- Sul piano della conoscenza del Bilancio regionale e della finanza pubblica, De Luca è uno dei migliori politici siciliani
- “… dopo una iattura come Crocetta, una sciagura come Musumeci la Sicilia non la meritava”
- “… se c’è qualcuno migliore di me in termini di esperienza io farò 10 passi indietro per amore della Sicilia, ma portatemi questa Maradona della politica”
- “… se c’è qualcuno migliore di me in termini di esperienza io farò 10 passi indietro per amore della Sicilia, ma portatemi questa Maradona della politica”
- Fino ad oggi i candidati alla presidenza della Regione siciliana sono quattro o cinque
Sul piano della conoscenza del Bilancio regionale e della finanza pubblica, De Luca è uno dei migliori politici siciliani
Chi scrive ha conosciuto Cateno De Luca nel 2009. Era stato eletto in Assemblea regionale siciliana nel 2006. E rieletto, sempre nel Parlamento siciliano, nel 2008 (quell’anno Totò Cuffaro si è dimesso da presidente della Regione in seguito alla condanna: da qui lo scioglimento anticipato dell’Ars e le nuove elezioni). De Luca è un personaggio vulcanico, qualche volta anche un po’ ‘scenografico’. Una cosa di lui ci ha colpiti: la sua grande conoscenza del Bilancio regionale e, in generale, della contabilità pubblica. Per chi, come chi scrive, segue le ‘avventure’ del Bilancio della regione siciliana dalla fine degli anni ’80 del secolo passato, De Luca non poteva passare inosservato. I suoi interventi, a Sala d’Ercole, sono sempre stati interessanti e divertenti. Soprattutto in materia di contabilità non ne sbagliava una. Gli ‘ammogghiamenti’ nel Bilancio regionale sono cominciati nei primi anni del 2000, come segnalava con precisione il servizio studi della Commissione Bilancio e Finanze del Parlamento dell’Isola. Nella legislatura 2008-2012 – Governo regionale di Raffaele Lombardo, assessore Gaetano Armao che De Luca già allora definiva “Armao Meravigliao” – con i conti ‘quattro’ li hanno fatte. Ma mai i disastri finanziari che portano la firma del successore di Lombardo, Rosario Crocetta. Il PD – che è il partito che ha distrutto le finanze regionali e l’Autonomia finanziaria della Regione siciliana – quando governava con Lombardo non aveva molta voce in capitolo e la Sicilia, tutto sommato, ha limitato i danni grazie allo stesso Lombardo. Quado il PD è andato al Governo con Rosario Crocetta – grazie a Gianfranco Miccichè che ha spaccato il centrodestra siciliana – la distruzione delle finanze regionali della Sicilia è stata completata.
“… dopo una iattura come Crocetta, una sciagura come Musumeci la Sicilia non la meritava”
Oggi, nel corso della conferenza stampa tenuta a Palermo, nei saloni del Palazzo Reale, per ribadire la sua candidatura alla presidenza della Regione siciliana, Cateno De Luca ha ricordato gli anni di Crocetta, non risparmiando critiche all’attuale Governo regionale di Nello Musumeci. Non non eravamo preseti alla conferenza stampa, così la dichiarazione la leggiamo sul Giornale di Sicilia on line: “Vorrei iniziare questo percorso chiedendo scusa ai siciliani perché gli abbiamo regalato Musumeci. Anche perché dopo una iattura come Crocetta, una sciagura come Musumeci la Sicilia non la meritava”. Come si fa a dargli torto dopo i quasi 80 mila ettari di boschi ‘inghiottiti’ dal fuoco dell’Estate ormai agli sgoccioli. Proprio noi siamo stati testimoni di un disastro ambientale annunciato, se è vero che ad Aprile e a Maggio scorso abbiamo più volte sollecitato il Governo Musumeci – riportando anche le prese di posizione di varie organizzazioni sindacali – a far lavorare gli operai della Forestale per realizzare le opere di prevenzione degli incendi e per far presidiare il territorio. Ma noi non siamo bravi: bravi sono stati gli assessori Tony Scilla (Agricoltura) e Toto Cordaro (Territorio e Ambiente): e, naturalmente, il presidente Musumeci. I risultati si sono visti: e deve averli visti e studiati molto bene il Governo nazionale di Mario Draghi, che ha nominato Musumeci commissario della lotta agli incendi in Sicilia: un capolavoro…
“… se c’è qualcuno migliore di me in termini di esperienza io farò 10 passi indietro per amore della Sicilia, ma portatemi questa Maradona della politica”
Ma torniamo a De Luca. Che ha ribadito di essere già da tempo in campagna elettorale. E che il prossimo Febbraio si dimetterà da sindaco di Messina per dedicarsi solo alla candidatura alla presidenza della Regione siciliana (in realtà, le dimissioni da sindaco sono previste dalla legge, sennò risulterebbe non candidabile). Chiaro il messaggio che De Luca ha inviato oggi a una parte del centrodestra siciliano: “L’1 e il 2 Ottobre si terrà a Taormina l’Assemblea del movimento Sicilia Vera… Sarà il momento per iniziare un percorso nuovo, ma il tema non sarà la candidatura alla presidenza della Regione perché io già sono candidato. Questo lo ribadisco per l’ennesima volta: la discussione riguarda esattamente un’altra questione, se saremo da soli e quindi faremo una grande cortesia al centrosinistra; quindi continuare da soli mi chiedo a chi convenga…”. E ancora: “Non abbiamo pregiudizi, ma non siamo disponibili a svendere la nostra storia per uno strapuntino. I tempi non li detto io, ma non me li faccio dettare, semmai li impongono fatti amministrativi ben precisi. A Febbraio mi dimetterò da sindaco ed è ovvio che entro quella data ci sarà un percorso ormai avviato e irreversibile. Questo significa che chi ritiene possa essere un elemento indispensabile anche per una colazione venga a discutere. E se c’è qualcuno migliore di me in termini di esperienza io farò 10 passi indietro per amore della Sicilia, ma portatemi questa Maradona della politica”.
Fino ad oggi i candidati alla presidenza della Regione siciliana sono quattro o cinque
Nei giorni scorsi il segretario del PD siciliano, Anthony Barbagallo, ha incontrato De Luca, proponendogli, se non abbiamo capito male, un accordo politico. Non c’è da stupirsi. Il centrosinistra, in Sicilia, non ha mai avuto i voti per governare e, quando ha governato, l’ha fatto sempre con i voti degli avversari politici: alla fine deli anni ’50del secolo passato, con l’operazione Milazzo, ha governato anche con i fascisti; alla fine degli anni ’90 – Angelo Capodicasa (Democratici di sinistra), presidente della Regione – ha governato con gli ex democristiani dell’UDEUR; dal 2008 al 2011 con il ribaltonista Raffaele Lombardo; nella legislatura 2012-2017, come già ricordato, il PD ha governato grazie a Forza Italia di Gianfranco Miccichè. Corretto che il PD di oggi – in verità un po’ indebolito rispetto a qualche anno fa – cerchi un accordo con De Luca. Il quale, però, oggi, ha lanciato un messaggio non a tutto il centrodestra siciliano, ma alla Lega e agli Autonomisti (De Luca è contro il presidente uscente, il citato Musumeci, che sta cercando disperatamente di accreditarsi con Fratelli d’Italia, visto che non sembra gradito a Lega e Autonomisti; lo stesso De Luca potrebbe essere un ottimo assessore all’Economia in un ipotetico Governo di Lega e Autonomisti). Detto questo, se De Luca resterà candidato in solitudine toglierà voti al centrodestra e agevolerà il centrosinistra. La partita per la presidenza della Regione siciliana resta complicata. Musumeci si vorrebbe ricandidare ma, piuttosto che convincere Giorgia Meloni, dovrebbe convincere la Lega e gli Autonomisti di Roberto Di Mauro. De Luca, se non troverà un accordo con Lega e Autonomisti, sarà candidato. PD e Movimento 5 Stelle – due debolezze per l’occasione insieme – avranno un candidato (ancora non si capisce se Gianfranco Miccichè andrà con PD e grillini, o se proverà a restare nel centrodestra). Lega e Autonomisti presenteranno un candidato (noi non crediamo che Musumeci convincerà Lega e Autonomisti). Totò Cuffaro con la sua DC da far rinascere presenterà una propria candidata (anche se non può essere escluso un accordo con il centrodestra). Autonomisti, meridionalisti, sicilianisti e indipendentisti dovrebbero presentare un proprio candidato. In questo momento si contano da quattro a cinque candidati. Un poi’ di vucciria c’è…
Foto tratta da 24live
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