Va respinta la proposta di Cgil, Cisl e Uil di una legge per obbligare i lavoratori al vaccino anti-Covid e al Green pass. Lo scrive in una lettera indirizzata al capo del Governo italiano, Mario Draghi, e al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il segretario generale del Sifus Confali, Maurizio Grosso. “Se è vero come è vero che nel mondo del lavoro si registra un clima di forte tensione e preoccupazione per
“Il primo motivo – osserva Maurizio Grosso – è l’EMA, ossia, l’ente Europeo di vigilanza del farmaco, ha rinviato l’eventuale autorizzazione definitiva all’uso del vaccino che, occorre ricordare, è in fase sperimentale, poiché non si conoscono gli effetti che produrrà a medio e a lungo termine, e comunque ha registrato un numero significativo di danni collaterali, come riportato dagli stessi siti istituzionali. Non è certo un caso che in nessun Paese al mondo, tranne pochissime eccezioni, sia previsto un obbligo vaccinale”. Il secondo motivo, dice sempre il segretario generale del Sifus Confali, è che “sia in ambito ospedaliero, sia nella pratica medica diffusa è oramai acclarato che esistono terapie efficaci, specie se somministrate fin dai primi giorni della comparsa della sintomatologia”. Il terzo motivo, dice ancora Grosso, “sta nel fatto è ormai acclarato che i vaccinati non sono esenti dal contagio e possono trasmetterlo a loro volta, per cui paradossalmente, l’utilizzo dello strumento Green pass costituisce un fattore di deresponsabilizzazione che potrebbe essere addirittura controproducente. Il SIFUS ritiene pertanto ragionevole e maggiormente efficace l’uso diffuso dei tamponi non invasivi, salivari o nasali, a carico del Servizio sanitario nazionale, quale strumento più idoneo per combattere la diffusione del virus a tutela della salute nei luoghi di lavoro”.
Nel quarto motivo il segretario generale sottolinea che “l’andamento dei contagi e dei ricoveri in Paesi come l’Italia, Israele, la Gran Bretagna, la Polonia, la Svezia appare incerto e contraddittorio: paradossalmente vi sono più contagi oggi che nello stesso periodo del 2020; vi sono Paesi che hanno adottato misure meno invasive in cui i contagi sono inferiori rispetto a quelli con maggiori vaccinazioni; anche fra gli scienziati internazionali i pareri sono difformi a dimostrazione che occorrerà un ulteriore periodo di tempo per valutare il rapporto fra rischi e benefici della vaccinazione. Tutto ciò premesso e considerato – prosegue il sindacalista – il Sifus – ribadisce la necessità del diritto alla libertà di scelta di ogni lavoratore sull’effettuazione o meno del vaccino e si impegna in tutto il territorio nazionale a combattere ogni forma di discriminazione sui luoghi di lavoro. Il Sifus – conclude Grosso – fa appello a tutti i lavoratori affinché non cadano nel tranello di una falsa contrapposizione fra lavoratori vaccinati e non vaccinati!”.
Foto tratta da Ortica lab