Dopo 133 anni il vulcano dell’isola di Vulcano, nelle Eolie, ha cominciato a fare i capricci. Le ‘autorità’, che ordinariamente condannano all’abbandono gli arcipelaghi che circondano la Sicilia, si sono improvvisamente ‘svegliate’ proprio come il vulcano. Si sono ricordate che c’è la manutenzione delle strade della piccola isola di circa 500 abitanti, che in queste ore ospita ancora turisti. E, cosa da non crederci!, dopo anni di “poi se ne parla”, vorrebbero addirittura accelerare l’iter per sistemare il porto degli aliscafi di Levante, dopo che una nave della Siremar (società che ormai non c’è più) lo danneggiò. Dire che al danneggiamento non fu estraneo il vento è un po’ pleonastico, dal momento che le Eolie prendono il nome dio greco Eolo, re dei venti. Sono stati trovati persino i soldi, 2 milioni di euro, roba da non crederci! Il Governo siciliano che si occupa di luoghi che, non a caso, chiama “Isole Minori”: che sta succedendo? Sembra che Eolo avesse deciso di metter su casa proprio a Lipari e dalla più grande delle isole Eolie, osservando il fumo del vulcano Stromboli, riusciva a prevedere le condizioni del tempo. Se oggi si trovasse a Vulcano non avrebbe bisogno di volgere lo sguardo a Stromboli, perché il fumo lo avrebbe sotto il naso…
Con questo articolo non vorremmo menar gramo, ma dobbiamo ricordare che l’ultima eruzione di Vulcano non fu proprio una passeggiata, se è vero che durò quasi due anni! Del resto, dobbiamo ricordare che, se si misura il tempo con i tempi della geologia, beh, va detto che le Eolie – isole di origine vulcanica – sono piuttosto ‘giovani’. Insomma, le eruzioni ci stanno. 133 anni per gli uomini possono sembrare tanti, in realtà nel tempo geologico sono appena un soffio… Nel blog di Gaetano Perricone – che forse dovrebbe essere uno nostro vecchio amico e collega del tempo che fu (il tempo passa anche per i giornalisti: e dai primi anni ’80 del secolo passato qualche decennio è passato, ovviamente non paragonabile ai tempi geologici)- va un bell’articolo di Santo Scalia, che ci ricorda che noi, quando parliamo di vulcani, parliamo dell’Etna, dello Stromboli, del Vesuvio (con il quale non bisogna scherzare, se è vero che l’ultima eruzione del vulcano che sovrasta Napoli risale al Marzo del 1944, meno di un soffio se calcolato in tempi geologici). E noi, magari, aggiungiamo anche il Marsili, il vulcano sottomarino che si trova nel Tirreno meridionale, a 140 km circa a nord della Sicilia e a 150 km circa a ovest della Calabria; il Marsili, che è il vulcano più esteso d’Europa, fa capo all’arco insulare Eoliano: così, tanto per non dimenticarlo.
Insomma, in Sicilia ci ‘divertiamo’ con quattro vulcani, anche se con quello che sta in mezzo al mare, il Marsili, il più silenzioso di tutti, non abbiamo molta ‘confidenza’, ma non per questo è da sottovalutare. Dicevamo dell’articolo di Santo Scalia, che vale la pena di leggere per la ricchezza del racconto. Scalia cita il volume L’eruzione di Vulcano del 1888-1890 nelle Isole Eolie, pubblicato da Guglielmo Manitta nel 2018. E ci ricorda che “solo 131 anni fa, nella notte tra il 2 ed il 3 agosto 1888, preceduto da un forte boato e accompagnato da tremore del suolo, dal cratere di Vulcano cominciò a sollevarsi un fumo denso attraversato da scariche elettriche ed iniziò un lancio di massi dalle notevoli dimensioni su tutta l’isola”. Una quindicina di anni fa ci venne sottomano un libro sulla storia degli arcipelaghi siciliani. Si descriveva anche l’eruzione del 1888 che colpì Vulcano; ci colpì il fatto che ad essere investito dalla furia del vulcano fu anche il Reclusorio dei coatti, di cui parla anche Scalia. In questo luogo venivano tenuti i carcerati che scontavano i loro umani peccati contro la società del tempo occupandosi dell’estrazione di zolfo e allume. Ci è rimasta impressa la paura di questi esseri umani, tenuti prigionieri nel Reclusorio, mentre la furia del Vulcano non risparmiava il luogo nel quale erano rinchiusi…
Detto questo, non riusciamo a non legare quanto sta avvenendo a Vulcano in queste ore con quello che stiamo vedendo in questo 2021. Era il 12 Agosto scorso quando, osservando gli incendi che hanno devastato le aree verdi di Sardegna, Sicilia e Calabria, le alluvioni che, il mese prima, hanno sconvolto Germania e Olanda e le temperature di oltre 40 gradi centigradi in tante aree del mondo con danni all’agricoltura (leggere riduzione della produzione mondiale di grano), ci interrogavamo su un celebre passo del Vangelo di Luca: “Quando sentirete parlare di guerre e di sommosse, non siate spaventati; perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma la fine non verrà subito”. Allora disse loro: “Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie… vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo”. Non sappiamo come finirà a Vulcano. Ma ci chiediamo e chiediamo: un vulcano che si sveglia dopo 133 anni, nel tempo umano e non geologico, può essere o no considerato un segno che arriva “dal cielo”?
Foto tratta da Ragusa News
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