunitensi, che passano “da 615 milioni di staia a Settembre a 576 milioni di staia”. In Francia, per il grano tenero, invece, il Governo ha rivisto al ribasso la sua stima a 35,2 milioni di tonnellate contro i 36,1 del mese scorso. Secondo gli ultimi dati dell’Australian Bureau of Statistics (ABS), l’Australia ha esportato quasi 2 milioni e 200 mila tonnellate di grano, “compreso il grano duro ad Agosto, in crescita del 13% rispetto alle 1.930.459 tonnellate spedite a Luglio”. Apprendiamo che l’Egitto “ha annullato la sua gara di grano, probabilmente ritenendo i prezzi troppo alti. Le migliori offerte in questa gara provenivano dall’Ucraina”. L’opzione egiziana – non acquistare grano – conferma che ad Ottobre l’andamento del prezzo del grano è ‘rialzista’.
Il Giappone ha bandito una gara d’appalto regolare per l’acquisto di 120 mila tonnellate di grano da Stati Uniti, Canada e Australia; la gara si chiude oggi. Il 49% del grano che l’Egitto si accinge ad acquistare dovrebbe arrivare dagli Stati Uniti. Brutte notizie dal Brasile. Dove le piogge hanno pregiudicato la germinazione di una arte del grano seminato. Non si conosce ancora l’entità del danno. SWB ci aggiorna sulle esportazioni di grano da parte dei Paesi dell’Unione europea: “Le esportazioni di grano dell’Unione europea sono aumentate nella prima parte della stagione 2021/22 poiché la forte domanda di importatori, un euro in calo e gli alti prezzi russi hanno aumentato le spedizioni dell’Unione. Gli ultimi dati dell’UE, infatti, mostrano le esportazioni di grano tenero superiori del 45% rispetto agli 8,1 milioni di tonnellate dell’anno precedente, guidate da Romania, Bulgaria e Germania”. Notizia anche dal Regno Unito, dove si attendono una buona annata granicola, con un miglioramento “del 45% rispetto a un anno fa”, con una produzione che dovrebbe raggiungere i 14 milioni di tonnellate”.
Della Russia abbiamo scritto spesso. E’ uno dei maggiori produttori di grano del mondo, ma al pari di altri Paesi – Canada e Stati Uniti – ha accusato una flessione nella produzione del grano, tant’è vero che ha aumentato le tasse all’esportazione e ha ridotto le stesse esportazioni di grano. “Di conseguenza i prezzi del grano hanno continuato ad aumentare in tutto il bacino del Mar Nero. Ciò non impedisce alle esportazioni di rimanere forti, anche se secondo gli ultimi dati le esportazioni russe di grano sono diminuite del 27% dall’inizio della stagione il 1 Luglio. Il governo, infatti, sta valutando l’introduzione di quote di esportazione per l’inizio del prossimo anno. La Russia, tuttavia, dovrebbe essere ancora aggressiva nelle sue offerte contro l’offerta egiziana. Le piantagioni di grano invernale, intanto, sono ancora in ritardo per il momento rispetto allo scorso anno”.