Palermo, migliaia di senza casa. L’amarezza dei vertici del SUNIA. L’idea di ripopolare i Comuni della provincia

19 settembre 2021
  • Non esiste, oggi, un censimento delle famiglie senza casa di Palermo. In una città allo sbando è ‘normale’. L’amarezza di Zaher Darwish, segretario del SUNIA: gli impegni assunti dal Comune non sono stati portati a termine
  • Tony Pellicane: a Palermo non c’è ancora un censimento delle case confiscate alla mafia da assegnare ai senzatetto. In realtà, quello he manca a Palermo è un partito di sinistra, se è vero che la ‘presunta’ sinistra che c’è tra ultimi e appalti ferroviari predilige i secondi…
  • Il  progetto del Forum Inclusione Uguaglianza, dall’Università di Palermo e dal Movi società civile

Non esiste, oggi, un censimento delle famiglie senza casa di Palermo. In una città allo sbando è ‘normale’. L’amarezza di Zaher Darwish, segretario del SUNIA: gli impegni assunti dal Comune non sono stati portati a termine

Quante sono a Palermo le famiglie senza casa? Tre anni fa qualche numero si conosceva. Oggi, nel secondo anno di Covid, si brancola nel buio. Del resto, in un città allo sbando, dove l’unico pensiero degli attuali amministratori comunali è il Tram (mantenimento delle tre linee fallimentari e nuovi appalti per altre linee), chi è che si occupa degli ultimi? Uno dei pochi che segue queste persone, che spesso sono trattati come fantasmi, è Nino Rocca. Tre anni fa, poco prima di una sfratto, ci diceva: “A Palermo ci sono circa settecento famiglie di senza casa che hanno occupato immobili abbandonati. Li mandiamo tutti via? Per metterli dove? Parliamo di persone, esseri umani”. Oggi, ribadiamo, si capisce poco o nulla. Le cronache di queste ore registrano un comunicato di  Zaher Darwish, segretario del SUNIA Palermo, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari: “Sono ormai trascorsi oltre tre anni dal momento in cui il SUNIA, ha posto alcune problematiche relative al disagio abitativo, sociale, economico di centinaia di famiglie distribuite sul territorio palermitano, prospettandone e concordando possibili soluzioni. Ciò nonostante, dobbiamo registrare che in questo lasso di tempo, in cui a causa della pandemia l’emergenza casa è aumentata, gli impegni assunti dall’amministrazione con riferimento alle problematiche affrontate non sono stati portati a termine. E molte famiglie hanno visto acuirsi il disagio nel quale vivono. Circa 70 famiglie dell’ex Onpi, altre 30 famiglie all’ex Francesco Crispi, circa 25 a Mondello: questi alcuni dei casi che abbiamo posto in questi anni tante volte al centro dell’attenzione. Sono solo alcuni numeri ma rappresentano l’esempio tangibile di un disagio diffuso in tutta la città, cittadini ormai invisibili all’amministrazione, che continua a disinteressarsi e a rinviare le soluzioni. E questo comporta la perdita di diritti fondamentali. Il SUNIA, sulle questioni che riguardano il malessere delle famiglie, nel sollecitare ancora una volta le risposte per il settore da parte dell’amministrazione comunale, intende chiedere l’intervento del prefetto di Palermo per la costituzione di un tavolo sull’emergenza Casa al quale chiederà di convocare i rappresentanti degli inquilini e il Comune di Palermo”.

Tony Pellicane: a Palermo non c’è ancora un censimento delle case confiscate alla mafia da assegnare ai senzatetto. In realtà, quello he manca a Palermo è un partito di sinistra, se è vero che la ‘presunta’ sinistra che c’è tra ultimi e appalti ferroviari predilige i secondi…

Noi non crediamo che l’attuale amministrazione comunale di Palermo farà qualcosa. Non lo ha fatto in quasi dieci anni, figuriamoci negli ultimi mesi di consiliatura. Toccherà alla prossima amministrazione comunale affrontare il problema. Come ora proveremo a illustrare, non è solo una questione di soldi. Ci vuole un po’ di fantasia e un po’ di buona volontà politica: tutte cose che l’attuale amministrazione comunale di Leoluca Orlando ha dimostrato di non avere. Tony Pellicane, che insieme con il citato Nino Rocca da decenni si occupa degli ultimi di Palermo, ci dice di essere d’accordo con il SUNIA. E si sofferma sul concetto di emergenza: “Se non si capire che i senza casa di Palermo sono un’emergenza si farà poco o nulla – ci dice -. Dopo di che, una volta che si capirà che si è davanti a un’emergenza bisognerà trovare soluzioni. Da anni si pala di alloggi confiscati alla mafia. Che ci sono. Ma bisogna censirli e poi mettere a punto un piano per utilizzarli per dare le abitazioni ai senza casa. Solo che, fino ad oggi, questa volontà politica non c’è stata. Zaher Darwish ha ragione quando dice che gli impegni assunti dal Comune di Palermo non sono stati mantenuti”. Anche erogare i fondi comunali ai senza casa per consentire a questi ultimi di prendere in affitto le abitazioni serve a poco. Nessun proprietario di casa affitta una propria abitazione ai senzatetto. I fondi del Comune per consentire a una famiglia senza casa di affittarsi un’abitazione bastano per due anni. E poi? Poi il proprietario teme di ritrovarsi la casa di proprietà occupata da famiglie che non possono pagare e non possono essere sfrattate. Devono pagare l’IMU e non incassare nulla. Una beffa. “Una soluzione ci potrebbe essere – ci dice sempre Tony Pellicane -. Dovrebbe essere il Comune ad affittare la casa e a pagare l’affitto. Così i proprietari sarebbero garantiti”. La verità è che nell’attuale amministrazione comunale non c’è un solo partito di sinistra. Quella che a Palermo passa per sinistra si occupa di appalti ferroviari, non certo degli ultimi. E’ un dato oggettivo.

Il  progetto del Forum Inclusione Uguaglianza, dall’Università di Palermo e dal Movi società civile

Nino Rocca ha maturato un’idea diversa per affrontare il problema. In realtà, questa idea è frutto di uno studio messo a punto dal Forum Inclusione Uguaglianza, dall’Università di Palermo e dal Movi società civile, un’aggregazione di volontariato. Questo gruppo di lavoro ha effettuato uno studio sul possibile ripopolamento di alcuni centri del Palermitano – con riferimento soprattutto all’area delle Madonie e del Corleonese – dove ormai da anni si assiste a uno spopolamento. Il tema non è nuovo. Da oltre due anni i sindaci di 133 Comuni montani della Sicilia si battono per ottenere dal Governo nazionale la defiscalizzazione per le imprese che investiranno in questi luoghi. Si tratta dell’Istituzione delle Zone Franche Montane. Idea giusta proposta al Governo nazionale sbagliato. Il Governo Draghi – come del resto tutti i Governi della cosiddetta Seconda Repubblica – scippano fondi al Sud e alla Sicilia. Non fa eccezione il Governo Draghi che ha già scippato a Sud e Sicilia una consistente parte dei fondi del Pnrr e i fondi agricoli del FEARS. E’ questo il motivo per il quale noi riteniamo improbabile che il Governo Draghi aiuti i Comuni ontani della Sicilia. Il ripopolamento dei Comuni del Palermitano con i senza casa della città ci sembra, invece, una via molto più percorribile, se non altro perché non dipende dalla volontà di un Governo nazionale sempre ostile alla Sicilia e al Sud dal 1994 ad oggi (non è un caso che l’Eurispes ha calcolato in 840 miliardi di euro i fondi che il Nord ha scippato al Sud e alla Sicilia dal 2002 al 2020). “La regione Calabria – ci dice Nino Rocca – ha iniziato a ripopolare così i propri Comuni. Stanzia circa 30 mila euro per cinque anni per ogni famiglia che va ad abitare in questi centri. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi di centri agricoli. I nuovi arrivati, piano piano, si integrano nel mondo dell’agricoltura. Lo stesso percorso si può organizzare per i senza casa di Palermo”. Nino Rocca ci racconta che il Reddito di cittadinanza, per i senza casa di Palermo, non ha risolto il problema. “Con i soldi di questo reddito sopravvivono. Ma la notte la passano nei dormitori. Non è questa la soluzione. Così non hanno un futuro. Molto più conducente provare la via del ripopolamento dei Comuni spopolati”.

Foto tratta da Blog Sicilia  

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