Sta per esplodere lo sblocco degli sfratti, disposto dal Governo dei ‘migliori’ di Mario Draghi. Noi segnaliamo questa follia dallo scorso Luglio, ma la politica fa finta di non capire. A lanciare l’allarme, per Palermo, sono le organizzazioni sindacali degli inquilini, Sunia Sicet e Uniat, che hanno chiesto la convocazione urgente di un tavolo di confronto, congiuntamente all’amministrazione della città, per “analizzare, verificare e prospettare possibili interventi in relazione alla situazione degli sfratti”. Da un anno, a causa del Covid-19 e della crisi economica, gli sfratti erano stati bloccati. Ma adesso si riparte. “Lo sblocco degli sfratti rischia di trasformarsi in un’emergenza sociale dalle incalcolabili ricadute – dichiarano i segretari del Sunia Zaher Darwish, del Sicet Mario Bommarito dell’Uniat Giovanni Sardo -. Nonostante le esecuzioni siano diversificate nel tempo, sono già arrivate le lettere a numerose famiglie, preannunciando il tentativo di prendere in consegna gli immobili. Di fronte a questa grave situazione, registriamo un silenzio assordante e l’inerzia della amministrazione della città”.
Noi, lo scorso 6 Luglio, abbiamo ospitato un intervento di Tony Pellicane (nella foto) che, da anni, insieme con Nino Rocca, si occupa degli ultimi di Palermo. Già oltre due mesi fa Pellicane poneva il tema della cosiddetta morosità incolpevole: “Solo a Palermo, nel complesso, si stimano circa 1400 sfratti che andranno in esecuzione. Un dato drammatico per una città al collasso, una città in cui la povertà colpisce oltre il 30% della cittadinanza. Una bomba sociale che si è acuita anche a causa della pandemia. Il dato ancora più drammatico è relativo alla quasi
Corretto chiamare in causa in causa il Governo nazionale e il Governo regionale siciliano. Condizionato dalla Confindustria e dal padronato – che ormai detta l’agenda al Governo Draghi – è stata varata la follia dello sblocco degli sfratti, senza prevedere interventi in favore delle famiglie che non possono pagare gli affitti. Il problema è drammatico. E non riguarda solo famiglie ricche o benestanti che affittano le case: ci sono anche questi casi, ma in maggioranza riguarda famiglie del ceto medio – che ormai in Italia in tantissimi casi è ceto medio basso – che hanno affittato la seconda casa per arrotondare e che si ritrovano da un anno e forse più a dover pagare l’IMU (perché è sempre una seconda casa) senza incassare la pigione. Un problema così delicato, che oggi in Italia riguarda milioni di famiglie, lo deve affrontare un Governo nazionale che sa governare, non il Governo Draghi che, in questo caso economico e sociale delicatissimo, sta dimostrando di non sapere governare. Lo stesso discorso vale per la Regione siciliana: lo sa il presidente della Regione, Nello Musumeci, che nella ‘sua’ Catania c’è un problema analogo a quello di Palermo? Cosa hanno fatto il sindaco della Città Etnea, Salvo Pogliese, lo stesso Musumeci e l’assessore regionale catanese, Ruggero Razza? Cos’è la politica, oggi? Pavoneggiarsi nelle manifestazioni e nei comunicati stampa o, magari, in interviste televisive? O organizzare nuovi appalti ferroviari, come sta facendo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, mentre la città va in malora, tra bare accatastate al cimitero dei Rotoli, strade invade dall’immondizia non raccolta, servizi ai cittadini pessimi e ‘buchi’ di bilancio vari?
Ha idea, il presidente Musumeci, di quante famiglie, in Sicilia, rischiano lo sfratto in un momento in cui il Covid, con l’arrivo dell’Autunno e dell’Inverno, potrebbe ricominciare a ‘mordere’? Ha idea il capo del Governo nazionale quante famiglie, in Italia, rischiano lo sfratto, soprattutto al Sud, che è molto più povero del Nord? Già a Luglio scorso Governo nazionale, Regioni e sindaci avrebbero dovuto mettere a punto un piano per aiutare le famiglie che verranno sfrattate. Esistono i fondi europei del PON, come ricorda Pellicane, esistono le abitazioni sfitte, esistono i beni immobili confiscati alla mafia. E’ stato fatto qualcosa a Palermo? E’ stato fatto qualcosa a Catania? Forse in Sicilia mancano mafia e mafiosi con i beni immobili confiscati? La realtà, a Palermo (e forse anche a Catania) è che il sindaco pensa che del problema si dovranno occupare Regione e Governo nazionale; la Regione pensa che del problema si dovranno occupare Comune e Governo nazionale; il Governo nazionale pensa che del problema si dovranno occupare Regione e Comuni. Morale: nessuno dei tre soggetti, fino ad oggi, ha fatto qualcosa. Ma l’errore più grande, in questa storia che rischia di trasformarsi in una polveriera sociale, l’ha commesso il Governo nazionale, che non avrebbe dovuto varare lo sblocco dei fitti, anche a costo di prevedere un risarcimento per i proprietari delle abitazioni. sbloccare i fitti, in questo momento, è un atto degno di un Governo che non sa governare.
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