A proposito del nostro MATTINALE di ieri sull’Algeria che ha acquistato grano duro sul mercato internazionale, l’amministratore del gruppo Amici del “Grano Duro di Sicilia” ci fa notare quanto segue: “Egregio Direttore è mio dovere in qualità di amministratore del gruppo Amici del ‘Grano Duro di Sicilia’ sottolineare che il prezzo di acquisto da parte dell’Algeria nell’asta cui si riferisce l’articolo dei I Nuovi Vespri è stato compreso tra 630 e 650 dollari statunitensi C&F per merce di origine messicana e canadese, come per altro ben spiegato negli svariati aggiornamenti fatti oltre che su questo gruppo, sul sito istituzionale di Banca del Grano, www.bancadelgrano.it, sulla pagina Facebook SWB – Sicilian Wheat Bank e su gli altri social media utilizzati dalla organizzazione da me rappresentata. Pertanto, considerato che a ieri (ultima quotazione utile) il cambio EUR/USD si attestava a 1.1719 le sopra indicate quotazioni commutate in euro sono pari ad euro/ton 537,58 ed euro/ton 554,65. Tanto era in mio dovere e distinti saluti. #granoduro #grano #granoitaliano”. Prendiamo atto del nostro errore: invece di scrivere dollari abbiamo scritto euro. Chiediamo scusa ai nostri lettori. Ciò posto, se gli algerini hanno acquistato grano canadese significa che lo scenario del mercato internazionale del grano è più grave di quello che noi ino ad oggi abbiamo ipotizzato e descritto.
Detto questo, il senso delle notizie non cambia: e le notizie sono due. La prima è che, nel mercato internazionale, rimangono tutte le condizioni per un ulteriore aumento del prezzo del grano. La seconda notizia è che in Sicilia, tanto per cambiare, il grano duro viene pagato meno rispetto all’andamento del mercato. Per la precisione, più di 10 euro in meno al quintale. La cosa non ci stupisce. Ne approfittiamo per sottolineare di essere certi che l’iniziativa messa a punto dalla Banca del #Grano non penalizzerà certo gli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia che producono grano duro. Come funziona la Banca del #Grano è spiegato in modo molto chiaro nella stessa pagina Facebook di questa piattaforma: “L’estate che si è appena conclusa ha causato una grave siccità nel territorio del Saskatchewan, il territorio canadese che produce quasi tutto il #granoduro nazionale, causando ripercussioni internazionali sulla produzione di #pasta. Solo pochi giorni fa l’amministratore delegato della Molisana (terzo pastificio italiano), dichiarava che senza scorte già a metà del 2022 non ci sarà abbastanza grano per produrre pasta. Sei un #pastificio o un #mulino e vuoi metterti al riparo da questi rischi? Acquista il tuo fabbisogno di grano duro direttamente dai produttori italiani accreditandoti sulla piattaforma Banca del #Grano. Contattaci per maggiori informazioni”. Quello che chiediamo alla Banca del #Grano è se il prezzo del grano da vendere a chi eventualmente lo richiede (i pastifici o i mulini) viene fissato prima e quindi non segue l’andamento del mercato (come, per intendersi, nei Contratti di filiera), o se, invece, segue l’andamento del mercato. Con tutto il rispetto per la Banca del #Grano, la Regione siciliana dovrebbe finanziare e realizzare dei moderni centri di stoccaggio per consentire agli agricoltori di stoccare il grano, a temperatura controllata, a costo zero. Ma non è una richiesta che si può avanzare all’attuale Governo regionale. Speriamo che la prossima legislatura riservi all’agricoltura una politica più preparata e più sensibile ai problemi del mondo agricolo siciliano in generale e della granicoltura in particolare.
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