- L’attuale Governo italiano cerca lo scontro sociale? Abbiamo l’impressione che verrà accontentato
- A Palermo c’è chi non ha capito nulla della protesta e ne fa una mera questione di soldi
- Ci sono anche 18 mila poliziotti non vaccinati. Intanto Draghi tira dritto e va allo scontro riesumando i DPCM. Ma non erano illegittimi?
L’attuale Governo italiano cerca lo scontro sociale? Abbiamo l’impressione che verrà accontentato
Si allarga la protesta contro l’obbligo del Green pass nel posto di lavoro. La rivolta contro un provvedimento liberticida va in scena da tempo con manifestazioni popolari in tante città d’Italia. Adesso la lotta si radicalizza perché il Governo dell’uomo solo al comando – al secolo il banchiere Mario Draghi trasformato in ‘statista’ – ha deciso di rendere obbligatorio il Green pass nei luoghi di lavoro. Compreso il Parlamento italiano che si adegua a quello che il filosofo marxista, Diego Fusaro, definisce “il nuovo regime terapeutico”. Ma se il Parlamento si adegua (e non è la prima volta…), a Trieste, come abbiamo raccontato stamattina, dilaga la protesta tra i lavoratori del porto. I quali non ne vogliono sapere del Green pass. Il Governo Draghi – dimostrando quello che è, e cioè un Governo che non vale nulla, ha provato a rabbonire i lavoratori portuali di Trieste, invitando le aziende a pagare il Green pass. Questa la risposta dei lavoratori portuali triestini, una risposta che è una lezione di vita per il Governo Draghi e per i suoi Ministri: “Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”. Insomma, a questi lavoratori, con i cabbasisi quadrati, non interessano i soldi: ne fanno una questione morale di principio: il Governo Draghi, che gli piaccia o no, si deve ‘rimangiare’ l’obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro. Altrimenti loro, il 15 Ottobre, incroceranno le braccia. E per il porto di Trieste è un bel problema, perché il 40% della forza lavoro che annuncia lo sciopero bloccherà il 40% e forse più dell’operatività di uno dei più importanti scali marittimi italiani.
A Palermo c’è chi non ha capito nulla della protesta e ne fa una mera questione di soldi
La notizia – che noi riteniamo bellissima – è che altri lavoratori di altri porti italiani potrebbero aderire alla protesta di Trieste. Pronti a incrociare le braccia, a partire da Venerdì prossimo 15 Ottobre, ci sarebbero folti gruppi di lavoratori di Genova e di Gioia Tauro. La speranza è che si sveglino anche i lavoratori di altri porti italiani. Chi invece sembra senza speranza, tanto per cambiare, è Palermo. leggiamo, infatti, una dichiarazione di Giuseppe Todaro, presidente di Portitalia e Osp (Operazioni e servizi portuali), le società che hanno in gestione i servizi dello scalo portuale palermitano. Questo signore dimostra di non aver capito il senso della protesta che è nata a Trieste e ne fa non una questione morale, ma una questione economica: “Non abbiamo in questo momento problemi – dice Todaro in un’intervista al quotidiano La Repubblica – in questi mesi abbiamo svolto una grande campagna di sensibilizzazione per la vaccinazione con una percentuale di adesioni molto elevata, peraltro in linea con la media nazionale. E nei prossimi giorni prevediamo fino a due responsabili per ogni squadra per controllare il possesso del Green pass”. Come fa Todaro a sapere che per i lavoratori del porto di Palermo la vergognosa vicenda del Green pass è solo una questione di picciuli e non un principio di rispetto della Libertà e della Democrazia? Perché i lavoratori portuali di Palermo la debbono pensare come il signor Todaro e non come i valorosi lavoratori portuali di Trieste e, si spera, anche di Genova e Gioia Tauro? E da chi sarebbero composte le squadre “per controllare il possesso del Green pass”? Da lavoratori che andranno a perseguire altri lavoratori? “Siamo preparati a eventuali defezioni – insiste questo signor Todaro – anche grazie a un numero consistente di personale e la possibilità di coprire con eventuali straordinari”. E aggiunge che prevarrà “la linea del rigore e chi non avrà il Green pass rimarrà a casa come prevede la legge”. E siccome questo signor Todaro si sente potentissimo, ancora più potente del Governo Draghi, aggiunge col piglio del “e qui comando io, e questa è casa mia”: “Siamo contrari e sposiamo la linea del governo. Vaccinarsi tutti per salvarci tutti”. Ci piacerebbe capire cosa pensano i lavoratori portuali di Palermo.
Ci sono anche 18 mila poliziotti non vaccinati. Intanto Draghi tira dritto e va allo scontro riesumando i DPCM. Ma non erano illegittimi?
Ma Venerdì prossimo 15 Ottobre non ci dovrebbero essere solo i lavoratori portuali a protestare. Non possiamo pensare che le centinaia di migliaia di persone che in queste settimane sono scese in piazza ogni Sabato non faranno nulla. Sulla rete leggiamo di scioperi qua e là, però in questi casi è bene richiamarsi all’ufficialità. E giusto per parlare di ufficialità segnaliamo il TG di Byoblu di oggi, che segnala la presenza di 18 mila poliziotti non vaccinati: “Sono diciottomila i poliziotti non vaccinati e il sistema del Green pass potrebbe mettere a rischio l’apparato di sicurezza nazionale”, leggiamo nel post di Byoblu che accompagna il TG. “I nostri organici hanno già una carenza drammatica”, dice il segretario di Polizia COISP, Domenico Pianese. “In queste ore è in corso una riunione tra i sindacati e il capo della Polizia, Lamberto Giannini, proprio sulle difficoltà legate al lasciapassare verde”. Intanto il Governo dell’uomo solo al comando, al secolo il banchiere Mario Draghi promosso ‘statista’ tira dritto ed emana le linea guida sul Green pass. la cosa che ci ha colpiti è che queste linee guida – che riguardano la libertà delle persone – sono state emanate sotto forma di DPCM, Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Alla base, per carità, c’è una legge dello Stato (e quindi il Governo Draghi è un passo avanti rispetto ai Governi di Giuseppe Conte, che alla fine si è fatto ‘bocciare’ i DPCM dalla Magistratura). Per applicare una legge vanno bene i DPCM, soprattutto se di mezzo c’è la libertà delle persone di recarsi al lavoro? Lasciamo questo interrogativo a chi ne sa più di noi. Quello che ci auguriamo è che Venerdì, in Italia, si manifesti una grande protesta corale contro uno dei peggiori Governi degli ultimi anni.
Foto tratta da Open
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