Dei risultati di questa tornata elettorale il dato che interessa il Sud e la Sicilia è il 16% di Luigi De Magistris in Calabria. L’ex sindaco di Napoli ha provato a conquistare la presidenza della Regione calabrese. Ha vinto Roberto Occhiuto, esponente del centrodestra. E questa, al di là dei festeggiamenti di Forza Italia, non è nemmeno una notizia, perché la vittoria era scontata. La notizia, lo ribadiamo, è l’ottimo risultato ottenuto da De Magistris. Con molta probabilità, se il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale si fosse intestato la candidatura dell’ex sindaco di Napoli, sostenendolo in modo convinto in campagna elettorale, De Magistris avrebbe preso molti più voti. Non avrebbe vinto, perché, soprattutto in Calabria, il centrodestra unito, almeno fino ad oggi, è molto forte. Ma non esageriamo se scriviamo che De Magistris, con l’appoggio convinto di Equità Territoriale, avrebbe superato il 20%. Ecco, la prima lezione che arriva dal risultato elettorale delle regionali calabresi è la grande occasione politica persa dal Movimento 24 Agosto per l’equità Territoriale. E’ chiaro che, dopo la marcia indietro sulla Calabria (ricordiamo che, ad inizio di campagna elettorale, Equità Territoriale appoggiava De Magistris), c’è un problema di questo Movimento con le elezioni regionali. Equità Territoriale non si è presentata alle regionali calabresi di un anno fa, quando vinse Jole Santelli; e non si è presentata alle elezioni regionali di Puglia e Campania. E, come già ricordato, non ha appoggiato De Magistris e non si è presentato alle elezioni regionali calabresi. A nostro modesto avviso – e non è la prima volta che lo scriviamo – si è trattato di occasioni. Quattro occasioni che avrebbero consentito all’elettorato di tre importanti Regioni del Sud di far conoscere il simbolo del Movimento.
E oggi? Come abbiamo già scritto qualche giorno fa, alle Regioni del Sud e alla Sicilia, oggi, serve un riferimento forte per cominciare una strada che dovrebbe portare alla ‘liberazione’ politica del Mezzogiorno dall’Italia. “Riferimento forte” significa che non si debba arrivare, per forza di cose, ad un partito del Sud, anche perché – nel Sud Italia – ci sono differenze da valorizzare all’insegna, questo sì, di un progetto politico unitario. Andrebbe benissimo anche una federazione di soggetti regionali; l’importante è fare sintesi politica rispetto a un Nord Italia sempre più rapace ed egoista. Ebbene, questo ruolo – in tanti lo pensavamo fino a qualche tempo fa – avrebbe dovuto essere svolto dal Movimento per l’Equità Territoriale. Ma in Calabria, ancora una volta, abbiamo avuto la testimonianza palmare dell’insufficienza politica di tale Movimento. Insomma, per dirla con parole semplici, il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale ha manifestato troppi limiti politici per pensare di farne un riferimento per il Sud Italia e per la Sicilia. Oggi c’è in alternativa una grande opportunità: la presenza di De Magistris e dell’ottimo risultato elettorale che ha ottenuto in Calabria. Sarebbe veramente un peccato non cogliere questa possibilità. L’ex sindaco di Napoli, uomo del Sud, ha le carte in regola per diventare il punto di riferimento delle Regioni del Sud e della Sicilia in una battaglia culturale e politica di rinascita. Ribadiamo: senza pensare, per forza di cose, a un soggetto unico, ma anche alla possibilità di tante realtà diverse del Mezzogiorno che convergono su un progetto di rinascita economica e sociale comune. Sappiamo che i dissapori all’interno del Movimento 24 Agosto hanno portato alcuni protagonisti di questo Movimento a candidarsi nelle liste di De Magistris; e c’è anche chi ha già pensato a dare vita a un nuovo Movimento d’ispirazione meridionalista. Tutto giusto, per carità. Però, a nostro modesto avviso, in questa fase, andrebbe sondata la volontà dell’ex sindaco di Napoli ponendogli una semplice domanda: se la sente, De Magistris, di guidare un Movimento, o meglio, per essere chiari, un partito politico meridionalista, magari su base federale, per il rilancio del Sud e della Sicilia?
Quello che sta succedendo in queste ore ci dice, ancora una volta, che andando in ordine sparso il Sud e la Sicilia, nell’Italia Nord-centrica, non hanno dove andare. Sappiamo tutti – soprattutto coloro i quali hanno seguito l’esperienza del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale – che i 193 miliardi del PNRR sono stati assegnati dalla Ue all’Italia proprio perché in Italia c’è un Mezzogiorno economicamente e socialmente arretrato; sappiamo tutti che il 67% di queste risorse avrebbe dovuto essere assegnato alle Regioni del Sud e alla Sicilia; sappiamo che il Governo nazionale di Mario Draghi non è minimamene interessato allo sviluppo di Sud e Sicilia e ha assegnato oltre 150 miliardi di euro al Nord; e sappiamo anche che una parte dei 40 miliardi destinati al Sud e alla Sicilia non verranno assegnati a Sud e Sicilia per “carente capacità progettuale” dei territori di Sud e Sicilia. Eh già, perché per fregare Sud e Sicilia fino in fondo hanno inventato la buttanata truffaldina dei bandi a progetto. In pratica, il Ministero di turno scrive il bando in un certo modo, così alcune Regioni del Sud o la Sicilia vengono escluse. Sta succedendo per le opere irrigue in Sicilia: per “carente capacità progettuale” il Ministero delle Politiche agricole gestito dal grillino e nordista Stefano Patuanelli ha ‘cassato’ poco più di 400 milioni di euro di progetti della Sicilia. Questi soldi andranno alle Regioni del Nord, che invece hanno “grandi capacità progettuali”!
Quanto sta succedendo alla Sicilia verrà riproposto anche in altre Regioni del Sud. Pensare che lo Stato italiano darà alle Regioni del Sud e alla Sicilia 400 miliardi del PNRR è da idioti. Tra l’altro, con l’inflazione che si sta scatenando nell’Eurozona, tra aumenti dei prezzi delle materia prime e riduzione della produzione di grano nel mondo (ma anche di altre derrate alimentari), i nostri ‘amici’ del Nord diventeranno sempre più famelici; non a caso hanno riesumato in frett’e furia la truffa dell’Autonomia differenziata, che ormai è sbagliato chiamare ‘Secessione dei ricchi’, perché il Nord Italia è ormai la periferia della Mitteleuropa. Con l’Autonomia differenziata le Regioni del Nord scipperanno alle Regioni del Sud e alla Sicilia altri 60-70 miliardi anno! Così facendo i nostri ‘amici ‘ del Nord pensano di salvarsi. Si sbagliano. Soccomberanno anche loro. L’Europa dell’euro, che gli piaccia o no, si ‘mangerà’ anche loro! In questo scenario, per difendersi da un’Italia Nord-centrica che non è esagerato definire ostile, serve un soggetto politico che unisca Regioni del Sud e la Sicilia in un progetto culturale e politico comune, ribadiamo, anche su base federalista. De Magistris, se accetterà di intestarsi questo progetto politico, potrebbe essere la persona giusta.