Ma quanto è ‘intelligente’ la polemica tra Musumeci e la Lega per gli investimenti degli americani della Intel…/ MATTINALE 454

30 settembre 2021
  • In questo articolo proviamo a illustrare perché la storia e lo stesso presente, in Italia, non insegna nulla ai politici
  • In Italia decine di multinazionali sono arrivate, si sono ‘beccate’ gli aiuti italiani, e poi sono andate via (delocalizzazioni). Come se nulla fosse l’Italia continua ad aprire le braccia alle multinazionali, nel nome del liberismo economico demenziale dell’Unione europea
  • Vi raccontiamo come la Ue usi le delocalizzazioni per fare entrare nuovi Paesi nell’Unione facendo pagare il conto all’Italia

In questo articolo proviamo a illustrare perché la storia e lo stesso presente, in Italia, non insegna nulla ai politici

Lo schema è sempre lo stesso: una multinazionale annuncia di volere investire in Italia. E i governanti italici? Pronti a fare ponti d’oro. Anzi, anche a litigare, come sta avvenendo in queste ore per Intel, la multinazionale americana che produce semiconduttori e chip per schede video, gruppo che vuole investire nel nostro Paese, non si sa ancora se a Catania o e Torino. Così il presidente della Regione siciliana, Nello ‘genio’ Musumeci, polemizza con la Lega. Peccato che assistiamo a una scena già vista decine e decine di volte. Perché da quando l’Italia è entrata nel ‘lager’ euro (leggere moneta unica europea) gli investimenti e i posti di lavoro debbono essere creati solo da imprese private. Come la multinazionale americana che vuole ‘investire’ in Italia. Guai allo Stato imprenditore (principio che, in assoluto, vale solo per l’Italia, perché nel resto dell’Unione europea ci sono Paesi che hanno mantenuto banche pubbliche, industrie automobilistiche statali e compagnie aeree aiutate dai rispettivi Paesi). Insomma, in Italia tutto va privatizzato, anche le corna che hanno in testa gli ‘europeisti’ che impongono questo principio demenziale. Dopo di che cosa fanno i privati – per lo più multinazionali o comunque grandi gruppi economici – dopo avere ‘investito’ in Italia? Si beccano un sacco di soldi e aiuti vari dallo Stato italiano. E chiedono sempre nuovi aiuti: “Eh, ma così non possiamo andare avanti. I costi sono troppo alti. Noi restiamo in Italia e non ce ne andiamo in Romania. Ma voi, governanti italiani, ci dovete aiutare…”. Così i soldi che lo Stato italiano potrebbe utilizzare – per esempio – per ripristinare l’IRI se li fottono le multinazionali figlie del liberismo economico che piace tanto all’Unione europea dell’euro e ai politici ‘intelligenti’ di certi Paesi che gli vanno dietro riempendoli di denaro. Quando si sono fottuti tutto quello che si potevano fottere, chiudono bottega  e se ne vanno nei Paesi dove il costo del lavoro è più basso, lasciando centinaia di famiglie italiane nella disperazione. Si chiama delocalizzazione. E l’Italia è uno dei Paesi che ha subito e continua a subire le delocalizzazioni.

In Italia decine di multinazionali sono arrivate, si sono ‘beccate’ gli aiuti italiani, e poi sono andate via (delocalizzazioni). Come se nulla fosse l’Italia continua ad aprire le braccia alle multinazionali, nel nome del liberismo economico demenziale dell’Unione europea

Esageriamo? Vediamo un po’ di citare un paio di casi. Vi dice niente la parola Embraco? E’ un’azienda brasiliana con sede a Joinville, Santa Catarina, fondata nel 1971. E’ una multinazionale che produce soluzioni innovative per la refrigerazione. Negli anni passati ha ‘investito’ in Italia, ma oggi opera in Slovacchia: indovinate perché… Parliamo della la Bekaert, altro grande gruppo che ha fatto sognare l’Italia. Produce i cordini metallici per gli pneumatici. E’ piombata nel nostro Paese rilevando la Pirelli tra il giubilo dei politici; oggi opera in Romania, ovvero in un altro Paese dell’Unione europea. E che dire della marchigiana Elica pronta per delocalizzare in Polonia, altro Paese dell’Unione europea. Sapete perché insistiamo sul fatto che alcune importanti delocalizzazioni subite dall’Italia sono finite in Paesi dell’Unione europea? Perché l’Italia ha approvato una legge ‘intelligente’ in base alla quale prevede penalizzazioni per chi delocalizza fuori dall’Unione europea, mentre chi delocalizza all’interno dell’Unione europea può fare quello che vuole! Da uno a dieci quanto sono intelligenti i politici italiani che hanno voluto questa legge? Via, citiamo qualche altro gruppo che, dopo aver ‘investito’ in Italia ha lasciato con il culo a terra i lavoratori: ecco la Timken, multinazionale statunitense che produce cuscinetti a rulli e con sede a North Canton, Ohio. Aveva ‘investito’ in Italia, ma oggi è in Romania (sempre Unione europea…). Poi c’è la Whirlpool Corporation, altra multinazionale statunitense produttrice di elettrodomestici con sede a Benton Harbor, nel Michigan. Ha ‘investito in Italia, a Napoli. Il grippo americano ha annunciato che vuole lasciare Napoli. Non si è ancora capito se vogliono un’altra ‘carrettata’ di soldi dall’Italia, o se vogliono veramente andare via.

Vi raccontiamo come la Ue usi le delocalizzazioni per fare entrare nuovi Paesi nell’Unione facendo pagare il conto all’Italia

In questo momento, presso il Ministero dello Sviluppo economico – il Ministero gestito dal ‘genio’ della Lega Giancarlo Giorgetti – pare che ci siano una sessantina di ‘Tavoli di crisi’. Si tratta, per lo più, di gruppi imprenditoriali e multinazionali che hanno ‘investito’ in Italia e che, adesso, vogliono smontare ‘barracca e burattini’ e delocalizzare. Perché in Italia, senza gli ‘aiuti’, guadagnano 100, mentre andando in Romania o in Polonia, dove il costo del lavoro è di gran lunga inferiore al costo del lavoro in Italia, vanno a guadagnare 300. E quindi se ne vanno e non gliene frega niente se in Italia buttano in mezzo alla strada centinaia di famiglie. Attenzione: se ne vanno anche se l’azienda va bene e fa utili. se se vanno – e se ne fottono dell’Italia – perché vogliono fare più utili. Capitalismo selvaggio allo stato puro targato Ue. In pratica, noi teniamo in Italia un Ministero – il Ministero dello Sviluppo economico – che accoglie e sostiene con gli ‘aiuti’ le multinazionali che ‘investono’ nel nostro Paese e poi, dopo qualche anno, finiti gli ‘aiuti’, se ne vanno, lasciando disoccupazione e disperazione. E a gestirlo hanno chiamato un leghista, perché i leghisti del Nord sono notoriamente dotati di intelligenza volpina… E’ un’industria fiorente, la delocalizzazione. E’ lo strumento con il quale l’Unione europea attira i Paesi messi economicamente maluccio nella ‘rete’ dell’euro. In questo momento la Ue sta trattando con quattro o cinque Paesi poveri che dovrebbero entrare nell’Unione con la promessa di ‘investimenti’: cioè di altre delocalizzazioni: cioè di altre aziende – prevalentemente italiane – che smonteranno gli stabilimenti in Italia e si trasferiranno da quelle parti, gettando in mezzo alla strada migliaia di famiglie italiane… Viva l’Unione europea dell’euro e cornuto chi ne parla male…

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