“Il digitale – ha continuato – non è un obiettivo ma uno strumento e deve essere accompagnato verso questa transizione. Immaginiamo quanto è possibile con il digitale avere relazioni internazionali, con il mondo industriale ed entrare in una didattica innovativa. E’ quello che stiamo facendo come sistema universitario nazionale”.
Il tema della fuga dei cervelli è sempre attuale ma talvolta Resta ne ha parlato come un falso problema. “Se pensiamo di mettere steccati ai nostri laureati – ha spiegato – non stiamo leggendo la voglia di mobilità dei nostri giovani. Cosa dobbiamo fare? Innanzitutto attrarre e poi costruire opportunità sempre più attrattive sui nostri territori per chi si laurea da noi”. Occorre, quindi, “maggiore innovazione dei programmi di assunzioni con le imprese e con il mondo delle istituzioni”.
Per il presidente della Conferenza dei rettori, da qui ai prossimi dieci anni, “ogni università dovrà cercare di trovare una sua peculiarità, una specializzazione del proprio sistema universitario, nella formazione, nella ricerca, nell’innovazione, nella divulgazione scientifica e capire qual è il proprio ruolo all’interno del sistema e del territorio. Questa sarà la grande sfida”.
(ITALPRESS).
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