Ogni tanto dall’Assemblea regionale siciliana battono un colpo. E’ il caso della mozione presentata da Valentina Palmeri dei Verdi, da Claudio Fava, de I cento passi e da Giampiero Trizzino, del Movimento 5 Stelle. Tema: “Impedire che i suoli tradizionalmente vocati all’agricoltura siano utilizzati in modo improprio e senza alcuna programmazione per l’installazione di impianti fotovoltaici, danneggiando uno dei settori strategici dell’economia siciliana ed allo stesso tempo aumentando l’impatto negativo sui cambiamenti climatici”. Iniziativa parlamentare meritoria con la quale si punta ad impegnare il governo regionale di Nello Musumeci “ad accelerare l’iter per l’approvazione del Piano energetico regionale e, in attesa di questo, ad adottare con urgenza alcuni provvedimenti che diano un quadro di certezze su quali aree siano idonee e quali no ad ospitare gli impianti fotovoltaici”. I parlamentari ricordano infatti che “ad oggi non è operativa alcuna mappatura delle aree idonee mentre è già in corso la cessione massiccia dei terreni coltivabili, con il rischio elevatissimo di perdere produzioni agricole importanti e di uno stravolgimento del paesaggio a causa di una altissima concentrazione di pannelli fotovoltaici sul territorio”. Da qui la necessità, si legge nel comunicato dei tre parlamentari, di avviare una “programmazione territoriale degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile sul suolo e degli strumenti legislativi ed urbanistici chiari per identificare e localizzare le aree idonee ad accogliere gli impianti, come le aree dismesse, le strutture non più utilizzate, i tetti e le tettoie, le cave non più in uso”.
Finalmente la politica siciliana si accorge di un problema gravissimo. Ma oggi è un po’ tardi, visto che tra poco più di un anno si celebreranno le elezioni regionali. L’insistenza – tanto per citare un esempio – con la quale la vecchia politica siciliana vuole a tutti i costi massacrare la Val di Noto con 100 ettari di pannelli fotovoltaici dice tutto. Alla vecchia politica siciliana del paesaggio e della tutela dell’ambiente non gliene può fregare di meno: gli esponenti della vecchia politica siciliana debbono arraffare a più non posso per garantirsi benefici, prebende e, naturalmente, la rielezione. Ricordiamoci che il Governo Musumeci ha sbattuto fuori dalla Giunta un assessore – Alberto Pierobon – che stava provando a mettere ordine nel settore dei rifiuti (dove infatti è scoppiato il ‘casino’) e nel campo delle energie (dove si intravedono manciugghie micidiali…). Tolto il ‘tappo’, questi ora vanno a briglia sciolta. Ovviamente vi diranno che noi siamo matti, che scriviamo cose senza senso, fuori dalla realtà e bla bla bla. Vi diranno minchiate sonore, perché seguendo le ‘avventure’ di questi banditi dal 1985 siamo ormai nelle condizioni di togliergli le scarpe mentre camminano…
Valentina Palmeri, da parte sua, ricorda che il Comitato Tecnico Scientifico ha espresso un proprio parere favorevole al Piano energetico, ma con diverse prescrizioni, che “vanno comunque subito messe in atto, indicando aree idonee e non idonee, per evitare che l’ubicazione di impianti in aree non idonee si trasformi in un danno per il territorio, la sicurezza dei suoli e l’economia. Siamo ovviamente favorevoli alla diffusione delle fonti alternative di energia, per le quali la Sicilia ha un grandissimo potenziale – concludono i tre parlamentari – ma questo non può avvenire senza regole, col rischio di favorire speculazione, danno aggiunto alla beffa, un ulteriore peggioramento complessivo dell’ecosistema e della sua biodiversità di cui l’agricoltura di qualità è parte essenziale”. Basterà la mozione? Nutriamo quale dubbio. Forse se alla mozione si accompagnerà un bel po’ di ‘bordello’ qualche ‘boccone’, a questi predoni della politica affaristica, si potrebbe riuscire a levarglielo…