- Lo ha appurato la Corte dei Conti di Roma che ha sollevato il caso davanti alla Corte Costituzionale
- Se la Consulta darà ragione ai giudici contabili la Regione siciliana si ritroverà con un nuovo ‘buco’ di oltre un miliardo e mezzo di euro
- Nuovi ‘bordelli’ anche per il solito Rendiconto 2019 che il presidente Musumeci e l’assessore Armao non riescono ad ‘addomesticare’
Lo ha appurato la Corte dei Conti di Roma che ha sollevato il caso davanti alla Corte Costituzionale
Chissà se un giorno riusciremo a trovare gli articoli che abbiamo scritto per Link Sicilia su quello che combinavano con il Fondo sanitario regionale i protagonisti del Governo di Rosario Crocetta. Era la legislatura 2012-2017 E noi avevamo il dubbio che, con i soldi della sanità siciliana, pagavano i debiti della Regione! Noi trovavamo assurdo tutto questo, perché già allora i Pronto Soccorso e, in generale, gli ospedali della Sicilia erano in sofferenza a causa dei ‘risparmi’ imposti dal Governo di Mario Mondi con il celeberrimo ‘Decreto Balduzzi’ e poi con gli altri tagli disposti dai successivi Governi di Enrico Letta e Matteo Renzi. Oggi questa storia riemerge dalle nebbie del passato e si scopre che sì, la Regione siciliana ha utilizzato fino ad oggi le risorse del Fondo sanitario regionale per pagare debiti che non avevano nulla a che vedere con la sanità. A porre fine a questo babbio contabile – che i siciliani hanno pagato con il taglio ai servizi sanitari che arriva fino ai nostri giorni – è stata la Corte dei Conti di Roma che ha sollevato la questione davanti alla Corte Costituzionale.
Se la Consulta darà ragione ai giudici contabili la Regione siciliana si ritroverà con un nuovo ‘buco’ di oltre un miliardo e mezzo di euro
I giudici contabili contestano l’articolo 6 della legge regionale numero 3 del 17 marzo 2016. Ovvero: “Trasferimento oneri di competenza del settore sanitario. 1. A decorrere dall’esercizio finanziario 2016, per il finanziamento delle quote residue di capitale ed interessi del prestito sottoscritto ai sensi dell’articolo 2, comma 46, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 tra il Ministero dell’Economia e la Regione siciliana dell’importo annuo di 127.850 migliaia di euro, è autorizzato l’utilizzo di una quota del Fondo sanitario”. Le “127.850 migliaia di euro” equivalgono a poco meno di 280 milioni di euro all’anno. Insomma i debiti della Regione siciliana – che, ribadiamo, nulla hanno a che spartire con la sanità – sono stati caricati sul Fondo sanitario regionale della Sicilia, togliendo servizi sanitari ai cittadini della nostra Isola! Bravissimo il Governo di centrosinistra di Rosario Crocetta e altrettanto bravi i parlamentari regionali del 2016 che hanno votato in favore di questa legge. E bravo anche l’attuale Governo di Nello Musumeci che – subentrato a Crocetta a fine Novembre del 2017 – ha lasciato tutto immutato fino ad oggi, tanto a pagare sono gli ignari cittadini siciliani. Poi, però, bisogna ‘risparmiare’ sulle consulenze mediche negli ospedali (esempio classico: se un medico di Pronto Soccorso si accorge che per un paziente è necessaria la consulenza di un cardiologo, di un ematologo o di un altro specialista, ci deve pensare due volte prima di chiederla, perché sennò i vertici delle Aziende ospedaliere mettono la ‘funcia‘ e dicono che bisogna “evitare gli sprechi” e le “inappropriatezze”). Ora la parola passa alla Corte Costituzionale. Se l’articolo 6 della legge regionale numero 3 del 2016 verrà dichiarato incostituzionale la Regione dovrà restituire le sei rate del debito che i Governi regionali hanno scippato al Fondo sanitario regionale dal 2016 ad oggi. Insomma, si profila un nuovo ‘buco’ di oltre un miliardo e mezzo di euro.
Nuovi ‘bordelli’ anche per il solito Rendiconto 2019 che il presidente Musumeci e l’assessore Armao non riescono ad ‘addomesticare’
La Corte dei Conti di Roma (in Sezione speciale) ha sostanzialmente annullato la parifica del Rendiconto generale del 2019, imponendo nuove correzioni. Ciò significa che Governo e Assemblea regionale siciliana dovranno trovare – non sappiamo dove – altri sodi per tappare i nuovi ‘buchi’. Non è una cifra iperbolica, ma il Bilancio regionale del 2019 resta aperto. I pasticci che il Governo regionale ha combinato con il Rendiconto 2019 danno fiato ai grillini dell’Ars che trovano un argomento a cui appigliarsi per provare a dimostrare di essere ancora presenti nel dibattito politico. Dice il parlamentare grillino Luigi Sunseri: “Avremmo voluto sbagliarci, ma sapevamo che eravamo nel giusto quando dicevamo che l’Ars non avrebbe dovuto approvare il rendiconto generale della Regione per il 2019, su cui pendeva il ricorso della procura Contabile che si era opposta alla parifica. Ebbene, come ampiamente previsto, oggi la Corte dei Conti, Sezioni Riunite in composizione speciale, a Roma, ha accolto tutti i rilievi del ricorso presentato dal Procuratore generale siciliano Zingale alle Sezioni Riunite romane della Corte dei conti. Ora va rivisto il bilancio del rendiconto della Regione, con tutte le negative conseguenze che ne deriveranno per i siciliani. Il documento contabile, approvato in giunta il 7settembre, – dice Sunseri – era stato trasmesso subito alla commissione Bilancio e, in seguito, l’Assemblea regionale siciliana lo ha approvato a tamburo battente. Avevo chiesto a Miccichè, Armao e Musumeci di non dare seguito all’approvazione. Ed invece lo hanno fatto, con il voto contrario del MoVimento 5 Stelle. L’approvazione del rendiconto, nelle more della decisione sul ricorso proposto dalla Procura, è stata una mossa sbagliatissima, a dimostrazione che siamo governati da incapaci”.
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