“Il risultato della differenziata spinta, dei tabù sui termovalorizzatori è quello che vediamo nelle strade di Roma. Noi proponiamo la liberalizzazione della raccolta, così come quella del trasporto e di tutti i servizi gestiti da Roma Capitale. A Roma c’è la pretesa che il Comune debba fare tutto – ha spiegato -. Ama non raccoglie i rifiuti, ha fallito la sua missione, noi vogliamo la sua chiusura e che si facciano delle gare. C’è bisogno di sinergia con il privato anche per quanto riguarda il verde di Roma. Abbiamo proposto che i parchi delle periferie, spesso degradati o ridotti a piazze di spaccio, vengano dati in concessione gratuita sulla base di gare a giovani startup per aprire bistrot o organizzare attività outdoor con l’obbligo, da parte di chi vince il bando e che trarrà profitto da questa concessione di aree del Comune, di manutenere la loro area e quella circostante. Il Comune di Roma non deve più intermediare, porre vincoli ma far partecipare i privati chiedendo in cambio una mano”.
Per quanto riguarda il welfare, Bernaudo ha spiegato che “definirsi liberisti non vuol dire non avere cura dei veri indigenti, anzi il contrario. Ci si è approfittati di un welfare parassitario e che ricade sulle spalle dei ceti produttivi. Noi vogliamo avere più cura di chi davvero non ce la fa. In Italia c’è un problema sistemico che aggredisce i ceti produttivi. Quante aziende massacrate vanno via dal Paese. Il problema non lo risolvi obbligandole a restare ma importando quei sistemi fiscali che attirano le aziende nei loro paesi”, ha concluso il candidato sindaco.
(ITALPRESS).
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