La televisione e la ‘filosofia’ del metodo: di fatto, pur con tutta la carica di negatività contenuta nelle parole della Palombelli, la trasmissione televisiva, in poche ore, è finita nei pensieri di milioni di persone
La rete ha aiutato la televisione, amplificando i fatti e moltiplicando la notorietà del mezzo mediatico e la forza del messaggio
“Il favore della moltitudine” al di là del bene e del male
Anche a volerla gettare sull’ironico è veramente difficile provarci commentando le parole che Barbara Palombelli ha pronunciato nel corso della trasmissione televisiva Lo Sportello di Forum commentando gli omicidi di sette donne avvenuti negli ultimi giorni in Italia, omicidi commessi da uomini: “Questi uomini erano completamente fuori di testa, obnubilati oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte?”. Parole che lasciano di sasso, che non è facile commentare. In questa storia, però, c’è un errore di fondo, perché se è vero che la frase della Palombelli è molto, ma molto infelice, è altrettanto vero che queste parole sono state diffuse dalla televisione. Non sfugge che questa frase sia già da tante ore al centro del dibattito sulla rete. Di fatto, pur con tutta la carica di negatività contenuta in queste parole, la trasmissione televisiva, in poche ore, è finita nei pensieri di milioni di persone. E poco importa che siano pensieri negativi o negativi: il fatto sul quale riflettere è che il mezzo televisivo, chi ha pronunciato queste parole e il messaggio contenuto in queste parole hanno raggiuto un obiettivo mediatico al di là della morale.
Chi è che non sta intervenendo in queste ore? La frase è così assurda, così sbagliata, così offensiva verso i parenti delle donne assassinate da uomini che non dovrebbero essere nemmeno chiamati tali che non sembra vera. La vita può offrire, in mille occasioni, sorprese negative o positive. Ma questa frase può essere considerata una ‘sorpresa’? Attaccare la Palombelli e risparmiare – e magari assolvere – la televisione è comodo, soprattutto per chi, in un modo o nell’altro, deve guadagnare sfruttando, in negativo o in positivo, la moltitudine. Che in questo caso è rappresentata dai telespettatori del momento e dalla rete che amplifica e moltiplica la notorietà del mezzo mediatico, il messaggio e il volto del personaggio. La Palombelli non è nuova in questo genere di frasi a effetto. Abbiamo dimenticato cos’ha detto – sempre in televisione – nel Marzo dello scorso anno, quando il Covid infuriava nel Nord Italia: “Il 90% dei morti è al Nord perché sono tutti ligi e vanno a lavorare”. Anche allora grandi proteste da parte della gente del Sud e della Sicilia. Con la rete impazzita. Ma la Palombelli è rimasta protagonista della televisione.
E allora? Non è un concetto nuovo, quello che cerchiamo di esprimere. “Non cercare il favore della moltitudine: raramente esso si ottiene con mezzi leciti e onesti. Cerca piuttosto l’approvazione dei pochi; ma non contare le voci, soppesale”, diceva il grande Kant. Ecco il punto: la televisione, oggi, è costretta a cercare in tutti i modi e con tutti i mezzi “il favore della moltitudine”, non intesa come approvazione morale ma come seguito da parte dei telespettatori e della rete, al di là del bene e del male. La televisione non sa che farsene della “approvazione dei pochi”; e non ha interesse a “contare le voci” e meno che mai a soppesarle.