Negli scaffali di alcuni Centri commerciali dell’Inghilterra comincia a mancare la pasta. La notizia la leggiamo su METRO, il quotidiano cartaceo a più alta diffusione nel Regno Unito. L’articolo ci è stato segnalato da Annibale Chiriaco, un imprenditore che opera da anni nel settore agroalimentare. “Sono i primi effetti della mancanza di grano – ci dice -. Vero è che, da quelle parti, c’è anche un problema legato ai trasporti. Ma il dato che emerge con chiarezza è che la riduzione della produzione di grano in Canada, negli Stati Uniti e in Russia comincia a manifestare i primi effetti. In Sicilia – e questo l’abbiamo notato tutti – il costo del pane è aumentato del 30 per cento. Ora cominciano ad arrivare le prime notizie sulla pasta che inizia a mancare negli scaffali dei Centri commerciali. E siamo solo all’inizio”.
Titolo dell’articolo: “Carenza di pasta nei supermercati perché il cambiamento climatico ha ucciso il grano”. Più chiaro di così non si può essere. “L’alimento di base italiano scrive METRO – rischia di essere eliminato dal menu dopo un disastroso raccolto di grano durante l’estate”. Si spiega che la crisi “colpisce le forniture in tutto il mondo e provoca un’impennata dei prezzi”. Un problema, per gi amanti della pasta, perché viene a mancare la semola, “l’ingrediente fondamentale per fare spaghetti, penne e maccheroni”. Il giornale si sofferma sui cambiamenti climatici che hanno colpito il Canada dove una “temperatura record di 49,6 °C a giugno” ha provocato una riduzione della produzione di grano che viene stimata tra “il 40 e il 50%”. I consumatori lamentano carenza di pasta in tutto il Paese: “Scaffali vuoti sono stati visti oggi nei negozi Sainsbury’s a Birmingham e Surrey, così come nei negozi Tesco a Edimburgo e Bristol. Tesco ha negato di avere una carenza a causa della fornitura di grano duro, mentre Morrisons ha accusato la ridotta disponibilità nelle festività nazionali italiane”. Il direttore di Eurostar Commodities, Jason Bull, non si fa molte illusioni: “I cambiamenti climatici stanno causando problemi alle forniture di pasta”. E aggiunge che è la prima volta, da 17 anni a questa parte, che si verifica una cosa del genere. L’articolo si sofferma anche sullo scenario negli Stati Uniti, dove i cambiamenti climatici avrebbero ridotto la produzione “di quasi il 50%”. E in Europa? Giudizio tecnico ineccepibile sulla produzione del Nord Europa: “le piogge eccessive” consegnano un “grano non adatto alla macinazione”. Va meglio in Italia, dove la riduzione della produzione del grano duro non è stata eccessiva.
Foto tratta da METRO