Sud e Sicilia 1862: i militari piemontesi danno alle fiamme 28 paesi e fucilano migliaia di persone colpevoli solo di esistere

23 settembre 2021
  • I soldati piemontesi davano alle fiamme i paesi lasciando una sola via d’uscita per sparare addosso agli abitanti che fuggivano. Dopo di che hanno nascosto questi orrori, forse perché si vergognavano di fare così schifo: e avevano ragione…
  • Fucilavano tutti quelli he gli capitavano a tiro e bruciavano case, raccolte di cereali e ogni avere degli abitanti di Sud e Sicilia solo per il piacere di vederli soffrire 

I soldati piemontesi davano alle fiamme i paesi lasciando una sola via d’uscita per sparare addosso agli abitanti che fuggivano. Dopo di che hanno nascosto questi orrori, forse perché si vergognavano di fare così schifo: e avevano ragione…

Innumerevoli, e quasi incredibili sono i fatti di atrocità consumatisi nel reame delle Due Sicilie per opera degli invasori nel corso dell’anno 1862, nella continuazione progressiva dello anteriore anno 1861. I piemontesi non contenti di comprimere lo slancio nazionale delle popolazioni per riacquistare la loro autonomia, e la monarchia legittima, e di imprigionare migliaia e migliaia di cittadini, dopo tanti altri esiliati, e raminghi per tutta l’Europa, hanno stabilito di consolidare il loro dominio unitario col terrore, quindi essi, ed i loro fautori si sono dati ad esercitare il mestiere d’incendiarii e di carnefici. Rimarranno nella storia come orribile monumento del passaggio della rivoluzione in Italia i nomi di ventotto paesi incendiati, le cui rovine sono registrate dalla stampa contemporanea del biennio anzi detto. L’ultimo di essi è stato Passo D’Orta (Puglia) tra le città di Foggia e Cerignola: occupato ne’ principii di novembre ultimo da una banda di volontarii regii, e assalito da un distaccamento di truppe piemontesi, che attesa la forte resistenza, non sa vincerla altramente che appiccando il fuoco alle due estremità del borgo: davanti all’incendio la banda si ritira, seguita da una parte della popolazione, che riesce a sottrarsi alla vendetta dei vincitori.

Fucilavano tutti quelli he gli capitavano a tiro e bruciavano case, raccolte di cereali e ogni avere degli abitanti di Sud e Sicilia solo per il piacere di vederli soffrire 

In quanto alle fucilazioni senza giudizio vi sono stati fatti atrocissimi, che i posteri stenteranno a credere, non per difetto di autenticità, ma per riguardo alla civiltà che vanta il nostro secolo il quale mostra ribrezzo ed orrore pei sanguinosi annali francesi del 1793, e pare che miri con indifferenza i palpitanti eccidii del napoletano del 1862. Dovunque i così detti reazionarii ed anche i sospetti e talvolta pure coloro che non han potuto giustificarsi con un recapito itinerario, caduti nelle mani de’ drappelli subalpini, sono stati fucilati all’istante. In varii luoghi si son veduti sagrificii umani di trenta a quaranta prigionieri, e pare che la soldatesca, e le salariate guardie molbilizzate abbiano versato sangue, pel solo piacere di vederne scorrere e bruciate case, raccolte di cereali, provvisioni, industrie armentizie, ed ogni avere degli abitanti pel solo diletto di ammiserirli.

Francesco Durelli Colpo d’occhio su le condizioni del Reame delle Due Sicilie nel corso dell’anno 1862, Ripostes Edizionoi, pag.80.

Foto tratta da Antudo

Articolo tratto da Regno delle Due Sicilie.eu

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