- Elogio della munnizza
- Un’opera dadaista
Elogio della munnizza
Anche la munnizza di Palermo è poesia, è arte. Noi, un paio di mesi fa, abbiamo proposto all’Associazione Comitati Civici di Palermo di organizzare una mostra fotografica sui rifiuti abbandonati nelle strade e nei marciapiedi della città. Valorizzando anche le discariche che nascono qua e là, ora impetuosamente, ora con delicata discrezione. Le discariche non sempre si accompagnano alla munnizza. Certo, ci sono discariche cittadine che si mescolano in modo ‘profano’ con la munnizza, ma ce ne sono altre allo stato ‘secco’: solo pezzi di mobili, resti di sedie e di tavoli, lavandini sani e rotti (i primi, in genere, spariscono subito: c’è cu si va binni), rubinetti, posate, bicchieri, giocattoli rotti. E ci sono anche le campane che dovrebbero raccogliere il vetro che fanno storia a sé: quando si riempiono non vengono svuotate e le bottiglie ‘in più’ vengono depositate a terra. Dopo qualche giorno le campane piene di bottiglie con le bottiglie attorno vengono circondate da munnizza e si creano ‘installazioni’ da fare invidia alla più fantasiosa arte moderna. Per questo abbiamo cercato di convincere i nostri amici dell’Associazione dei Comitati Civici a organizzare la mostra sulla munizza di Palermo: per fissare con la creazione artistica e immortalare la dimensione onirica di queste ‘creazioni’. Non ci siamo arrivati. In compenso sulla rete va un video di Matranga e Minafò che viene presentato come la parodia del video della Red Bull che ha fatto tanto discutere. Probabilmente è così, ma in questo video, di questo video – che potete ammirare qui – noi diamo un’altra ‘lettura’.
Un’opera dadaista
Matranga e Minafò sono due artisti; il video – bello e icastico – con il quale hanno raccontato Palermo è un’opera d’arte, un cristallo liquido, un’ameba che assume le sembianze di Erinni pentite che leggono il Paradiso di Dante Alighieri e si interrogano sulla tratta del Tram di Palermo che va dalla Stazione Notarbartolo a Borgo Nuovo. O sul rapporto tra Giovanna d’Arco e Rifondazione comunista di Palermo con e senza pugni alzati. Insomma, un’opera da terza pagina dei quotidiani di un tempo. Ebbene, nelle fantasiose ‘prospettive senza punti di fuga’ delle periferie di Palermo avvolte in un abbraccio simpatetico dai cumuli di munnizza Piero della Francesca rivaluterebbe Giotto e, forse, si trasferirebbe a Partanna Mondello quando piove a dirotto e le vie grandi e piccole di questa borgata si trasformano in fiumi che sciamano verso l’infinito. C’è molto Dadaismo, nella munnizza di Palermo, soprattutto nelle vie ‘nobili’ della città dove la munnizza sembra apparentemente abusiva e invece…
QUI IL VIDEO DI MATRANGA E MINAFO’ SULLA VERACE PALERMO
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